2023-06-18
Nardella fa l’eroe: «Merito nostro». Ma il Comune non ha mai fatto nulla
Nuovo sopralluogo nel garage: ora le indagini si spostano sulle tracce del dna di Kata.Otto giorni dopo la scomparsa della piccola Mia Kataleya Chicllo Alvarez detta Kata, cinque anni, peruviana, l’ex hotel Astor di via Boccherini, nel quartiere fiorentino di Novoli, stabile che è diventato il simbolo dell’occupazione abusiva tollerata dall’amministrazione dem di Dario Nardella, è stato sgomberato. Ma solo dopo il sequestro preventivo disposto dalla Procura di Firenze. I sopralluoghi compiuti dalla polizia giudiziaria il 28 maggio scorso a seguito del tentato omicidio di un cittadino dell’Ecuador che, come ha ricostruito La Verità, precipitò da una finestra del terzo piano del palazzo, e ora l’ipotizzato sequestro della piccola Kata, «hanno confermato la presenza nell’immobile di numerosi nuclei familiari», sentenzia la Procura che, ieri, per l’ipotesi di reato di «invasione di edifici», ha disposto il sequestro preventivo. «Sussiste il pericolo», è questa la motivazione del provvedimento giudiziario, «che il protrarsi della condotta criminosa impedendo i necessari e urgenti lavori di ristrutturazione e messa a norma dell’edificio, agevoli o protragga le conseguenze del reato contestato o agevoli la commissione di altri reati». Ci sono volute nove ore per tirare via le due comunità che, si sospetta, sono entrate lì tramite dei capetti che gestirebbero il racket degli alloggi. Lega e Fratelli d’Italia in consiglio comunale hanno ingaggiato da tempo una battaglia per lo sgombero, ma l’amministrazione dem ha sempre ignorato i pericoli annidati in quella struttura sin dal mese di ottobre dello scorso anno, quando vi entrarono 54 persone suddivise in 17 nuclei familiari. Neppure un censimento successivo era mai stato fatto. La Verità il 31 maggio scorso era riuscita a ricostruire che nello stabile vivessero ormai in più di cento, suddivisi in due comunità: una di latinos e l’altra di romeni. Numeri che ora vengono confermati ufficialmente, al rialzo: 110 occupanti abusivi. Nardella non ha fatto altro che individuare quattro strutture d’accoglienza nelle quali far confluire gli ex dell’Astor. E dopo un tentato omicidio e un rapimento, il sindaco prova pure ad appuntarsi al petto una medaglia: «La mia amministrazione ha fatto 62 sgomberi, uno ogni 50 giorni. La nostra posizione è chiara: non c’è solidarietà, non c’è accoglienza senza legalità». Dopo il primo debole tentativo di intervento nell’immediatezza dell’occupazione, però, la voglia di legalità di Nardella si è subito arenata. Ora, con un goffo tentativo di rivoltare la frittata, invece, afferma: «Non è certo questo il momento di recriminare e di fare polemica, ci sarà il tempo per capire tutto». Mentre il senatore Matteo Renzi, che probabilmente ritiene di avere ancora un conto aperto con i magistrati che avevano cercato di impallinare i suoi parenti sul campo giudiziario, se ne è uscito fuori con una interrogazione «per sapere quali siano le ragioni che hanno indotto la Procura di Firenze a non procedere per tempo allo sgombero dell’ex hotel Astor di Firenze». Dimenticando l’inerzia dell’amministrazione comunale.I parenti della piccola Kata, per ragioni di sicurezza, erano già stati trasferiti tre giorni fa dall’Astor. Miguel Chicllo, il papà di Kata, che nel frattempo ha assunto il generale Luciano Garofano come consulente, sarebbe anche andato in un campo rom alla periferia di Firenze per cercare sua figlia.Nel frattempo sono state delegate anche indagini al Ros dei carabinieri, con il Reparto crimini violenti che l’altro giorno ha effettuato il primo sopralluogo nella struttura. Gli investigatori sono stati di nuovo anche nel garage abbandonato del condominio confinante, che era stato già perquisito nei giorni scorsi, alla ricerca di conferme al racconto di un testimone. Una consulenza, inoltre, è stata affidata dal pm antimafia Christine von Borries al genetista Ugo Ricci per ricavare il Dna di Kata da uno spazzolino da denti e da un pettine che erano stati repertati. Il materiale genetico verrà confrontato con le tracce rilevate nel cortile e sui muri di recinzione, uniche vie di passaggio alternative al portone che affaccia su via Maragliano e ai cancelli di via Boccherini, che sono monitorati da telecamere.
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