2023-06-03
Alla parata in onore della Repubblica Chigi e Colle fanno quadrato su Kiev
Giorgia Meloni e Sergio Mattarella (Imagoeconomica)
Applausi a Roma per Giorgia Meloni e Sergio Mattarella. Ai quali arriva anche il ringraziamento di Volodymyr Zelensky. Il premier chiarisce: «La pace non si può scambiare per invasione». Figuraccia di Roberto Gualtieri: aiuola senza tricolore.Di poche cose doveva occuparsi il Comune di Roma, ad esempio installare il tradizionale tricolore realizzato con i fiori a Piazza Venezia, e nemmeno ci è riuscito: le celebrazioni di ieri per il 2 giugno sono filate lisce come l’olio, tranne che per il pasticcio combinato dall’amministrazione guidata dal dem Roberto Gualtieri. Nell’aiuola ai piedi dell’Altare della Patria, c’era solo il pezzetto di bandiera di colore verde, ma del bianco e del rosso nessuna traccia: la composizione floreale era di competenza del Servizio siardini di Roma Capitale, e Gualtieri, naturalmente irritato, non ha potuto fare altro, partecipando alla parata, di prendere atto con della brutta figura. Per il resto, le tradizionali celebrazioni per il settantasettesimo anniversario della Repubblica si sono svolte in un clima di serenità: la scaletta è stata quella tradizionale, con la deposizione di una corona d’alloro all’Altare della Patria da parte del capo dello Stato, Sergio Mattarella, alla presenza delle le più alte cariche istituzionali: il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni; i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana; il ministro della Difesa, Guido Crosetto; i vertici militari e delle forze di polizia. Sul Vittoriano il consueto sorvolo della Pattuglia acrobatica nazionale ha disegnato una enorme bandiera italiana, poi Mattarella ha passato in rassegna i reparti schierati per la rivista, in seguito si è svolta la tradizionale parata ai Fori Iìimperiali, aperta da 300 sindaci, tra i quali alcuni dei Comuni dell’Emilia-Romagna i colpiti dall’alluvione. Non sono mancati i corazzieri a cavallo, la corsa della fanfara dei bersaglieri, il lancio dei paracadutisti dell’Aeronautica, i reparti dei carabinieri, della polizia, della Guardia di Finanza, dell’Esercito e della Marina, con i loro mezzi e i loro stendardi decorati con le alte onorificenze. Circa 5.000 le persone che hanno sfilato, insieme ad aerei come i caccia F35 e gli Eurofighter, elicotteri, carri armati, mezzi blindati, cannoni. Presente anche il cagnolino Briciola, mascotte dei carabinieri. Applausi e manifestazioni di affetto sia per Mattarella che la Meloni, che è rimasta felicemente colpita dal calore della gente: «Chi l’avrebbe mai detto…», si è compiaciuto il premier, che non ha mancato di rilasciare alcune dichiarazioni sui temi di più stringente attualità. La Meloni ha risposto a una domanda sulle sue dichiarazioni sul «pizzo di Stato»: «Ho detto», ha precisato, «che quando lo Stato invece di fare imposizione fiscale fa caccia al gettito, cioè quota all’inizio dell’anno quanto si prevede di fare con la lotta all’evasione fiscale, dopo di che si devono fare quegli importi a tutti i costi altrimenti non si coprono i provvedimenti, si fanno cose bizzarre e secondo me non è giusto». In mattinata, alla Meloni e a tutti gli italiani sono arrivati gli auguri, via Twitter, del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky: «Congratulazioni a Giorgia Meloni e al popolo italiano», ha scritto Zelensky, «per la Festa della Repubblica italiana. Apprezziamo la solidarietà e il pieno supporto dell’Italia nella difesa della sovranità e dell’indipendenza dell’Ucraina. Oggi l’Ucraina lotta per i valori europei di democrazia e libertà, che condividiamo con il popolo italiano. Insieme», ha aggiunto Zelensky, «raggiungeremo il nostro obiettivo comune: una pace giusta e sostenibile in Europa e nel mondo!». La Meloni ha condiviso il tweet sul suo profilo e ha ribadito la piena condivisione di intenti con Zelensky: «Niente che si chiami pace», ha sottolineato il presidente del Consiglio, «può essere scambiato con la parola invasione. C’è una nazione aggredita, c’è una nazione che aggredisce. Tutti noi lavoriamo per la pace ma non si può non partire dal presupposto che quella pace non si può costruire senza il consenso di chi è stato aggredito. Il nostro dovere», ha aggiunto la Meloni, «è lavorare per difendere la libertà, per difendere i valori che hanno fondato la civiltà europea, difendere una nazione sovrana». Piena la sintonia sulla guerra in Ucraina tra la Meloni e il capo dello Stato: «A oltre un anno di distanza», ha scritto Mattarella, in un messaggio inviato al sapo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, «la Repubblica Italiana, insieme alla comunità internazionale, è ancora impegnata a contrastare l’aggressione condotta dalla Federazione russa al popolo ucraino. L’Italia è fermamente schierata per la difesa della sua libertà, integrità territoriale e indipendenza, perché non vi sia un futuro nel quale la forza del diritto viene sostituita dal diritto del più forte. Una ordinata comunità internazionale non può che basarsi sul rispetto di questi principi». Mattarella ha poi lasciato via dei Fori imperiali a bordo della Lancia Flaminia, in compagnia di un raggiante Guido Crosetto. Nel pomeriggio Mattarella ha accolto nei Giardini del Quirinale centinaia di cittadini con fragilità giunti da tutta Italia insieme agli accompagnatori.
Pedro Sánchez (Getty Images)
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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