2023-02-12
Palù umilia la virostar in casacca Pd: «Lo studio di Crisanti non è scienza»
Giorgio Palù (Imagoeconomica)
Il presidente dell’Aifa demolisce l’esposto del microbiologo alla base dell’indagine della Procura di Padova sull’affidabilità dei test rapidi acquistati, nel 2020, in Veneto: «Da lui dati forzati, informazione inattendibile».«Ride bene chi ride ultimo», mette in guardia una massima popolare. Dovrebbe farne tesoro la virostar piddina Andrea Crisanti, esultante perché nell’inchiesta sui tamponi rapidi in Veneto sono stati rinviati a giudizio Roberto Rigoli, ex primario dell’ospedale di Treviso, e Patrizia Simionato, già direttore generale di Azienda Zero e ora dg dell’Ulss 5 Polesana.La risata gli sarà andata di traverso, leggendo come il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, Giorgio Palù, ha reso carta straccia le sue valutazioni sui test rapidi. Crisanti, oggi senatore Pd, prima di venire a sapere degli «apprezzamenti» dell’illustre virologo, si era solo preoccupato di esprimere soddisfazione per la decisione del gup del tribunale di Padova, Maria Luisa Materia in quanto, ha affermato, «chiarisce, una volta per tutte, che il mio esposto non era campato in aria».Per i poco interessati alle denunce del professore, che si è dimesso dall’Università di Padova, ricordiamo che nell’autunno del 2020 aveva presentato un esposto in cui affermava che i test antigenici Abbott, acquistati dalla Regione Veneto tra la prima e la seconda ondata, sarebbero stati poco affidabili, solo circa al 70%.La denuncia «si basava su uno studio da me condotto e consegnato nell’ottobre 2020», dichiarò l’allora direttore della microbiologia dell’Università di Padova. «Furono validati per la diagnostica, non per lo screening», ha continuato a sostenere, convinto che l’utilizzo diffuso di quei test, negli ospedali e nelle Rsa del Veneto, avesse favorito la diffusione del virus anziché ostacolarla.Contento, perché la Procura sulla base dell’esposto aveva avviato un’indagine sui tamponi rapidi in Veneto, il microbiologo oggi considera un grosso punto a suo favore il rinvio a giudizio di Rigoli e Simionato, che andranno a processo per falsità ideologica in atti pubblici commessa da pubblico ufficiale e turbativa nel procedimento di scelta del contraente.Crede di uscire vittorioso, dalla battaglia personale con il governatore Luca Zaia e l’intera sanità del Veneto. C’è un però, pesantissimo. Il legale dell’ex dg di Azienda Zero, ha nelle mani una consulenza del professor Palù che azzera, scientificamente, le affermazioni di Crisanti. L’avvocato Alessandro Moscatelli ha presentato al giudice la ventina di pagine, redatte con la consueta puntigliosità dal grande virologo e che giungono a ben altre conclusioni della virostar.I tamponi Abbott erano «autorizzati da Fda e validati dall’Ehrlich Institut di Francoforte, e ritenuti idonei per effettuare la diagnosi di Covid 19», scrive il presidente dell’Aifa, come riporta Andrea Priante del Corriere del Veneto, che ha potuto gettare un rapido sguardo sulla consulenza.Quanto all’accusa ad Azienda Zero di non averli validati, Palù aggiunge: «Non si vede, quindi, perché un laboratorio pubblico debba condurre una sperimentazione per verificare quello che è già certificato dagli enti regolatori. […] Eseguire un’indagine scientifica sarebbe stato uno sperpero di denaro pubblico».Già queste affermazioni, basterebbero a far crollare il castello di accuse messo in piedi da Crisanti. Ma Palù ne ha anche per la virostar, che da inizio pandemia, non ha mai perso un’occasione per ostentare conoscenza di virus, tamponi ed epidemie.Le tesi sostenute dal microbiologo nello studio, pubblicato a ottobre su Nature Communications e già definito «imbarazzante» nella versione iniziale da Massimo Clementi, professore emerito dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano oltre che fondatore della Società italiana di virologia, sono oggi definitivamente affossate dal presidente dell’Aifa.«Non si tratta di scienza […] stiamo parlando di dati da essere ancora confermati, informazioni quindi che non dovrebbero nemmeno essere utilizzate per guidare scelte di pratica clinica», dichiara nella consulenza.Per poi confinare dietro la lavagna il microbiologo, la cui tesi «si configura come un esercizio scontato. […] Da essa si vuole far scaturire un dato forzato, per di più basato su una costruzione sperimentale equivoca».Lo studio, sul quale Crisanti ha basato l’esposto, «non può pertanto in alcun modo essere assunto né come dato scientifico, né come opinione di esperto. Trattasi in realtà di informazione inattendibile e non scientifica», è il formidabile affondo assestato da Palù. Non ci sono scontri politici, in queste diverse valutazioni, solo scienza e non scienza messe a confronto.Più volte, il professore ha sconfessato l’allievo chiamato da Londra. «Non è un virologo, non ha mai pubblicato un lavoro di virologia, devo dire che negli ultimi dieci anni non ha neanche pubblicato un lavoro di microbiologia», puntualizzava nell’ottobre 2020 il futuro presidente dell’Aifa, ospite della trasmissione televisiva Primus inter pares del gruppo Tv7.Ha definito Crisanti «un esperto di zanzare», l’ha ripreso in diverse occasioni perché parlava di misure restrittive e lockdown senza averne titolo. Pure nella vicenda dei test rapidi in Veneto, ha tolto credibilità scientifica alle contestazioni del senatore piddino.
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)