2020-06-21
Nuovo disastro Inps, in 134.000 senza la Cig
L'Istituto ha svelato quanti sono i lavoratori ai quali spetta l'integrazione causa Covid ma non hanno visto ancora un versamento Il numero sale a oltre 350.000 se si conta chi ha incassato solo una parte del totale previsto. Pasquale Tridico, però, continua a vantarsi.Non è passato molto tempo da quando Pasquale Tridico, presidente dell'Inps sosteneva che entro i primi giorni di giugno, il 12 per esattezza, tutte le richieste di cassa integrazione da parte dei lavoratori italiani sarebbero state evase.I dati diffusi però ieri dall'istituto che presiede dicono esattamente il contrario. Sulla base delle domande di integrazioni salariali Covid-19 regolarmente presentate, i lavoratori che non hanno ricevuto almeno un pagamento al 17 giugno sono 134.358. Come spiega l'Istituto nazionale di previdenza sociale, per la maggior parte (108.590) si tratta di domande ricevute a giugno. Sono invece 25.768 i lavoratori che non hanno mai preso almeno un pagamento, sulle domande presentate entro il 31 maggio. In più, sulla base di domande regolarmente presentate dopo il 31 di maggio, sono in attesa di essere pagati 356.939 lavoratori, che tuttavia hanno già ricevuto almeno un pagamento per i mesi precedenti. Sempre secondo l'Inps, in totale i beneficiari delle diverse prestazioni Covid al 17 giugno erano 11 milioni per una spesa complessiva di 15 miliardi. È quanto emerge dai dati di sintesi sui diversi tipi di bonus, congedi parentali, cassa integrazione, reddito di emergenza e reddito di ultima istanza.Insomma, in Italia oltre 134.000 famiglie non hanno ancora preso quello che gli spetta. Se non altro è possibile presentare da ieri domanda per la cassa integrazione in deroga con pagamento diretto dell'Inps con anticipo del 40% delle spettanze. «Oggi è partito (ieri, ndr), nella disattenzione di tutti, il nuovo modello di domanda della cassa integrazione in deroga direttamente all'Istituto. E soltanto oggi (sempre ieri, ndr) abbiamo ricevuto più di 2.000 domande di Cig in deroga dopo cinque ore dall'attivazione», ha sottolineato Pasquale Tridico, nel corso della videoconferenza promossa dalla Cisl Fp. «E sempre oggi (ieri, ndr) abbiamo attivato l'anticipazione del 40% della Cig», evidenzia il numero uno dell'Inps.Intanto, secondo i dati dell'ente, è record assoluto di ore di cassa integrazione autorizzate: in due mesi l'istituto di previdenza ha autorizzato 1,68 miliardi di ore di Cig con causale Covid. Si tratta interamente, anche a maggio, di ammortizzatori per l'emergenza relativi al decreto Cura Italia, cioè le prime 9 settimane previste. A maggio sono state autorizzate 849,2 milioni di ore. Si tratta, però, di ore autorizzate ma che in gran parte che devono essere ancora pagate. «Oggi», si legge nel messaggio dell'Inps diffuso ieri, «saranno rilasciate le funzionalità relative alla nuova domanda Inps di richiesta della cassa integrazione in deroga, quelle relative alla domanda di anticipazione da parte dell'Inps dei trattamenti di integrazione salariale richiesti dall'azienda con pagamento diretto, nonché la nuova versione della procedura “Nuova gestione dell'istruttoria per domande Cigo"». Le domande di cassa integrazione devono essere spedite, «a pena di decadenza, entro la fine del mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensione o di riduzione dell'attività lavorativa». Per consentire un progressivo adeguamento al nuovo regime, il decreto 52/2020 stabilisce che, «in sede di prima applicazione della norma, i termini sono spostati al 17 luglio 2020 (trentesimo giorno successivo a quello di entrata in vigore del decreto legge) se questa data è posteriore a quella prevista per la scadenza dell'invio delle domande». Le istanze, invece, riferite ai periodi di sospensione o riduzione dell'attività lavorativa che hanno avuto inizio nel periodo ricompreso tra il 23 febbraio e il 30 aprile devono essere spedite, a pena di decadenza, entro il 15 luglio 2020. La data di scadenza per la presentazione delle domande, insomma, vale solo per i lavoratori, l'Inps può pagare quando crede.Secondo la nota diffusa ieri dall'Inps, insomma, i pagamenti sarebbero quasi tutti in regola, ma in realtà non è così. Come ha già scritto sulla Verità di ieri Paolo Del Debbio, c'è un dato ad oggi che appare molto preoccupante: sarebbero ben 1.213.433 gli imprenditori che hanno anticipato di tasca loro la cassa integrazione per i loro lavoratori. Il che significa che, non avendo potuto incassare nulla, molti di essi hanno messo soldi di tasca propria. Mancano infine 271.000 lavoratori che rientrano nella categoria dei fondi di integrazione salariale, appartenenti anch'essi a categorie non normalmente coperte dalle forme tradizionali della cassa integrazione. Si tratta di 1.221.708 lavoratori.La situazione appare ancora più preoccupante se si sommano i lavoratori che hanno ricevuto la cassa integrazione dalle imprese e non dallo Stato e quelli che la cassa integrazione non hanno ancora vista. Si tratta di 2 milioni e 435.141 lavoratori. Sembra dunque che l'Inps continui a fare le «orecchie da mercante» facendo perlopiù promesse che sembra non mantenere nei tempi stabiliti. Intanto gli imprenditori pagano di tasca loro e la situazione peggiora di giorno in giorno.