2021-09-21
Ospedali e Rsa, le riaperture sono solo una chimera
(Michele Lapini/Getty Images)
Le visite dei parenti, pur se muniti di card, restano a discrezione delle strutture. Le associazioni denunciano disparità di trattamenti.Visite con green pass, ma a discrezione della struttura sanitaria. Il caos è servito per familiari e parenti di chi è ricoverato in residenze per anziani (Rsa) o in un reparto ospedaliero. La motivazione è nel testo del decreto green pass appena approvato dal Consiglio dei ministri. Per i ricoverati in ospedale è previsto che sia compito delle direzioni sanitarie garantire «la possibilità di visita da parte di familiari muniti delle suddette certificazioni verdi Covid-19 con cadenza giornaliera, consentendo loro anche di prestare assistenza quotidiana nel caso in cui la persona ospitata sia non autosufficiente». Per le Rsa, gli hospice e le Rsd (Residenza sanitarie per disabili), la cosa non è molto diversa. Il decreto Covid dovrebbe consentire visite giornaliere di 45 minuti agli ospiti di tali strutture da parte dei familiari e badanti muniti di green pass. In base a una circolare inviata alla commissione Salute della Conferenza delle Regioni, il ministero della Salute chiarisce che ai familiari deve essere consentito anche di prestare assistenza quotidiana nel caso in cui la persona ospitata sia non autosufficiente. Lo stesso documento chiede di assicurare «l'applicazione uniforme sul territorio nazionale» di tali norme e invita gli assessorati regionali a «effettuare controlli a campione sull'applicazione di tutte le misure, protocolli e linee guida adottati in materia». Tutto però è lasciato alla discrezionalità delle strutture, così l'applicazione di queste indicazioni è a macchia di leopardo non solo a livello nazionale, ma anche all'interno dello stesso ospedale. Ci sono reparti che permettono visite a giorni alterni, altri l'accesso quotidiano per un quarto d'ora o mezz'ora. Nelle Residenze per anziani la situazione è anche peggiore perché la degenza non si risolve nella media di una decina di giorni, ma di mesi e anni. Non sorprende che familiari e parenti dei 2,5 milioni di ospiti delle Rsa alzino la voce. «Chiediamo che il ministero della Salute invii i propri ispettori e i Nas a campione nelle Rsa italiane per verificare l'applicazione della legge, che le Regioni e i governatori facciano finalmente la propria parte e che le Ats emanino immediatamente le disposizioni applicative regionali», dichiara Dario Francolino, presidente di Orsan, il comitato di familiari dei ricoverati nelle Rsa, all'indomani dell'approvazione in Cdm del decreto green pass, che prevede anche la riapertura senza vincoli delle Residenze sanitarie assistite. «Con l'approvazione definitiva del cosiddetto decreto green pass», afferma Francolino, «speriamo si chiuda definitivamente una delle pagine più nere della storia delle Residenze sanitarie assistite in Italia, che ha dimostrato in modo plateale e drammatico l'inadeguatezza di questo modello assistenziale e dei sistemi ispettivi regionali di vigilanza e controllo». A difesa degli anziani, privati per lungo tempo degli affetti più cari, l'associazione Orsam annuncia battaglia per chiedere in Parlamento una commissione d'inchiesta sul comportamento delle Rsa italiane durante la pandemia tra febbraio 2020 e dicembre 2021 che resoconti quanto accaduto in questi sciagurati 18 mesi. Ma probabilmente si dovrà fare chiarezza anche sui «comportamenti ostili e i ricatti da parte di Rsa che», osserva Francolino, «ancora oggi minacciano i familiari, che invocano il rispetto della legge, di dimettere i propri congiunti e scacciarli dalle strutture. Un sistema omertoso che affligge strutture nate per assistere e diventate dei recinti equestri inaccessibili se non dietro consensi con il contagocce».
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