Parole Testarde | Alice «woke» nel Paese delle meraviglie

I grandi racconti di Alice sono ovviamente anche bellissime storie per bambini. Ma un ulteriore piano di lettura apre a un livello differente, in cui Lewis Carroll fa decisamente un discorso «per grandi». Nel seguito del suo libro più noto, il grande scrittore – siamo nel 1871 – parla profeticamente delle battaglie woke, estrema propaggine violenta del politicamente corretto. L’ansia di non ferire la suscettibilità, il furore di emendare storia, cultura e arte da elementi impuri od offensivi, sono sì il segnale di una cultura occidentale allo stadio terminale, ma anzitutto i figli di una tentazione fenomenale: quella di combattere sul linguaggio una battaglia per dominare la realtà. Abbattere le statue, ripulire i racconti di Roald Dahl, cacciare i professori che si permettono di dire che i sessi sono due, registrare i cosiddetti figli di coppie omogenitoriali, sono varie manifestazioni di una guerra di potere in cui la parola punta a definire e sostituire il mondo per determinarlo. E Humpty-Dumpty, l’uovo parlante con cappello, braccia e gambette, nel suo dialogo paternalista con la piccola Alice fa esattamente questo: cerca di dominarla piegando le parole a significare quel che decide lui. «Naturalmente non puoi capire, finché non te lo spiego», dice. La bambina, che scema non è, si accorge che qualcosa non torna e chiede: ma il problema è se le parole possano avere diversi significati. E costringe Humpty a un momento di perfetta sincerità: «Il problema è chi comanda, tutto qua».

Marco Lisei: «Rischiano di tornare gli orrori del Covid»
Marco Lisei (Imagoeconomica)
Il presidente della commissione d’inchiesta: «È deprimente che per screditare le posizioni non allineate si continuino a usare etichette come “no vax”. Dalle audizioni svolte emergono fatti sconvolgenti: mancava la programmazione dell’emergenza».
Mai dire Blackout | Venture Global LNG vince in giudizio contro Shell

La Cina consolida il settore navale per contrastare Trump. I trader si buttano nel mercato delle batterie di rete. La Casa Bianca rigetta gli accordi Net Zero nel settore marittimo. Rallenta il fotovoltaico in Cina. Venture Global, vittoria di Pirro in tribunale.

Autogol di Schillaci: cede al pressing e azzera il comitato. Meloni contrariata
Giorgia Meloni e Orazio Schillaci (Getty Images)
Il dicastero «abortisce» il Nitag per le polemiche su Bellavite e Serravalle. L’ira del premier: «Scelta non concordata».
L’incubo del Covid non è finito: Schillaci silura due scienziati
Il ministro della Salute Orazio Schillaci (Ansa). Nel riquadro in alto Eugenio Serravalle, in quello in basso Paolo Bellavite
Sono bastati appelli e strepiti della «cupola» di esperti (che non ne ha azzeccata una in pandemia) perché il ministro facesse retromarcia sulle nomine. Ma se non resiste alle virostar (o al Colle?), meglio si dimetta.
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