2023-08-06
L’Ordine dei medici di Genova smentisce Bassetti: «Archiviazione totale? Falso»
Matteo Bassetti (Imagoeconomica)
Il presidente Alessandro Bonsignore: «Le segnalazioni dei colleghi nei suoi confronti sono tutte al vaglio. Quello che dicono i suoi legali non mi interessa». Eppure la virostar esultava.Matteo Bassetti sbugiardato dal presidente dell’Ordine dei medici di Genova. Non è vero, infatti, come ha frettolosamente fatto sapere via social l’infettivologo lo scorso 2 agosto, che l’Ordine abbia archiviato tout court ogni procedimento disciplinare a suo carico dopo che è arrivata una segnalazione, due settimane fa, da parte di 119 suoi colleghi per tutta una serie di presunte violazioni del codice deontologico. «Purtroppo io non sono Bassetti che ha facoltà di dire quello che vuole, al di là che sia vero o falso. Bisognerebbe capire a quale situazione fa riferimento Bassetti, perché ci sono diverse situazioni che lo riguardano. Quello che dicono i suoi avvocati è un problema loro. Vengono scritte cose che non stanno né in cielo né in terra, come quella che l’Ordine non voglia procedere e che io sia in una posizione di sudditanza rispetto al professore. Lavoro nel suo stesso ospedale ma sono un medico legale, ricercatore di fascia B: il che significa che diventerò professore associato e sulla mia carriera Bassetti non può influire», dichiara, piuttosto infastidito, il presidente dell’Ordine di Genova, Alessandro Bonsignore, al quale, a questo punto, poniamo una domanda precisa. È dunque esatto affermare che i procedimenti a carico di Bassetti non siano tutti chiusi, ovvero che l’Ordine ci stia ancora lavorando? «Sì», risponde Bonsignore, «innanzitutto c’è un segreto istruttorio e comunque, siccome le segnalazioni sono varie e non si accorpano tra di loro, a meno che non siano riferite a un’identica situazione, nel momento in cui ne esiste più di una e che esse riguardano situazioni diverse, devono tutte essere vagliate una per una e c’è un preciso iter da seguire. Il tutto viene gestito, ai sensi dell’articolo 39 del codice, da parte della figura in seno al Consiglio che si occupa dei disciplinari, nel nostro caso il vicepresidente». Insomma, Bassetti non è affatto stato prosciolto in una settimana come ha voluto fare intendere: «Sono perciò rinfrancato del fatto che l’Ordine abbia deciso di archiviare il procedimento in soli sette giorni, senza alcuna conseguenza per il sottoscritto. Questo riconoscimento rappresenta per me un passo importante nell’ambito delle iniziative che, alla luce della campagna diffamatoria quotidianamente perpetrata ai miei danni, ho deciso di intraprendere per tutelare il mio nome e ripristinare la mia professionalità», aveva scritto Bassetti. Forse per scoraggiare ulteriori denunce? Oltre all’esposto presentato a metà luglio da 119 medici - a cui se ne sono aggiunti altri 57 - è infatti arrivata pure, in questi giorni, una querela contro di lui da parte del vignettista Beppe Fantin, a cui Bassetti ha sottratto una vignetta, per poi manipolarla e postarla su Facebook, salvo poco dopo rimuoverla, in cui augurava il campo di concentramento per no mask, no vax, no green pass, negazionisti climatici, come li chiama Bassetti e no it alert, vignetta su cui campeggiava la macabra scritta: «La libertà di pensiero non rende liberi». Ora, sulla questione della vignetta, che pare proprio istigare all’odio, è arrivata l’ennesima segnalazione: da parte dell’Adi, l’Associazione avvocatura infermieri, con una lettera indirizzata pure, tra gli altri, alla Comunità ebraica, oltre che all’Ordine nazionale dei medici e all’Ordine dei medici di Genova, a cui si chiede di radiare Bassetti. «Se c’è un’indagine penale l’Ordine attende le decisioni della magistratura», fa sapere Bonsignore a cui, insomma, lo scatenato Bassetti sta dando un gran daffare. Basta rileggere la denuncia presentata dai 119 per comprendere quanto sia spinosa la questione: Bassetti infatti ha denigrato colleghi, ha gioito per alcune radiazioni, ha chiamato attori i malati danneggiati dai sieri anti Covid protagonisti del documentario Invisibili, nonché ha consentito lo sfruttamento della sua immagine di primario e di professore universitario per campagne pubblicitarie, una delle quali per la ditta Facile ristrutturare (già nel mirino dell’Antitrust dopo un’inchiesta di Striscia La Notizia) che al momento dello spot stava peraltro rifacendo casa allo stesso Bassetti, il quale dunque non è chiaro a che titolo avrebbe girato lo spot (gratuitamente, per soldi o in cambio di uno sconto sul prezzo dei lavori?). A proposito degli spot, l’associazione Arbitrium, nata per «la tutela dei diritti inviolabili», ha pure scritto ieri all’università di Genova e alla Corte dei conti di Genova per verificare se Bassetti, come è previsto dalla legge, abbia chiesto o meno le autorizzazioni necessarie.