2025-06-05
Donnarumma (FS): «1200 cantieri al giorno, puntiamo a portare l’alta velocità anche sotto la Manica»
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Il direttore della Verità, Maurizio Belpietro, e l'ad del Gruppo FS, Stefano Antonio Donnarumma
Tra i protagonisti del panel dedicato a infrastrutture e digitale de Il giorno della Verità – l’evento organizzato oggi a Palazzo Brancaccio dal nostro quotidiano - c’è anche Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo FS. Intervistato dal direttore Maurizio Belpietro, Donnarumma ha affrontato con realismo e visione il nodo della modernizzazione del sistema ferroviario italiano, a partire da uno dei temi più caldi per i cittadini: la puntualità.
«Il 2024 è stato un anno critico, soprattutto nei mesi estivi - ha ammesso -. Ma già nella prima parte del 2025 i dati sono migliorati: la puntualità dei treni ad alta velocità è passata dal 74% al 79%, misurata nei 10 minuti dall’orario previsto». Il traffico regionale, ha spiegato, si comporta ancora meglio: «Siamo vicini al 90%. È come se fossero due campionati diversi».
I motivi dei rallentamenti? L’enorme mole di lavori in corso. «Siamo l’ente attuatore del Pnrr - ha ricordato Donnarumma - e nel 2024 abbiamo realizzato investimenti per 17,5 miliardi di euro, un record assoluto per il gruppo. Oggi abbiamo circa 1200 cantieri aperti ogni giorno in tutta Italia. Lavoriamo anche di notte, con tempi ridottissimi: quattro ore al giorno per aprire e chiudere ogni tratto, come un formicaio che si muove per chilometri». Il piano legato al Pnrr prevede investimenti per 25 miliardi di euro. «I lotti previsti saranno completati entro l’estate 2026 - ha precisato - ma alcune opere proseguiranno anche nel 2027». Tutti i lavori, ha aggiunto, riguardano sia le linee dell’alta velocità che quelle per il trasporto locale e pendolare. Donnarumma ha poi risposto a chi contesta l’espansione internazionale del gruppo: «FS è considerata una delle migliori aziende ferroviarie al mondo, abbiamo vinto premi internazionali, operiamo in 30 Paesi. Ci cercano perché siamo efficienti. Non si tratta di trascurare l’Italia, ma di valorizzare la nostra competenza anche all’estero».
Infine, l’annuncio ambizioso: «Stiamo partecipando alla gara per inserirci sulla tratta Londra-Parigi, sotto il tunnel della Manica. L’idea di vedere un Frecciarossa tra le due capitali europee nei prossimi 3 o 4 anni non è più fantascienza».
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2025-06-05
Ponte sullo Stretto, Salvini: «L’obiettivo è partire con i cantieri entro quest'estate»
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Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti a Il giorno de La Verità intervistato dal direttore Maurizio Belpietro sul Ponte sullo Stretto di Messina, treni, auto e centrodestra.
Il panel il ponte del futuro è condotto dal direttore Maurizio Belpietro e si apre in collegamento con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini che subito promette: «L’obiettivo è partire con i cantieri del ponte sullo stretto entro l’estate del corrente anno». Il direttore ricorda però che la Cgil ha cercato di fermare l’opera rivolgendosi all’Europa. «Da parte della Cgil quando entrano al ministero c’è un no a prescindere» commenta Salvini. «Giovedì e venerdì ho fatto gli incontri in prefettura con Confindustria, forze dell’ordine e i sindacati. A Messina la Cgil non c’era ed era fuori a sventolare. Fa un’opposizione partitica, pregiudiziale, ideologica e io penso che raccoglierà domenica e lunedì il frutto del suo pregiudizio ai referendum. Io conosco personalmente non solo iscritti Cgil, ma anche delegati Cgil che non ne possono più a questi no pregiudiziali a qualsiasi opera pubblica e non andranno a votare».
Sugli autovelox, a domanda del direttore, il Ministro spiega: « Ho chiesto all’Anci quanti fossero gli autovelox in Italia. Ancora non sappiamo quanti sono, dove sono e in che anno sono stati posizionati. Entro l’estate 2025 però bisogna concludere il censimento degli autovelox, se non verrà comunicata la loro esistenza vorrà dire che non esisteranno e i cittadini potranno fare ricorso».
A chi lo attacca quotidianamente sui ritardi dei treni chiarisce: «Oggi abbiamo il record storico di cantieri sulla rete ferroviaria e il record storico di traffico di treni in Italia. È normale che ci possa essere qualche problema di ritardo».
Infine sull'accordo sui nomi per le regionali del centrodestra : «Io conto che il centrodestra a giorni trovi la soluzione sui candidati per elezioni regionali. Garantire modello Zaia in Veneto sarebbe cosa buona e giusta».
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2025-06-05
Tasse e trasparenza in Vaticano. Consorti e Nuzzi a confronto sull’eredità finanziaria lasciata da Francesco
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Il professor Pierluigi Consorti, ordinario dell’Università di Pisa, e il giornalista e saggista Gianluigi Nuzzi
Trasparenza, tasse e rapporti con lo Stato italiano al centro del confronto tra Pierluigi Consorti e Gianluigi Nuzzi. Tra bilanci pubblicati ma patrimonio ignoto, calo delle offerte e il peso degli scandali, il Vaticano apre la fase Leone XIV.
Nel giorno della seconda edizione de Il giorno della Verità, a Palazzo Brancaccio si è tenuto un confronto dedicato a uno dei temi più delicati del rapporto tra Stato e Chiesa: la trasparenza finanziaria vaticana. A discuterne, il professor Pierluigi Consorti, ordinario dell’Università di Pisa ed esperto di diritto ecclesiastico e relazioni tra ordinamenti, e il giornalista e saggista Gianluigi Nuzzi, che da anni indaga le finanze della Santa Sede attraverso libri-inchiesta che hanno fatto molto discutere.
Con l’elezione del nuovo pontefice, Leone XIV, si apre una fase nuova per il Vaticano, ma anche per l’Italia, unico Paese al mondo ad avere una teocrazia come vicino di casa. «Storicamente - ha spiegato Consorti - la Chiesa cattolica è l’unica religione ad aver sempre mantenuto uno Stato, con l’unica parentesi tra il 1870 e il 1929. Questo rende il nostro rapporto unico e carico di implicazioni».
Sulla questione del baricentro geopolitico del pontificato, Consorti ha osservato che «l’Italia continua a guardare con forte attenzione a quanto accade in Vaticano. Anche se da Giovanni Paolo II in poi i pontefici non sono più italiani, Roma resta il centro fisico e simbolico del cattolicesimo». Tuttavia, ha sottolineato, il dualismo tra Santa Sede e Conferenza Episcopale Italiana è sempre più marcato, e non del tutto metabolizzato a livello culturale.
Il nodo centrale dell’incontro è stato però l’eredità lasciata da Francesco in termini economico-finanziari. «Dobbiamo guardare lontano - ha affermato Consorti – perché è stato Benedetto XVI a iniziare il percorso di trasparenza, poi proseguito con Francesco. Oggi i bilanci sono disponibili online, ma resta un punto opaco: non è noto quanto sia l’intero patrimonio della Chiesa». La «trasparenza a metà», secondo Consorti, nasce da un’abitudine antica: «La Chiesa ha una grande capacità di dire e non dire».
Il calo delle offerte è un altro dato che non può essere ignorato. «In Italia - ha spiegato il docente - pesa molto la sfiducia: i fedeli danno meno perché non capiscono come vengono usate le risorse. Ma anche il calo della partecipazione alla messa ha un peso. In altri Paesi, come gli Stati Uniti, il discorso è diverso: lì molte diocesi hanno visto prosciugarsi le casse per pagare risarcimenti legati agli abusi». Non poteva mancare un accenno ai rapporti tra Stato italiano e Vaticano, in particolare sul nodo fiscale. «L’Italia ha siglato un concordato nel 1929 che le riconosceva poteri di controllo anche sulla moneta. Il Vaticano è stato abile a svincolarsene, consolidando lo Ior e adottando standard europei». Sull’Imu, Consorti ha ricordato che «la Chiesa svolge molte attività non religiose, che secondo la normativa europea dovrebbero essere tassate. Ma l’Italia ha scelto di non farlo, anche per preservare il valore culturale di molti beni ecclesiastici».
In conclusione, sulla figura del nuovo papa, Leone XIV, il giudizio è cauto ma aperto: «È presto per dire che direzione prenderà, ma la prima impressione nel mondo cattolico è positiva».
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Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, al Giorno de la Verità su nucleare, bollette e revisione delle politiche energetiche europee.
«Il Consiglio dei Ministri ha licenziato il disegno di legge che a giorni dovrebbe arrivare in Parlamento, come detto dal Presidente del Consiglio». Parla della legge delega sull'energia nucleare il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, al Giorno de la Verità, intervistato dal condirettore Massimo De Manzoni. «Approvato il disegno di legge che io mi auguro possa vedere la luce per fine anno, ma i tempi li autodecide il Parlamento, poi ci sono 12 mesi per le norme attuative che devono vedere gli interventi nei vari settori». L'obiettivo, spiega, «è quello di creare il quadro giuridico per valutare, al momento opportuno, la ripresa di produzione dell’energia nucleare e poi i nuovi reattori». Si tratta degli small modular reactor. «Non si parla più di grandi centrali, il mondo sta dando verso una direzione diversa: quella dei piccoli reattori. La gente si chiede dove verranno verranno eventualmente installati, ma pensate ad esempio alle navi mercantili che sono a propulsione nucleare e non possono entrare nei nostri porti. In futuro avranno dei reattori da 20 Megawatt e dovranno poter entrare nei nostri porti». Il Ministro chiarisce in che modo si tutelerà anche il territorio: «Per rendere l’idea: una centrale da 300 Megawatt ha una produzione pari a 2.000-2.200 Megawatt di fotovoltaico, a cui vanno aggiunti gli accumuli. Questo vuol dire anche tutelare il territorio».
Sulle politiche energetiche europee, incalzato da De Manzoni commenta: «Nel 2020 le visioni erano un po’ esagerate, anche pensando alle idee sui motori delle auto. Il motore endotermico a emissioni zero - spiega - è la dimostrazione del fallimento dell’idiozia degli obiettivi per il 2035 che vietava il motore endotermico. In Europa bisogna tornare con i piedi per terra».
Infine sulle bollette: «Per 40 anni siamo stati dipendenti dal gas , ma ora i costi sono molto alti: vanno riequilibrate le cose pensando anche alle rinnovabili, ma non solo».
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