2022-02-06
No vax incolpati delle morti di cancro. Però i malati sono dimenticati da anni
Per Licia Ronzulli i non vaccinati tolgono le cure ai casi oncologici, condannandoli. In realtà, a far salire i decessi sono esami e interventi cancellati dal 2020. E i tagli alla sanità, fatti pure dai governi sostenuti dall’azzurra...Mentre molte virostar stanno vivendo il loro 8 settembre personale, limandosi le zanne e cercando di assumere toni più concilianti rispetto al passato, nel folto della giungla s’aggira ancora qualche irriducibile Viet Cong che proprio non vuole rassegnarsi alla fine delle ostilità. Anzi, fa di tutto per alimentarle, privandosi così della dignità che sempre s’addice ai combattenti sconfitti. Intorno sono in tanti a smantellare l’artiglieria: persino alcuni dei più accaniti talebani sanitari hanno iniziato a spuntarsi la barba, al fine di rendersi più presentabili nel caso di un ritorno alla convivenza civile. Ma nella Cattedrale Sanitaria ci sono ancora zeloti che proprio non accettano di mollare potere e visibilità conferiti dall’ossessione virale.Tra i tanti c’è Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia. Sin dall’inizio l’esponente azzurra ha inteso qualificarsi come una delle più inflessibili castigatrici di non vaccinati, solo che nel tempo la sua concezione di «no vax» si è estesa fino a ricomprendere chiunque fosse in disaccordo con lei. Nei dibattiti non ha mai voluto sentire ragioni: a chi le citava il British Medical Journal obiettava che fosse semplicemente «un giornale», nemmeno si trattasse del Papersera. A chi le ricordava le dichiarazioni dell’Oms replicava che dell’Organizzazione mondiale della sanità lei non si fidava granché. A chiunque provasse a porle una pur paca obiezione rispondeva con attacchi belluini (ne sa qualcosa chi scrive, che si è sentito accusare di essere prezzolato e di avere morti sulla coscienza). Poco male: ad attaccare i giornalisti sono in tanti, e qualche volta ci azzeccano pure, tanto più che ciascuno ha il diritto di esprimere le proprie opinioni, anche quando rifiuta di considerare quelle altrui. La faccenda si fa un filo più complicata, tuttavia, quando si esce dalla diatriba catodica (più o meno sgradevole) e si entra nella vita delle persone e delle famiglie; quando si passa dal giochino politico-mediatico a giocare con la pelle e la carne viva degli individui.Ed eccoci al punto. Venerdì si celebrava il World Cancer Day, la giornata mondiale contro il cancro. La senatrice Ronzulli si è giustamente ricordata dell’iniziativa e ha pubblicato una dichiarazione su Twitter in parte molto condivisibile e giustamente preoccupata. «Oggi il cancro si può sconfiggere, soprattutto con diagnosi tempestiva», ha scritto. «Purtroppo l’emergenza sanitaria ha causato a livello europeo il rinvio di oltre 100 milioni di screening». Si fosse fermata qui, avremmo condiviso ogni lettera delle frasi dell’esponente azzurra. Il problema è che la senatrice ha continuato: «Con qualche no vax in meno si sarebbero potuti salvare molti malati di cancro». Non paga, la Ronzulli ha ribadito il concetto anche in tv: «Solo nel 2020 sono saltati 400.000 interventi di pazienti oncologici. Più di un anno fa non avevamo i vaccini, oggi ci sono e non è più accettabile che chi è malato di cancro non venga curato perché al suo posto in terapia intensiva c’è un no vax».In queste frasi troviamo una duplice ingiustizia. Intanto, si inveisce contro una minoranza accusandola esplicitamente di causare la morte di molte persone. In questo modo non soltanto si contribuisce a diffondere una falsità, ma si alimenta l’odio e si esprime una concezione peggio che medievale della medicina. Non solo: si approfitta di una giornata dedicata alla lotta contro il cancro per fare politica, tirando in ballo i no vax laddove non c’entrano al solo fine di coprire le gravi mancanze della sanità italiana. Daniela Bianco, responsabile Healthcare di The european house-Ambrosetti, ha fornito sul Sole 24 Ore qualche dato interessante: «La pandemia ha fatto registrare un drammatico rallentamento delle attività di screening: dal monitoraggio condotto nel 2020 emerge, ad esempio, un calo mediano del 45% del volume degli screening mammografici, cui sono corrisposti circa 3.300 diagnosi di carcinomi mammari in meno, e una riduzione del 7,7% degli interventi chirurgici per tumore alla mammella di priorità A». Le date parlano chiaro (e del resto le cita anche la Ronzulli): la sospensione degli screening utili a scovare i tumori risale a ben prima che il vaccino fosse disponibile.Non per nulla La Verità si era già occupata più volte del triste argomento. Il 14 maggio del 2021, ad esempio, la nostra Maddalena Guiotto riportava ampi stralci del Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, e notava come nel 2020 fossero stati «posticipati praticamente tutti gli interventi per tumori alla mammella e alla prostata e tre quarti di quelli al colon retto».Le questioni da approfondire sono varie. Per prima cosa, è allucinante sentenziare che un malato tolga posto a un altro. Se ragionassimo così dovremmo rifiutarci di curare, tanto per dire, i ragazzini che si rompono le gambe sullo skateboard e «tolgono il posto» a qualcun altro al pronto soccorso. Oggi le terapie intensive in Italia sono piene al 15% e i reparti ordinari al 29%, però i problemi con gli screening e le visite li abbiamo avuti anche quando le rianimazioni erano semivuote. E rimarrebbero pure se eliminassimo tutti i no vax. Stando ai dati Iss più recenti, infatti, i vaccinati ricoverati in intensiva sono 1.228, quelli nei reparti ordinari 24.424. Anche loro tolgono il posto ai malati di cancro (alcuni dei quali, per altro, purtroppo contraggono il Covid)? Come si fa a sostenere che qualcuno si sia «andato a cercare» una malattia grave?Semmai, un grave problema causato dal Covid è proprio la fissazione al limite della patologia. Giova ricordare che abbiamo avuto un viceministro (poi sottosegretario) alla Salute, Pierpaolo Sileri, il quale più volte ha affermato che il virus fosse più pericoloso del cancro. Una dichiarazione non soltanto falsa, ma pure indicativa del fatto che - dal 2020 a oggi - il Covid ha occupato ogni pensiero. Ci si concentra solo su quello e si trascura tutto il resto, pazienti oncologici compresi. In nessun altro Stato europeo esiste una psicosi così violenta, e soltanto da noi si sentono a ripetizione discorsi su «colpevoli» e «untori».Chiunque abbia dimestichezza con i reparti di oncologia o ematologia negli ultimi tempi ha potuto sperimentare sulla propria pelle il peso tremendo di questo delirio covidesco: liberarcene e non alimentarlo sarebbe un modo per aiutare i malati. Ai pazienti oncologici, inoltre, gioverebbe un vero aumento dei posti letto, dei medici e degli infermieri (che il governo non ha realizzato). Soprattutto, ad essi gioverebbe l’approvazione - più volte sollecitata dai medici - di un nuovo Piano oncologico nazionale. L’ultimo disponibile risale al 2016, e non è mai stato aggiornato. Perché non se ne sono occupati i vari governi sostenuti anche dalla Ronzulli? Chissà, forse perché erano impegnati a tagliare la sanità.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.