2022-11-05
Palazzo Chigi tiene per sé il digitale. A Fi nemmeno le deleghe sulle tv
Valentino Valentini (Imagoeconomica)
Assegnate al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alessio Butti, tutte le competenze su Innovazione cloud e rete unica. Al Mise frequenze, Infratel e la protezione dei prodotti made in Italy assieme alla Farnesina.In parallelo alla componente economica che andrà a scandire le spese del prossimo anno fuori dal perimetro del Pnrr, il Consiglio dei ministri di ieri sera si è concentrato sulle deleghe dei ministri e sui percorsi di lavoro dei singoli dipartimenti e sottosegretari di Palazzo Chigi. Il cambio del nome di vari dicasteri è stato ufficializzato tramite decreto. In questo modo il messaggio prettamente politico potrà anche essere messo a tera. Il ministero della Sovranità alimentare o quello della Sovranità energetica potranno muoversi di conseguenza. «Sono altresì attribuiti al ministero le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di tutela della sovranità alimentare, garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari», si legge nella bozza del testo, «il sostegno della filiera agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura, il coordinamento delle politiche di gestione delle risorse ittiche marine, la produzione di cibo di qualità, la cura e la valorizzazione dell’ambiente e delle aree rurali, la promozione delle produzioni agroalimentari nazionali sui mercati internazionali». In pratica una impronta molto simile a quella applicata dai cugini d’Oltralpe. La ristrutturazione più importante tocca il Mise, ora in capo ad Adolfo Urso, che prende la dicitura aggiuntiva di ministero del Made in Italy. Un perimetro molto più ampio rispetto alla precedente legislatura. Si occuperà di tutela e promozione della filiera produttiva nostrana e collaborerà attivamente con la Farnesina anche tramite i canali della cooperazione e dello sviluppo internazionale. Non a caso è stato studiato un comitato interministeriale per il made in Italy nel mondo (Cimim). Ogni quattro mesi si riunirà per coordinare le strategie di export o di difesa del tessuto nazionale in relazione all’andamento dei dazi. Valuterà sostegno o incentivi al nuove tecnologie, anche in base alle mosse di Bruxelles, ma anche la modifica delle norme relative a Ice, Simest e Sace, stabilendo un maggiore coinvolgimento del Mimit per la parte di competenza sulle linee di indirizzo strategico da dare a quelle società. Al tavolo congiunto siederanno oltre a Urso anche gli altri ministri di volta in volta competenti. Ad esempio il titolare del Mare, Nello Musumeci, che a sua volta ieri ha visto definire il perimetro del suo dicastero anche in relazione alle attività delle Infrastrutture di Matteo Salvini. Al rappresentante di Fratelli d’Italia compete tutto l’ecosistema marino, la valorizzazione del demanio e quindi tutta la grana delle concessioni balneari. Ma anche i trasporti insulari, l’economia della pesca e lo sfruttamento delle risorse energetiche offshore. Insomma, non poco. Nessuna particolare modifica per il Mef. Anche se è scontato per Maurizio Leo una delega di peso su tutto il comparto fiscale. Un po’ come avvenne per Vincenzo Visco ai tempi di Tomaso Padoa-Schioppa. Chiuso il capitolo dei ministri si apre quello delle deleghe connesse a Palazzo Chigi. Con una deroga alle legge statutaria del 2007 che regola il comparto dell’Intelligence, il sottosegretario Alfredo Mantovano ha ricevuto le deleghe per il comparto delle agenzie. Da lui dipenderanno la Cybersecurity, il Dis, l’Aisi e l’Aise. Resterà da capire se all’attuale capo di gabinetto Gaetano Caputi ne affiancherà un secondo esclusivamente per le tematiche del comparto. Sul fronte del digitale, Giorgia Meloni crea un pacchettone di competenze in capo al sottosegretario Alessio Butti. Per il politico comasco si avvicina la responsabilità di presiedere il comitato interministeriale sul digitale. In pratica con questa scelta la Meloni fa capire di tenere nel suo cerchio tutto ciò che riguarda l’innovazione, il cloud e la rete unica, compreso il futuro dei rapporti tra Cdp e Tim. In capo a Palazzo Chigi ci sarà dunque tutta la transizione digitale e il coordinamento delle politiche attive che riguardano le pubbliche amministrazioni, compreso i rapporti con la cybersecurity. Butti si occuperà anche di intelligenza artificiale e di blockchain. Non solo, tutte le deleghe un tempo in capo al commissario all’Agenda digitale confluiranno sotto lo stesso cappello in modo da uniformare il più possibile le scelte strategiche e industriali. La presenza del berlusconiano Valentino Valentini al Mise con il ruolo di vice ministro aveva acceso voci di possibili deleghe nel comparto Tlc. Il cdm di ieri non se ne è occupato (le deleghe ai vice ministri finiranno nell’ordine di servizio del prossimo cdm), ma a quanto risulta a La Verità non si occuperà nè di Infratel né di frequenze tv. Quasi sicuramente di tutela del made in Italy. Le deleghe Tlc resteranno in capo al Mise ma non a Forza Italia. Al Mise andrà quasi sicuramente anche il comparto spaziale. Estremamente delicato visto l’imminente ministeriale Esa che vale per l’Italia 4 miliardi di euro.