2023-12-20
Con la benedizione alle coppie gay il Papa alimenta i venti di scisma
Papa Francesco (Imagoeconomica)
L’episcopato tedesco progressista plaude all’ex Sant’Uffizio. Ira di monsignor Strickland e dei prelati africani I vescovi del Malawi proibiscono subito la pratica. Interviene anche la diocesi della capitale del Kazakistan.Alla faccia della sinodalità, della parresia, della misericordia. Il via libera alla benedizione delle coppie omosessuali, o composte da divorziati entrati in una nuova unione, si presenta sotto la veste della «carità pastorale». Ma all’interno della Chiesa sta rintuzzando i focolai che, temono in molti, potrebbero addirittura portare a uno scisma tra il clero progressista e la fronda tradizionalista. Le reazioni all’uscita di Fiducia supplicans non sorprendono. Hanno giubilato i prelati di Germania, ormai in odore di protestantesimo. L’arcivescovo di Berlino, Heiner Koch, e il vescovo di Speyer, Karl-Heinz Wiesemann, nei mesi scorsi avevano già autorizzato i sacerdoti a officiare «cerimonie di benedizione» per «coniugi» gay. La Dichiarazione dell’ex Sant’Uffizio è stata dunque accolta «con favore» dalla Conferenza episcopale tedesca, il cui capo, monsignor Georg Bätzing, ha lodato la decisione di aprirsi alla «diversità degli stili di vita», esprimendo gratitudine per «la prospettiva pastorale» assunta dal documento. Il vescovo di Dresda, Heinrich Timmerevers, ha interpretato il testo come un’esortazione a promuovere la cura delle «persone queer». Immancabile, poi, l’elogio di James Martin, impegnato da anni nella pastorale arcobaleno. Su X, il gesuita ha rimarcato il ribaltamento delle tesi del Responsum, elaborato due anni fa dal cardinale Luis Francis Ladaria Ferrer, ex numero uno del Dicastero per la dottrina della fede. Secondo The Pillar, invece, lo scritto redatto dal nuovo prefetto, Víctor Manuel «Tucho» Fernández, e approvato da papa Francesco, ha «scioccato» e «sconcertato» l’episcopato africano. Ieri, la Conferenza episcopale del Malawi ha proibito «benedizioni di qualunque tipo» per «coppie dello stesso sesso».È salito sulle barricate pure monsignor Joseph Strickland, reduce dal provvedimento con cui Jorge Mario Bergoglio gli ha tolto il governo della diocesi di Tyler. Dal religioso è partito un appello alla resistenza: «Dobbiamo dire di no con una sola voce. Non applicheremo queste indicazioni alla vita della Chiesa». La - metaforica - chiamata alle armi è stata raccolta da monsignor Tomash Peta, arcivescovo di Astana, in Kazakistan, che ha vietato ai preti di «praticare qualsiasi forma di benedizione» alle coppie omoerotiche. L’atmosfera è elettrica.D’altro canto, escludendo che le benedizioni degli irregolari assumano una «fissazione rituale da parte delle autorità ecclesiali», al fine di evitare «scandalo o confusione», la Dichiarazione minaccia proprio di sottrarre la procedura al controllo dei vescovi, affidandola all’autogestione da parte dei parroci. Lo conferma l’identificazione dei «contesti» deputati ad amministrare il sacramentale: «La visita a un santuario, l’incontro con un sacerdote, la preghiera recitata in un gruppo o durante un pellegrinaggio». La fuga dall’ufficialità - un sotterfugio per mantenere, in punto di diritto, inalterato «l’insegnamento perenne della Chiesa sul matrimonio» - può trasformarsi nella proliferazione della discrezionalità. In effetti, il documento dell’ex Sant’Uffizio prevede la «possibilità», non già l’obbligo, «di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso». Piuttosto che lavorare alla conciliazione delle due frange della Chiesa, la svolta di Tucho istituzionalizza la logica dello scontro. E la fa penetrare fino alla periferia dell’assemblea di Cristo. Il preambolo di Fiducia supplicans è abbastanza esplicito. Si rifà alla risposta del Papa ai dubia dei cardinali conservatori e qualifica in modo netto il compito del Dicastero: «comprendere» la dottrina, ma «ricevere» l’insegnamento del Santo Padre. Il rapporto gerarchico abituale risulta pertanto invertito: mentre il depositum fidei viene reso oggetto di interpretazione, la volontà del Papa viene semplicemente assunta.Per questo è difficile stare dietro alla logica del porporato Fernández, il quale insiste: un’unione gay «in nessun modo può essere paragonata al matrimonio», la benedizione alle coppie omosessuali non equivale a un placet per quel tipo di rapporti e possono riceverla soltanto coloro che «non rivendicano la legittimazione di un proprio status». Sulla questione, padre Thomas Gerard Weinandy, importante teologo statunitense, è stato durissimo: «Benedire coppie in matrimoni irregolari o dello stesso sesso senza dare l’impressione che la Chiesa non stia validando la loro attività sessuale è una farsa». Il punto è che i partecipanti a questi momenti «sanno, senza dubbio, che tali relazioni sono per loro natura sessuali. […] In realtà, gioiscono del fatto che quelle relazioni sessuali vengano benedette. […] Non è l’astinenza sessuale a essere benedetta, bensì l’indulgenza sessuale».È l’esito al quale conduce la cifra stilistica del Papato di Bergoglio: lasciare formalmente intatta la dottrina, modificando la pratica. Ma la forma è sostanza. E se la prassi ignora i principi, significa che i principi non valgono più.Il pretesto è il solito: accogliere, accompagnare, indulgere. È la Chiesa a dover andare incontro al peccatore, mai il peccatore a doversi convertire. Questo è il nocciolo della dimensione pastorale? Sull’argomento fu definitiva una Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, vergata, nel 1986, dall’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Joseph Ratzinger: «Occorre chiarire bene», annotò il futuro Benedetto XVI, «che ogni allontanamento dall’insegnamento della Chiesa, o il silenzio su di esso, nella preoccupazione di offrire una cura pastorale, non è forma né di autentica attenzione né di valida pastorale. Solo ciò che è vero può ultimamente essere anche pastorale». Carità nella verità, non nell’ambiguità. Per consentire ai fedeli di distinguere il bene dal male e per preservare l’unità dei cattolici, in un tempo di profonde fratture. L’alternativa sarebbe esiziale: la Chiesa di Francesco è talmente «in uscita», che dentro rischia di non rimanerci più nessuno.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.