
In cambio, rilasciati 369 palestinesi incarcerati. Benjamin Netanyahu convoca il Gabinetto di sicurezza sulla tregua. Indagine sui collegamenti tra funzionari del premier e Qatar.Ieri mattina tre cittadini israeliani con doppia cittadinanza sono stati liberati nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Gli ostaggi rilasciati sono Sasha Trupanov, israeliano-russo di 29 anni, Sagui Dekel-Chen, israeliano-americano di 36 anni, e Yair Horn, israeliano-argentino di 46 anni. In cambio, Israele ha liberato 369 prigionieri palestinesi di cui 333 arrestati a Gaza durante la guerra e 36 condannati all’ergastolo per gravi reati, inclusi omicidi multipli. Ancora una volta l’organizzazione jihadista ha messo in scena il suo show con i tre ostaggi che sono stati costretti da Hamas a salire su un palco a Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale, e a pronunciare alcune parole prima di essere consegnati alla Croce Rossa. La zona, circondata da edifici rasi al suolo e macerie, è stata teatro di alcuni dei combattimenti più violenti del conflitto. Sul palco sventolavano le bandiere di Hamas, della Jihad islamica e della Palestina, mentre dagli altoparlanti risuonava la musica. Il luogo dove è avvenuta la liberazione è stato riempito di striscioni propagandistici scritti in un ebraico approssimativo. Nell’area è stata esposta anche un’immagine di Yahya Sinwar, leader di Hamas ucciso da Israele, rivolto verso la Cupola della Roccia sul Monte del Tempio a Gerusalemme. La foto è accompagnata da una didascalia in inglese, ebraico e arabo che recita: «Nessun trasferimento se non a Gerusalemme», un chiaro riferimento alla proposta del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di reinsediare altrove i palestinesi. Durante la cerimonia organizzata da Hamas a Khan Younis il gruppo ha consegnato ai prigionieri un «regalo» da recapitare a Einav Tsengaukar, madre di Matan, ancora detenuto a Gaza: una clessidra con la scritta «Il tempo stringe». Qual è il significato di questo macabro gesto? Lo chiediamo a Elisa Garfagna esperta di comunicazione: «La clessidra rappresenta un potente simbolo del tempo che scorre inesorabile, un richiamo visivo alla lunga attesa al buio e alla sofferenza di Sagui Dekel Chen e degli altri ostaggi durante i quasi 500 giorni di prigionia. L’immagine di Yahya Sinwar, intento a fissare la Cupola della Roccia sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, non è solo una rappresentazione personale, ma di una collettività che fa del martirio una aspirazione. Sinwar, figura a cui sono devoti i miliziani di Hamas, diventa in questo contesto un’icona di lotta e «resistenza», un riferimento visivo che ci riporta ai momenti della guerra sul campo. Come a voler dire: «riprenderemo da dove abbiamo lasciato». Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, ha così commentato la liberazione degli ostaggi: «Oggi sono stati restituiti a Israele tre dei nostri rapiti: li accogliamo con un grande abbraccio. Anche questa settimana Hamas ha cercato di violare l’accordo e creare una crisi con false accuse. Grazie alle nostre forze dentro e intorno a Gaza e grazie alla dichiarazione inequivocabile del presidente Donald Trump, Hamas ha fatto marcia indietro e il rilascio dei rapiti è proseguito. Stiamo agendo in piena coordinazione con gli Usa per liberare tutti i rapiti - vivi e caduti - nel più breve tempo possibile e ci stiamo preparando con tutte le forze necessarie per proseguire, in ogni modo». Trump, ha espresso soddisfazione per la liberazione di tre ostaggi israeliani a Gaza. In un post sul suo social Truth ha sottolineato che ora spetta al governo israeliano decidere come procedere rispetto all’ultimatum da lui stesso fissato per il rilascio di tutti i prigionieri del 7 ottobre 2023: «L’ora della scadenza dell’ultimatum è fissata per le 12.00 (le 18.00 in Italia, ndr) di oggi (ieri, ndr) e Israele dovrà decidere come agire e gli Stati Uniti sosterranno qualsiasi decisione prenderanno». Netanyahu ha convocato ieri sera alle 18:00 (ora italiana) il gabinetto di guerra per discutere del cessate il fuoco a Gaza. Mentre andiamo in stampa il vertice è ancora in corso tuttavia, e secondo alcune indiscrezioni Israele, in accordo con gli Stati Uniti, vuole un nuovo scambio di ostaggi la settimana prossima e quindi si annuncia un nuovo braccio di ferro con Hamas. Sono clamorosi invece gli sviluppi di un’indagine annunciata ieri sera dallo Shin Bet sui legami tra membri dell’ufficio del primo ministro israeliano e il Qatar. L’annuncio segue la rivelazione che Eli Feldstein, durante il suo incarico come consulente per le comunicazioni e la strategia nell’ufficio del primo ministro, era contemporaneamente impiegato da una società internazionale finanziata dal Qatar.
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






