2022-02-20
Ospedali nei guai: lasciati a casa migliaia di dipendenti immunizzati
Sanitari beffati: i prof e gli agenti possono lavorare. Dubbi su chi è già stato reintegrato.I medici che avevano scelto di non vaccinarsi contro il Covid-19 e che si sono contagiati, pur ottenendo al momento della guarigione il green pass (valido sei mesi), non possono tornare al lavoro. Almeno secondo la bizzarra risposta che il capo di gabinetto del ministero della Salute, Tiziana Coccoluto, ha inviato a una serie di quesiti posti dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo). La Verità aveva scoperto che gli Ordini dei medici a livello territoriale interpretavano la norma in modo differente da Regione a Regione. Tant’è che Fnomceo nella sua comunicazione (inviata il 27 gennaio scorso, la risposta è del 17 febbraio, ben 21 giorni dopo, durante i quali i guariti sono rimasti ancora in un limbo) parlava di «serio disorientamento» all’interno dell’Ordine dei medici. Il gabinetto del ministero della Salute, dopo essersi confrontato con l’ufficio legislativo, ha spiegato che tutto ruota attorno alla verifica dell’adempimento vaccinale. Se sulla piattaforma non compare la prova dell’avvenuta vaccinazione anti SarsCov2, guarigione o meno, non si viene riammessi. «Ciò che l’Ordine è tenuto ad accertare è lo stato di avvenuta vaccinazione», tuonano i burocrati del ministero nella loro risposta. Parole che rievocano quelle del sottosegretario Pierpaolo Sileri, quando disse che bisognava «rendere la vita difficile a chi non si è vaccinato per tutelare gli italiani». Per i medici guariti dal Covid, «la sospensione è efficace», afferma il capo di gabinetto della Salute, «fino alla comunicazione da parte dell’interessato all’Ordine professionale del completamento del ciclo vaccinale primario e, per i professionisti che hanno completato il ciclo vaccinale primario, della somministrazione della dose di richiamo». La guarigione, insomma, «in base alla normativa vigente (obbrobrio votato dal Parlamento, ndr)», non basta. E per dirla come i burocrati del gabinetto del ministero, non è «circostanza idonea a legittimare la revoca della sospensione». Il diktat ora è nero su bianco. E tutti dovranno adeguarsi. Ma una questione resta aperta: chi è stato reintegrato (perché il proprio ordine di riferimento ha ritenuto che bastasse la guarigione) verrà penalizzato e quindi di nuovo sospeso? Il gabinetto della Salute questo non lo esplicita. Le ultime statistiche parlano di 21.879 medici e odontoiatri ancora non vaccinati su 467.777 iscritti agli albi. Al 17 dicembre erano 61.357. Mentre quelli sospesi per non aver adempiuto all’obbligo sono 3.192. Un numero vicino a quello degli infermieri, categoria tra le più provate dall’emergenza: 3.800 quelli sospesi (dati di dicembre 2021). Nel frattempo la rinuncia al personale guarito dal Covid continua a mantenere le coperture occupazionali sotto il livello di guardia. E non poche Asl si sono viste costrette a fare ricorso ad affidamenti a cooperative private (che in alcuni casi in precedenza si occupavano di rifugiati e di accoglienza) per rimpiazzare gli assenti, con un reclutamento di personale che poi viene piazzato negli ospedali non sempre all’altezza. Per le altre categorie professionali che devono sottostare all’obbligo vaccinale, invece, la stessa regola sembra non valere. Gli insegnanti non vaccinati, infatti, se contraggono il Covid e guariscono, possono tornare in classe perché entrano in possesso del super green pass. Riprendono il loro posto di lavoro per sei mesi (ovvero per la durata del certificato verde). Poi, se lo stato d’emergenza dovesse essere prolungato, verranno di nuovo sospesi dal servizio. Sempre che nel frattempo non abbiano deciso di sottoporsi alla vaccinazione. Lo stesso dovrebbe valere per le forze dell’ordine, anche se le sigle sindacali fanno sapere che al momento a loro non è stato segnalato alcun caso di questo tipo. La Provincia di Bolzano, anche per gli insegnanti, riporta il quotidiano L’Adige, sembra aver chiesto lumi al governo. Ma, visti i tempi lunghi con i quali è arrivata la risposta alla Fnomceo, non potrà che aspettare.