2019-01-29
Nella gara a chi perde più voti, i democratici sono in rimonta
Nel Pd non sanno più cosa inventarsi per perdere le prossime elezioni europee. La botta del 4 marzo dello scorso anno non è bastata a sotterrare il gruppo dirigente e neppure tutte le città regalate alla Lega alle precedenti amministrative. E allora, nella speranza di consegnare quel che resta del serbatoio di voti del più glorioso partito della sinistra, hanno deciso di impegnarsi a fondo, facendo la spola fra la costa e la Sea Watch, nave di una Ong tedesca, che batte bandiera olandese e che è carica di immigrati africani. Già, perché al Partito democratico di ciò che pensano gli italiani non importa un bel niente. Però Martina e compagni sono massimamente interessati al giudizio dei volontari dell'associazione teutonica. E pure alle opinioni degli olandesi. Per non dire poi di come tengono in considerazione le reazioni dei vari senegalesi, ghanesi, maliani e di tutti gli altri profughi a bordo del traghetto proveniente dalle coste libiche. Al Nazareno non si parla di quei milioni di voti regalati ai 5 stelle e nemmeno di come affrontare il problema di quei cinque milioni di poveri che non sanno come mettere insieme il pranzo e la cena. No, gli eredi del glorioso Partito comunista non si occupano delle classi deboli e neppure delle misure che ne possano alleviare le pene. A loro fa schifo il Reddito di cittadinanza, perché la ritengono una misura smaccatamente clientelare e preferiscono operazioni tipo il bonus da 80 euro oppure i 500 euro regalati a ogni diciottenne, che ritengono, essendo rivolte al ceto medio che lavora e studia, chic. Dunque, disgustati dalle iniziative per i poveri italiani preferiscono dedicare le loro attenzioni ai 47 extracomunitari a bordo della Sea Watch. Martina, il segretario autoreggente, per l'occasione ha perfino trasferito mezzo partito in Sicilia, con l'intenzione di salire a bordo della nave e di trasformare lo stesso Pd in un partito di profughi. L'ideona però gli è stata fregata da Stefania Prestigiacomo, la parlamentare di Forza Italia più nota per le immersioni subacquee con Gianfranco Fini che per l'emersione della sua attività politica. Zitta zitta, mentre Martina pianificava lo sbarco in Sicilia manco fosse quello in Normandia, l'ex ministro dell'Ambiente nel governo Berlusconi è salita a bordo di un gommone e insieme a Nicola Fratoianni di Sinistra italiana ha timonato verso lo scafo della Sea Wacth. Le fotografie la ritraggono con una giacca marittima firmata mentre fa visita ai migranti: una missione di grande impatto e soprattutto di grandi polemiche, perché non pare che tutti, dentro Forza Italia, abbiano gradito la passeggiata in compagnia di un esponente della sinistra più radicale. Sta di fatto che allo smunto segretario del Pd non è rimasta altra alternativa che rimanere sulla banchina, in attesa del prossimo gommone. La sfortuna vuole che, a causa dell'andirivieni dalla nave dei migranti, la capitaneria di porto ha deciso di impedire le visite, attuando una specie di blocco navale. Risultato, il povero Martina, che sperava almeno in una citazione nei tg della sera, si è visto negare il passaggio in barca. Lui e i suoi, per non perdere l'occasione della passerella, a questo punto si sono rivolti alla prefettura e dopo una trattativa hanno forzato il blocco, rischiando addirittura un avviso di garanzia (loro dicono di essere indagati, sperando che almeno questo meriti un titolo nel notiziario delle 20). Davide Faraone, renziano di ferro oltre che plenipotenziario Pd in Sicilia, ha rilasciato dichiarazioni esultanti, convinto di avere espugnato la Guantanamo d'Italia. Dal ponte di comando della Sea Watch, dunque, la delegazione piddina ha intimato a Matteo Salvini di far sbarcare tutti gli extracomunitari a bordo, minacciando un ricorso al tribunale. Che nessuno sia in grado di spiegare perché la nave della Ong, invece di portare i migranti nel primo porto sicuro, cioè a Tunisi, li abbia portati in Italia, senza neppure fermarsi a Malta, ai compagni del Pd appare un dettaglio. Per loro i 47 stranieri non sono persone usate dalla Ong per esercitare un'indebita pressione sul nostro Paese, ma ostaggi di Salvini. Il perché è ovvio: se c'è da schierarsi contro l'Italia o a favore del suo governo, il Pd non ha esitazione e sceglie sempre la prima alternativa. Anche quando abbiamo ragione siamo noi ad avere torto, sia quando eravamo contrari alla guerra in Libia, sia ora che cerchiamo di limitare i danni di ciò che la sinistra ha provocato. A questo punto, però, io un'idea l'avrei. Visto che Martina e i suoi, appena c'è un migrante all'orizzonte, si precipitano sui gommoni per soccorrerlo, perché non si trasferiscono direttamente in Africa a esercitare la loro missione? Un esperto, del resto, ce l'hanno, ossia quel Veltroni l'Africano che da anni dice di voler partire per il continente nero. Anzi, partano tutti, con i loro gommoni. Facciano il viaggio all'incontrario. E vedremo come saranno accolti.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)