Parole Testarde | Alice «woke» nel Paese delle meraviglie

I grandi racconti di Alice sono ovviamente anche bellissime storie per bambini. Ma un ulteriore piano di lettura apre a un livello differente, in cui Lewis Carroll fa decisamente un discorso «per grandi». Nel seguito del suo libro più noto, il grande scrittore – siamo nel 1871 – parla profeticamente delle battaglie woke, estrema propaggine violenta del politicamente corretto. L’ansia di non ferire la suscettibilità, il furore di emendare storia, cultura e arte da elementi impuri od offensivi, sono sì il segnale di una cultura occidentale allo stadio terminale, ma anzitutto i figli di una tentazione fenomenale: quella di combattere sul linguaggio una battaglia per dominare la realtà. Abbattere le statue, ripulire i racconti di Roald Dahl, cacciare i professori che si permettono di dire che i sessi sono due, registrare i cosiddetti figli di coppie omogenitoriali, sono varie manifestazioni di una guerra di potere in cui la parola punta a definire e sostituire il mondo per determinarlo. E Humpty-Dumpty, l’uovo parlante con cappello, braccia e gambette, nel suo dialogo paternalista con la piccola Alice fa esattamente questo: cerca di dominarla piegando le parole a significare quel che decide lui. «Naturalmente non puoi capire, finché non te lo spiego», dice. La bambina, che scema non è, si accorge che qualcosa non torna e chiede: ma il problema è se le parole possano avere diversi significati. E costringe Humpty a un momento di perfetta sincerità: «Il problema è chi comanda, tutto qua».

L’industria tedesca ha beneficiato più di tutti del programma per l’effetto spillover: fondi Ue usati per acquistare i beni teutonici. Mancano solo 443 giorni per completare i piani e, visti i ritardi, Bruxelles ora spinge per dirottare il denaro non speso sul riarmo.
Boomerang ecologista sulla Spagna la tassa sui porti fa scappare le navi
Teresa Ribera (Ansa)
I principali scali del Paese denunciano: l’imposta verde europea (Ets) sta deviando il traffico verso gli approdi nordafricani. Manifestazione contro il governo per lo scandalo tangenti che ha colpito il partito socialista.
«Possiamo sparare per 24 ore filate»
Mohammed Nasser Al Atifi (Ansa)
La minaccia del ministro della Difesa degli Huthi: «L’Iran ha il diritto di vendicarsi».
Per il cambio di regime bisogna unire i ribelli
Ansa
Leadership anziane e impopolari, vertici decimati dai raid: per la Repubblica sciita potrebbe essere prossima la fine? Netanyahu chiama apertamente alla rivolta, ma i gruppi di opposizione sono pochi e divisi, mentre i pasdaran restano forti.
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