2021-09-13
Il Papa in visita nei Paesi di Visegrád apre il dialogo con i conservatori
Viktor Orban e Papa Francesco (Ansa)
Francesco ieri si è recato in Ungheria e in Slovacchia. Incontro con Viktor Orbán: il Vaticano potrebbe cercare un riavvicinamento sul tema della famiglia. Il Pd, che ha tanto esaltato il Pontefice, reagisce indispettito.Il viaggio che ha portato papa Francesco a visitare due Paesi del blocco di Visegrád potrebbe avere delle implicazioni significative. E questo specialmente alla luce delle critiche che il Pontefice ha in passato spesso rivolto al sovranismo, di cui proprio il blocco di Visegrád si è sempre presentato come una sorta di roccaforte. Tuttavia, a ben vedere, questo viaggio papale non va letto alla luce della questione sovranista, quanto forse di un rinnovato interesse della Santa Sede per i «valori non negoziabili». Nella sua breve visita ungherese, il Papa ha avuto un incontro con il premier Viktor Orbán: figura da cui, oltre al sovranismo, lo divide la linea sull'immigrazione. Il fatto che il Pontefice abbia accettato di incontrarlo (insieme al cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, e al segretario per i rapporti con gli Stati, monsignor Paul Gallagher), non può non essere significativo. Anche perché l'incontro ha riguardato il «ruolo della Chiesa nel Paese, l'impegno per la salvaguardia dell'ambiente, la difesa e la promozione della famiglia». Certo: si potrebbe essere tentati dal ridimensionare tutto questo, sottolineando che -oltre ad altri impegni e appuntamenti - nel suo viaggio ungherese il Papa ha parlato anche di inclusione e accoglienza: temi che risultano notoriamente piuttosto spinosi nei suoi rapporti con Orbán. Tuttavia, come dicevamo, non è tanto un'apertura al sovranismo quella che sembra emergere da questo viaggio in Ungheria e Slovacchia, quanto una maggiore attenzione al tema dei valori e della famiglia. Ricordiamo, a questo proposito, le forti polemiche che , si sono consumante sulla legge ungherese contro la promozione dell'omosessualità. Una legge che ha portato a un duro scontro tra Budapest e Bruxelles. In tutto questo, non bisogna poi trascurare che il Papa dovrebbe incontrare oggi anche il premier slovacco Eduard Heger, il quale -come sottolineato a giugno dalla testata Euractiv- ha assunto una «posizione neutrale» sulla legge ungherese. In particolare, va ricordato che la Slovacchia non figura tra i 17 Paesi europei che hanno firmato una lettera contro quella norma. Del resto, il focus sui valori era emerso anche venerdì, in occasione dell'incontro tra Matteo Salvini e monsignor Gallagher: si è trattato della prima udienza ufficiale ottenuta in Vaticano dal leader della Lega, in quello che è stato definito un «colloquio lungo e cordiale». L'incontro, che è stato commentato positivamente da Parolin, ha affrontato anche la questione del ddl Zan. Ulteriore testimonianza del fatto che l'incipiente dialogo tra la Santa sede e il (variegato) fronte conservatore non ha al centro il sovranismo. Sembra quindi iniziare a fare capolino Oltretevere una strategia dal vago sapore ruiniano, che potrebbe rafforzare le relazioni tra due mondi che, negli ultimi anni, si erano notevolmente allontanati. Certo: ammesso che questa sorta di (parziale) svolta prima o poi si concretizzi, ci sarebbe da chiedersene la ragione. C'è chi tende a minimizzare il peso di questi incontri e chi - andando specificamente al caso di Salvini - ne fa una questione di manovre in vista delle prossime elezioni amministrative. In realtà, si scorgono dinamiche più complesse e strutturali. Non è infatti del tutto sbagliato ipotizzare che la Santa sede si sia accorta di aver, per così dire, puntato su alcuni politici sbagliati. Il caso forse più eclatante è quello di Joe Biden che, dopo aver goduto delle simpatie vaticane alle ultime presidenziali americane, ha portato avanti - arrivato alla Casa Bianca - una linea politica non certo convergente con la dottrina cattolica (a partire dall'aborto). Una situazione che ha causato una levata di scudi da parte di ampi settori della Conferenza episcopale statunitense (a cominciare dal suo presidente José Gómez). Anche un noto sostenitore di Biden come il cardinal Wilton Gregory ha recentemente criticato l'inquilino della Casa Bianca sull'interruzione di gravidanza. Un problema presente anche in Europa, dove non sempre partiti e movimenti che concordano con l'attuale corso vaticano su clima e immigrazione sono poi altrettanto a loro agio nel rispetto dei valori non negoziabili. Da qui forse l'esigenza di un riequilibrio e dell'avvio di un dialogo con il mondo conservatore. «Esprimiamo solidarietà a papa Francesco per quello che gli è toccato di fare oggi», ha sarcasticamente detto ieri il segretario del Pd, Enrico Letta, in riferimento all'incontro del papa con Orbán. Parole che tradiscono evidentemente un certo nervosismo. E, da quanto abbiamo visto, forse capiamo perché.