2018-10-13
Ora il modello illegale di Riace fa proseliti
Al festival Sabir, grande evento pro immigrazione sponsorizzato da Rai Sicilia e tenuto a battesimo da Leoluca Orlando, la Caritas sta organizzando una rete di Comuni decisi a imitare su altri territori l'esperienza (fuorilegge) di Mimmo Lucano. «Sull'accoglienza Riace è il simbolo di ciò che funziona e quello su cui noi lavoriamo è proprio questo, non far sì che un solo Comune funzioni ma che funzioni una rete di comuni. Vogliamo far capire che accogliere con intelligenza è una grande occasione di sviluppo economico e sociale. E che il modello non può essere emblematico ma diffuso, e cioè che i Comuni devono allearsi».La cosa più sorprendente è che ci sia ancora qualcuno convinto che l'accoglienza sia una questione di umanità e di buoni sentimenti. Perché ogni giorno che passa la realtà dimostra un fatto preciso: l'immigrazione di massa è un sistema criminale e alimentarlo significa contribuire a produrre disastri. Eppure, sembra che in questo Paese, quando si tratta di migranti, l'illegalità sia un modello da seguire. Prendiamo, per esempio, gli attivisti di Baobab, l'organizzazione che romana che fornisce alloggio e supporto ai clandestini. Ve li ricordate? Sono quelli che accompagnarono a Ventimiglia, con il pullman, alcuni degli stranieri sbarcati dalla nave Diciotti. Li portarono in un campo della Croce rossa vicino al confine con la Francia, così che potessero poi passare la frontiera, ovviamente in modo irregolare. Come prevedibile, nessuno ha pensato di denunciarli per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Completata la loro opera, se ne sono tornati a Roma e hanno ripreso a gestire il loro accampamento come più gradivano. Risultato: ci è scappato lo stupro. Lo ha denunciato una donna slovacca di 38 anni, che ha dichiarato ai carabinieri di essere stata aggredita, picchiata con un bastone e poi violentata da un tunisino ventenne. Ecco il risultato dell'illegalità: botte e violenza. Gli attivisti di Baobab, che si atteggiano a eroi dell'accoglienza, non hanno fatto altro che alimentare il degrado. Settimane fa, tutti hanno preso le loro difese dopo l'impresa riguardante i migranti della Diciotti. Qualcuno li ha persino celebrati, godendo del fatto che si fossero presi gioco di Matteo Salvini. Allo stesso modo, da giorni viene incensato Mimmo Lucano, il sindaco di Riace. È agli arresti domiciliari accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Secondo la Procura, organizzava finti matrimoni per consentire ai clandestini di restare in Italia. E non solo: a Riace, dicono gli inquirenti, i soldi dell'accoglienza venivano utilizzati per ristrutturare alcune case e persino un frantoio. Tuttavia, a difesa di Lucano si sono mobilitate le masse progressiste. Ora, che siano gli esponenti del Pd o personaggi come Laura Boldrini e Roberto Saviano a tessere le lodi del sindaco di Riace è grottesco ma non stupisce. È decisamente più preoccupante, però, che siano sindaci e amministratori a considerarlo un modello e a ispirarsi a lui. Ed è esattamente ciò che sta accadendo: sta nascendo una rete di Comuni decisi a mettere in pratica il modello Riace sul proprio territorio. L'iniziativa è stata presentata a Palermo, al festival Sabir, grande evento pro immigrazione sponsorizzato da Rai Sicilia e tenuto a battesimo da Leoluca Orlando, sindaco siciliano che in questi giorni fa di tutto per diventare un eroe dell'accoglienza. Non pago di aver offerto la bandiera di Palermo alla missione Mediterranea organizzata da Sinistra italiana, Arci e Ong varie (un'altra pagliacciata che flirta con l'illegalità), Orlando si è molto speso per Mimmo Lucano: «Quando saremo chiamati a rispondere del genocidio perpetrato in questi anni nel Mediterraneo, potrà essere orgoglioso di aver fatto scelte che hanno salvato vite umane e la dignità», ha detto commentando l'arresto. Come dicevamo, Leoluca Orlando non è l'unico amministratore a considerare un genio il sindaco di Riace. Al festival Sabir di cui sopra si sono presentati al popolo i «Comuni Welcome», così chiamati perché hanno intenzione di dare il «benvenuto ai migranti». Il gruppo è nato nel 2017, a lanciarlo sono stati venti piccoli Comuni (sotto i 70.000 abitanti) della Campania, da Benevento a Vitulano fino a Pietrelcina. Il Comune di Palermo partecipa in qualità di patrocinatore, ma a sostenere più di tutti la nuova rete è stata la Caritas di Benevento, diretta da Angelo Moretti. «Sull'accoglienza Riace è il simbolo di ciò che funziona e quello su cui noi lavoriamo è proprio questo, non far sì che un solo Comune funzioni ma che funzioni una rete di comuni», ha detto Moretti a margine del festival Sabir. «Vogliamo far capire che accogliere con intelligenza è una grande occasione di sviluppo economico e sociale. E che il modello non può essere emblematico ma diffuso, e cioè che i Comuni devono allearsi».L'obiettivo dei Welcome è chiaro: vogliono esportare il modello Riace nel maggior numero di città possibili. A questo scopo, hanno allestito un camper che, nelle prossime settimane, farà tappa in cento località, onde fare proseliti e spingere i vari amministratori ad aderire alla rete Sprar, proprio come ha fatto Mimmo Lucano. La logica è la seguente: visto che nel nostro Paese ci sono circa 5000 Comuni a rischio spopolamento, bisogna che tutti questi si mettano ad accogliere gli stranieri. Così, tramite il sistema Sprar arriveranno soldi pubblici destinati all'accoglienza e si potrà creare un'economia basata sulla presenza di migranti. Ovviamente, tutto ciò dovrebbe servire anche come forma di opposizione al governo. Angelo Moretti della Caritas, infatti, considera pericolosissime le politiche di Salvini e spiega: «Quello che ci preoccupa è che i Comuni non reagiscano, oggi più che mai bisogna reagire per non farlo diventare legge e bisogna reagire prima di tutto aderendo in massa al sistema Sprar». Già, bisogna reagire replicando ovunque il business dei profughi (o presunti tali), in modo che le piccole città possano vivere di assistenzialismo e che la Caritas medesima continui a incassare. Non passa giorno senza che nei centri profughi si segnali un caso di violenza: risse, omicidi, sequestri, ce n'è di ogni. Ma questo ai sindaci pro migranti non interessa: loro vedono l'opportunità di lucro e tirano dritto, sempre nascondendosi dietro le belle parole. Loro sono i «buoni», quelli che «restano umani». Sono buoni i parlamentari di sinistra che mettono in mare una barca per recuperare clandestini e ripristinare il servizio taxi nel Mediterraneo. Sono buoni i gestori del sistema Riace, anzi fanno «disobbedienza civile». Sono buoni gli attivisti di Baobab, che aiutano i poveri clandestini. Il cattivo, invece, è il governo che vuole smantellare il meccanismo criminogeno dell'invasione. Buono è chi difende l'illegalità, cattivo è chi cerca di ripristinarla. Intanto, violenze e illeciti non si fermano: se volete ringraziare qualcuno per questo, sapete a chi rivolgervi.