2021-07-13
«Noi musulmani diciamo no al ddl Zan. La sinistra ci usa»
L'autorità del mondo islamico italiano Davide Piccardo : «Questa norma viola la libertà religiosa e di espressione. Si deve parlare con la destra»Davide Piccardo è una personalità nota dell'islam italiano. È stato portavoce del Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano, e ora è direttore editoriale del quotidiano online La luce. Piccardo, fra i musulmani italiani sembra essersi sviluppato un robusto dibattito sul ddl Zan. Qual è la sua posizione su questo testo?«Sì, la questione è divenuta centrale nel dibattito politico e già questo rende bene l'idea di quale sia il valore ideologico della norma, in quanto non c'è nessuna emergenza reale impellente mentre il Paese è prostrato da un anno e mezzo di grave crisi economica. Ovviamente noi musulmani non potevamo esimerci dall'interessarci al ddl in quanto la proposta si interessa a noi, quindi ne abbiamo parlato molto sul giornale».E quando si interessa a voi?«Lo fa quando si propone di censurare i legittimi convincimenti etico-morali dei credenti su ciò che sia giusto o meno, venendo meno così sia in generale alla tutela della libertà di espressione sia in particolare a quella della libertà religiosa».Insomma non le piace proprio.«Si tratta di una proposta con chiare finalità ideologiche, l'ennesimo tassello di un progetto che mira a trasformare la nostra società in gender fluid e a minare alla radice ciò che consideriamo indispensabile all'equilibrio della nostra vita. Non si tratta di non avere rispetto civile verso chi fa determinate scelte sessuali, bensì di rifiutare un impianto ideologico che in questo caso si vuole promuovere subdolamente con la scusa di contrastare le discriminazioni. Il nostro ordinamento dispone di tutti gli strumenti giuridici per farlo. Il ddl Zan vuole imporre per legge una concezione di società basata su concetti confusi, su cui non c'è nessun consenso nemmeno nella comunità scientifica».Un esempio?«Il concetto di identità di genere. Il ddl, poi, sul piano giuridico è un obbrobrio perché confligge con diritti gerarchicamente superiori come quello alla libertà di espressione e di religione ad esempio. Parliamo di una legge pensata per censurare. La cosa più inquietante forse però è questo desiderio di entrare a tutti i costi nelle scuole per iniziare a inculcare questa concezione ideologica nei bambini. La nostra è una società laica e plurale e su questo serve libertà educativa, sono le famiglie che devono decidere, non l'onorevole Zan».Il fatto che abbiate queste idee immagino vi crei un po' di problemi con la sinistra italiana. È così?«I problemi tra i musulmani e la sinistra europea sono diversi, in Francia ad esempio abbiamo un laicismo esasperato con la paranoia di tutto ciò che sia in odore di fede in politica, in Italia la Chiesa ha senza dubbio avuto un ruolo positivo nell'evitare questa deriva. Però la sinistra italiana, avendo abdicato al suo ruolo sociale, è succube di tutto ciò che viene propinato da Oltreoceano in termini di ideologia arcobaleno, politicamente corretto e disgregazione di tutto ciò che è sacro e tradizione. Così facendo rincorre, spesso incoscientemente, modelli che distruggono le basi stesse su cui posano la famiglia e l'equilibrio dell'essere umano. Questo è un problema che sta emergendo con sempre più forza per noi, perché fino ad ora parte della comunità ha dato per scontato che la sinistra fosse l'unico approdo possibile, questo in virtù del fatto che a sinistra ci sono certamente valori positivi, come quello dell'accoglienza ma ci si rende conto oggi che spesso si tratta di un'apertura molto condizionata. In sintesi: va bene l'esteriorità dei musulmani ma non i valori di cui sono portatori, solo che l'islam non è una scelta alimentare o una questione di look».Come mai le associazioni musulmane non vengono coinvolte pubblicamente nella discussione su temi come il ddl Zan? Le dico la verità: ho la sensazione che la «minoranza islamica» faccia comodo al discorso dominante solo quando parla di razzismo, immigrazione o temi di questo genere. Sul resto non dovete toccare palla.«Il dibattito è stato abbastanza monopolizzato dalle forze politiche, come capita quasi sempre, la Chiesa è riuscita a intervenire grazie alla sua forte presenza nella società ma per farsi sentire con forza ha dovuto scomodare il Vaticano e la questione del Concordato, che significa che è sceso in campo direttamente il Papa. Detto ciò, da un lato parte della nostra comunità è intimorita, molti temono il giudizio soprattutto di coloro che in qualche modo in questi anni li hanno tollerati. La nostra condizione non è facile, si vive con lo stigma del potenziale terrorista e uno fa volentieri a meno di passare anche per omofobo. Questo fenomeno riguarda soprattutto gli stranieri che vivono spesso una sorta di complesso, ciò che sta succedendo ora però è che i musulmani nati qui siano più esigenti».Cioè?«A loro interessano meno le parole della sinistra sull'immigrazione e di più il futuro dei propri figli a scuola quindi le contraddizioni stanno emergendo. Infatti la commissione Giustizia del Senato ha coinvolto nel dibattito parlamentare sulla proposta anche l'Unione delle comunità islamiche in Italia, che ha espresso una posizione molto critica sul ddl».Quest'ultima notizia però ha avuto pochissima pubblicità. «Penso che ovviamente a sinistra non faccia comodo per niente che si sappia che i musulmani sono contrari al ddl Zan ma quasi sempre anche al matrimonio gay, per non parlare di utero in affitto. Mentre a destra si vuole continuare a dipingerci come incompatibili con la società occidentale e desiderosi di conquista in modo da capitalizzare elettoralmente la paura indotta. Noi il nostro lavoro intellettuale lo portiamo avanti comunque, seminiamo e vediamo che qualcosa sta germogliando».Diciamo che anche voi, a volte, ci mettete del vostro... In ogni caso c'è un curioso paradosso. Il ddl Zan interviene sulla legge Mancino. Se passasse voi musulmani vi trovereste in una singolare condizione. Da un lato di vittime (di islamofobia). Dall'altro però rischiereste accuse pesanti di omofobia. O sessismo.«Esiste già il reato di istigazione all'odio religioso, per il resto io credo che si debba essere liberi di criticare l'islam e le altre fedi sempre all'interno di certi limiti che sono la blasfemia e l'istigazione all'odio, non mi sembra che andiamo a guadagnare molto con questa legge anche perché poi le leggi si fanno applicare in base al clima culturale che c'è nel Paese. Se domani l'imam, parlando della famiglia nel sermone del venerdì, dice che due uomini non sono una famiglia e non hanno diritto di comprarsi un bambino rischia di essere processato. Già oggi succede che adolescenti vengano sottratti ai genitori perché questi cercano di dargli un'educazione tradizionale, ci sono molti pregiudizi sulle famiglie musulmane, pregiudizi che pagano le famiglie più vulnerabili. Domani potrebbe succedere, come avviene in Canada, che un dodicenne viene tolto alla famiglia perché vuole cambiare sesso e lo Stato lo aiuta a farlo». Una provocazione: lei crede che i musulmani italiani dovrebbero avvicinarsi alla destra?«Io credo che dovremmo smettere di avere inutili pregiudiziali e dialogare anche con la destra sì, dialoghiamo giustamente con la sinistra, con i cattolici in generale, credo che ci sia un ampio terreno valoriale su cui si possa lavorare, per ora questa possibilità è piuttosto preclusa da un timore verso l'islam che sembra endemico nella destra, ma le cose potrebbero anche cambiare, servirebbe dismettere il linguaggio di guerra e ricordarsi che ad esempio in Italia i musulmani sono 2,5 milioni e sono destinati a restare e ad aumentare e non si può fare politica contro una parte della società. Un dialogo è imprescindibile».
La commemorazione di Charlie Kirk in consiglio comunale a Genova. Nel riquadro, Claudio Chiarotti (Ansa)
Il food è ormai da tempo uno dei settori più di tendenza. Ma ha anche dei lati oscuri, che impattano sui consumatori. Qualche consiglio per evitarli.
Charlie Kirk (Getty Images)