2022-11-06
Altro che pace, il corteo milanese spara sul M5s e pensa al Pirellone
Carlo Calenda si dedica ai grillini più che a Kiev: «Sono guidati da un qualunquista di destra». E canta «Bella ciao»: «Noi possiamo». Presenti Letizia Moratti e Carlo Cottarelli, possibili candidati in Lombardia. Matteo Renzi: «Non chiedete a me».Una pace, due piazze, una manifestazione e una contromanifestazione. Mentre ieri a Roma l’associazionismo laico e cattolico, Acli e Arci, i sindacati, la Rete per il Disarmo, con le adesioni di Pd, M5s e l’Alleanza Verdi Sinistra Italia, hanno sfilato per chiedere un «cessate il fuoco immediato e un negoziato internazionale», a Milano, nella manifestazione convocata dal leader del Terzo polo, Carlo Calenda, si sono ritrovati i non equidistanti, quelli che non vogliono la fine del conflitto a ogni costo. Ed è stato lo stesso Calenda a sottolineare in un tweet la contrapposizione tra le due piazze: «A Roma una manifestazione “contro il bellicismo europeo” e il diritto dell’Ucraina di difendersi; a Milano una piazza contro l’aggressione russa, per il sostegno all’Ucraina e la libertà di chi resiste. Resistenza vs resa. Difficile rimanere nel mezzo, invocando il ma anche». E prima di salire sul palco sotto l’Arco della Pace, il leader pariolino ha anche risposto a Giuseppe Conte, che sfilando a Roma aveva detto: «L’altra piazza di Milano non ho capito se è per la pace e per la guerra. L’Ucraina è armata di tutto punto, abbiamo bisogno di una svolta in direzione del cessate il fuoco e di un negoziato di pace». «Capisco la confusione. Del resto hai governato con Matteo Salvini mentre inneggiava a Vladimir Putin, hai flirtato con Donald Trump e firmato la Via della seta con i cinesi. Allora facciamola semplice Giuseppe Conte: non esiste pace senza libertà e non esiste libertà senza resistenza all’invasore. C’è una definizione per Conte: si chiama qualunquismo, e nella cultura italiana il qualunquismo è di destra, non c’entra niente con la sinistra». «Non voglio polemizzare con le altre piazze, è assurdo farlo come ha fatto Conte. Ma penso di dover dire che non c’è pace senza giustizia», la stoccata del leader di Italia viva, Matteo Renzi, presente a Milano ma non sul palco, dove c’era il capogruppo di Azione e Italia viva alla Camera, Matteo Richetti. «Credo che si debba sempre rispettare le idee di tutti ma è stata una bella scelta quella di Calenda di convocarci qui, un dovere per tutti combattere per una pace giusta», ha concluso Renzi. E se a Roma il segretario del Pd, Enrico Letta, è stato costretto a scappare perché contestato e insultato da un gruppo di manifestanti che gli hanno urlato: «Letta sei un assassino, guerrafondaio, filo americano vai a casa», a Milano Calenda ha detto: «Mi dispiace che Letta non sia qui, qui c’è il Pd lombardo e nessuno lo avrebbe contestato». E invece anche a Milano ci sono stati contestazioni e cori: «Letta servo della Nato» e «Cacciamoli». Ma la manifestazione nel capoluogo lombardo è stata anche molto «politica», poiché Letizia Moratti, che ha appena lasciato la giunta a guida leghista di Regione Lombardia, criticando le prime scelte su reintegro dei medici no vax e vaccini del governo Meloni, è salita sul palco insieme a Carlo Cottarelli, tutti e due possibili candidati al centro delle trattative tra Pd e Terzo polo. Rispondendo ai giornalisti, l’ex commissario alla spending review si era detto disponibile a parlare con la Moratti per discutere dell’eventuale ticket tra di loro, auspicato dal leader di Azione, che però ha chiarito: «Non dirò una parola sulla questione delle regionali. Bello che ci sia Letizia Moratti in piazza, non è un monopolio della sinistra. È importante che ci siano personalità che vanno oltre gli schieramenti politici ma questa manifestazione non deve essere politicizzata». Anche Renzi aveva chiarito: «Credo che la candidatura Moratti sia molto interessante, ma ci siamo divisi i compiti e sarà Calenda a gestire questo dossier, sempre d’accordo con noi ma in prima persona». Nessun commento dall’aspirante candidata governatore che dal palco ha detto: «Bisogna decidere da che parte stare e chi sostenere. Credo che tutti vogliamo la pace in Ucraina, ma una pace senza giustizia non può esistere. Il popolo ucraino è stato aggredito, l’Europa lo sostiene e l’ha sostenuto. Essere qui oggi significa riaffermare un sostegno vero, concreto che possa permettere all’Ucraina di avere una pace giusta». Invece Calenda, dopo aver ribadito che «a Roma c’è la pace ingiusta. Io non ho detto che loro sono filo Putin, ma che quelli che stanno a Roma e contemporaneamente votano contro l’invio delle armi sono quelli che aiutano Putin», ha chiuso il suo intervento cantando Bella ciao, perché, ha detto, «Noi siamo titolati a cantarla» come un vero protagonista della Resistenza, emulando anche Letta che l’aveva intonata a Berlino, per il congresso del Pse, alla fine del discorso del cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Tra il migliaio di partecipanti con le bandiere ucraine, europee e il tricolore ma senza bandiere «arcobaleno», erano presenti del Pd il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, (in videocollegamento) il senatore Alessandro Alfieri, la consigliera regionale Carmela Rozza e l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, oltre a parlamentari ed esponenti di Azione (tra gli altri Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Enrico Costa), Italia viva (Raffaella Paita, Elena Bonetti, Lisa Noja, Luciano Nobili), e Marco Cappato, esponente dei Radicali.