2023-01-15
«Ora Lardini punta a conquistare i giovani»
Il direttore creativo dell’azienda marchigiana Luigi Lardini: «I ragazzi chiedono emozioni, capi che scatenino curiosità. Adesso non va più lo stretto e stanno tornando il doppiopetto e l’abito, ma portati in modo diverso, meno formale, con un dolcevita o una t-shirt».«Il brand Lardini è in profonda evoluzione con nuovi progetti, sia in termini di collezione che d’immagine. Il nostro team dell’ufficio stile è costituito da ragazzi giovani e intraprendenti, pronti al cambiamento e alla ricerca di un prodotto che si avvicina sempre più a un consumatore giovane e attratto dall’esclusività. Oggi per Lardini l’eleganza è sinonimo di giacca o abito, ma rappresenta un nuovo modo di essere, un nuovo piacere di vestire come un impulso dell’animo. Elegante ma anche informale, l’uomo Lardini resta fedele a se stesso ma sempre attuale e al passo con quello che il mercato richiede». Luigi Lardini, direttore creativo del brand di famiglia, racconta e si racconta in quelli che sono i grandi cambiamenti del brand nato a Filottrano negli anni Settanta grazie all’estro, al coraggio e alla creatività proprio di Luigi, cui si sono affiancati successivamente i fratelli Andrea (oggi presidente e amministratore delegato) e Lorena (direttore amministrativo). Un rinnovamento che comincia dalla scelta di presentare la nuova collezione a Milano lasciando il Pitti Uomo dopo tanti anni. «Crediamo in qualcosa di diverso, il settore dell’abbigliamento muta a grande velocità e anche noi cerchiamo di adeguarci ai grandi cambiamenti della nostra società. Una volta le generazioni duravano quindici anni, oggi in due anni tutto è cambiato. Un ragazzino di dodici anni è già molto diverso da uno di dieci. Bruciano il tempo».Per questo siete passati da Firenze a Milano?«Sì, per dare un’immagine diversa. Stiamo facendo tanti altri prodotti che seguono il mutare del modo di vestire, a volte piccoli accorgimenti come si usa nella nostra moda, a millimetri in fatto di abbigliamento maschile. Però il cambiamento è visibile. Continuiamo con il sartoriale ma presentiamo cose nuove, giovanili. Vogliamo aggredire il mercato giovane».Cosa chiedono i giovani?«Una emozione. Guardano a che un capo possa scatenare curiosità, una sensazione. La silhouette moderna si sta allargando. Non va più lo stretto, sta tornando il doppio petto e l’abito prima di tutto ma portato in modo diverso, non più giacca, camicia e cravatta, ma con una dolce vita o una t-shirt. Se vediamo oggi un uomo con pantalone stretto, giacca striminzita, camicia celeste, la cravatta e addirittura la cinta, che sta sparendo, guardiamo un modo di vestire antico e stantia che puzza di muffa. In certe linee stiamo eliminando anche il taschino».Di cosa siete più soddisfatti?«Stanno andando molto bene prodotti come la maglieria, le giacche in maglia. Abbiamo fatto notevoli modifiche che ci stanno dando parecchie soddisfazioni. Per questo sono convinto che il 2023 ci porterà ai vecchi fasti, con tanti sacrifici certo, ma la forza ancora c’è. Per due tre anni sono molto positivo. Senza la pandemia saremmo già in Borsa».A proposito di Borsa, avere scelto di presentare a Palazzo Mezzanotte in piazza Affari vuole lanciare questo messaggio?«Tutti i nostri progetti, a causa di quel che è successo, sono stati spostati. Con il 2022 siamo risaliti bene ma non siamo ancora pronti per la quotazione, faremo i programmi nel 2023 ma per due anni non ci muoviamo. La nostra intenzione è comunque quella di andare in Borsa». Milano è stato quindi l’approdo naturale.«La scelta di essere nel calendario della Camera Nazionale della Moda, che ringraziamo vivamente, con l’evento che si terrà questa sera, è la conferma dell’evoluzione che il brand Lardini sta intraprendendo e che intende rafforzare all’insegna del nostro Lardini «Evolving Elegance».Di cosa si tratta?«Della nuova collezione Fall/Winter 23-24, modalità con cui nominiamo il processo di rinnovamento del brand, in cui mantiene inalterata la narrazione di un gusto e di una raffinatezza che ci appartiene da sempre, ma che oggi conosce nuove forme. E poi Lardini Attitude: il new tailoring è black, rock, chic. Prendersi la libertà di cercare un altro ruolo alla sartoria e darle un twist un po’ hard e un po’ Eighties. E poi la linea Monotone, stesso colore dalla maglia alla tshirt al cappotto alla giacca al pantalone. Abbiamo perfino fatto ricoprire i bottoni con lo stesso tessuto. C’è anche il pantalone corto, il bermuda per l’inverno, imbottito, un ricordo di quando ero bambino. Un’ estetica per ogni generazione, un risultato raggiunto attraverso il consolidamento della produzione in tre linee che confermano, se ne avessimo mai dubitato, che la moda è un eterno ricominciare».Nuove aperture?«Abbiamo aperto sette negozi in Giappone di nostra proprietà. Il Giappone è un paese sul quale puntiamo da tempo. In Corea altri sette negozi che stanno andando bene. E possiamo contare su una buona selezione di clienti in Europa».