2021-06-04
L’ossessione rigorista del ministro spazzata via dalla spallata di Draghi
Mario Draghi e Roberto Speranza (Ansa)
L'uomo di Leu sconfessato da Palazzo Chigi: stallo sbloccato con l'intervento del premier.«È stato l'intervento diretto di Palazzo Chigi a sbloccare la situazione»: una fonte di governo rivela alla Verità che il tavolo tecnico di ieri sulla questione dei posti a tavola nei ristoranti non è stata una passeggiata, tutt'altro. La ricostruzione dell'accaduto è questa. Al tavolo si presentano i tecnici del ministero della Salute guidato da Roberto Speranza, quelli del ministero degli Affari regionali guidato da Mariastella Gelmini, quelli indicati dalla Conferenza delle Regioni il cui leader è il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga e quelli dell'Istituto superiore di sanità. I tecnici di Speranza non hanno alcuna intensione di mollare di un solo centimetro: per loro, il limite dei quattro commensali non conviventi non si tocca. Nessun passo indietro, né per i ristoranti al chiuso né per quelli all'aperto, che si trovino in zona gialla o bianca. Gli interlocutori sono letteralmente sbalorditi di fronte a tanta testardaggine. I tecnici indicati dalla Gelmini assumono un atteggiamento di dialogo, sperano che la situazione possa sbloccarsi con un po' di buon senso da parte di tutti, non vogliono dare luogo a uno scontro interno al governo. Niente da fare: i tecnici della Salute non mollano la presa. È la pattuglia di esperti inviati dalla Conferenza delle Regioni, a questo punto, a intervenire in maniera durissima: «Non possiamo», argomentano, «uscire da questa riunione senza dare una boccata d'ossigeno agli imprenditori del nostro paese». Niente da fare: i tecnici della Salute sono irremovibili. A questo punto, da Palazzo Chigi parte l'ordine di cambiare questa assurda regola, che lo stesso premier Mario Draghi giudica irrazionale e controproducente. Lo stallo si sblocca, si arriva alla soluzione. Speranza esce sconfitto su tutta la linea, ancora una volta, ma a quanto pare la cosa non lo smuove più di tanto. Il ministro della Salute, riferisce chi ha spesso modo di confrontarsi con lui, è convito che una parte degli italiani (pensionati, persone che escono poco di casa, cittadini ancora terrorizzati dal Covid) sia d'accordo sulla linea chiusurista sempre e comunque. Un piccolo orticello elettorale che Speranza coltiva attraverso la sua rigidità: del resto, per il suo partitino, Liberi e uguali, anche un punto percentuale guadagnato alle prossime elezioni rappresenterebbe un miracolo. Speranza, nell'anno e mezzo del Covid, ha avuto una esposizione mediatica impressionante: il suo ruolo di ministro della Salute lo ha portato a essere onnipresente sui media, e nel periodo più buio della pandemia la linea del rigore è stata sposata da una grandissima parte degli italiani. Il ragionamento politico di Speranza, quindi, è che mantenendo questa rigidità, alle prossime politiche il suo partito possa beneficiarne in termini elettorali. Una speranza, quella di Speranza, destinata a infrangersi contro uno scoglio chiamato realtà quando si andrà a votare per il rinnovo del Parlamento, infatti, che sia nella primavera del 2022 o peggio ancora in quella del 2023, la speranza (degli italiani) è che il Covid sia ormai un lontano ricordo. La ripresa di una economia ridotta in ginocchio, invece, sarà il tema di stringente attualità, ed è assai probabile che gli elettori ricorderanno assai negativamente le rigidità del ministro delle chiusure, l'uomo delle battaglie sistematicamente perdute.