Omotransfobia, Pro Vita & Famiglia: «La libertà non va in vacanza! Il Ddl Zan sì»

Omotransfobia, Pro Vita & Famiglia: «La libertà non va in vacanza! Il Ddl Zan sì»
Ansa

«Il rinvio a settembre della discussione al Senato del Ddl Zan sia un tempo di riflessione. Il calendario del Senato dimostra quello che dicevamo da mesi, le urgenze sono altre. E ora grazie alla sensibilizzazione portata avanti nell'opinione pubblica da parte di tutti noi impegnati per le famiglie e per i bambini, non solo l'opinione degli italiani su questa norma liberticida è cambiata, ma anche quella del Parlamento sta evolvendo. Avanti così per vincere. La libertà non va in vacanza, il ddl Zan sì» ha dichiarato Toni Brandi presidente di Pro Vita e Famiglia dopo la discussione odierna sul Ddl Zan che ha portato a un nulla di fatto per ora.

«Noi continueremo con iniziative informative di ogni tipo nelle piazze e a informare sulla rete i genitori e gli italiani tutti, sulla pericolosità di introdurre bavagli alle libere opinioni e di portare certe tematiche sensibili nelle classi di ogni ordine e grado. Siamo convinti che tutti i cittadini abbiano gli stessi diritti e che tutti debbano essere tutelati contro la violenza, ma siamo altresì convinti che nessuno possa introdurre la propria ideologia nella mente dei nostri figli» ha concluso Jacopo Coghe, vice presidente di Pro vita e Famiglia.

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Il capo dell’Fbi negli anni del dem avrebbe trasmesso dei documenti riservati alla stampa per favorire Hillary Clinton nel 2016. Perquisita la casa di John Bolton, il falco che ruppe con il tycoon: anche lui avrebbe diffuso materiale sensibile attraverso un memoriale.
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Da Mosca filtrano le condizioni per fermare la guerra ma anche bordate contro il presidente ucraino «che finge di essere un leader». Donald Trump fa sapere: se la vedano loro. Intanto l’Ue sborsa altri 4 miliardi.
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In virtù del sostegno della Cgil e di una rete guidata dall’esponente pd Lamberto Bertolé, la fondazione di Nino Cartabellotta è entrata in 190 istituti superiori. Un’operazione da 380.000 euro, reperiti anche tramite una piattaforma Web.
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Pubblichiamo la quinta parte delle email ricevute in redazione legate alla vicenda del Nitag.

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