2024-08-08
La stangata dei mutui «green»
Ursula von der Leyen (Getty Images)
I diktat europei spingono le banche a differenziare i prestiti a seconda della classe energetica della casa da acquistare. La forbice può arrivare fino a 43.000 euro. E i meno abbienti ci rimettono due volte: finiscono per pagare di più un’abitazione che vale di meno.Secondo i suoi più accesi sostenitori, la transizione verde predisposta dall’Europa per raggiungere l’obiettivo di edifici a zero emissioni non è né obbligatoria né impatterà sui portafogli degli italiani. «Nessuno sarà obbligato a mettere il cappotto alla propria casa». «Né si sarà costretti a sostituire i serramenti per averne di più efficienti e con minore dispersione termica». Stessa volontà di minimizzare per quanto riguarda le caldaie a gas. «Anche se queste saranno messe fuori legge dal 2040, vietandone la produzione e la vendita, nessuno dovrà sostituire quelle già installate». Insomma, a sentire i difensori delle misure volute da Ursula von der Leyen e dalla maggioranza arlecchino che governa l’Europa, la transizione green sarà lieve come una piuma e quasi non ci accorgeremo di passare dall’età del combustibile fossile a quella dell’aria pulita.In realtà, le cose non stanno proprio come ce le raccontano. E se è vero che la Ue non ha previsto alcun obbligo di mettere in regola il proprio appartamento con le nuove esigenze di Bruxelles, e neppure ha introdotto disposizioni per sostituire caldaie e serramenti entro una certa data, nei fatti sarà ciò che avverrà. Anzi, che sta già avvenendo. I proprietari di casa, volenti o nolenti, dovranno presto mettere mano al portafogli per rendere più efficienti le proprie abitazioni, pena veder sminuito il valore dell’edificio e, cosa ancora più grave, rischiare di non riuscire più a venderla quando decidessero di liberarsene. Infatti, gli alloggi che non rispondono alle nuove direttive europee potrebbero non essere più finanziabili e quand’anche lo fossero, i proprietari o aspiranti tali potrebbero essere costretti a pagare molto di più.Come dicevo, sta già succedendo. E per rendersene conto, basta vedere l’offerta che oggi viene fatta dagli istituti di credito in base alla classe energetica. Fino a qualche tempo fa, chiunque comprasse una casa doveva solo valutare di quanti soldi disponesse per sostenere l’acquisto e di quanti ne dovesse chiedere alla banca, calcolando dunque la rata mensile in base al tasso d’interesse. Adesso, invece, l’acquirente deve fare i conti con il tipo di immobile che intende comprare (e lo stesso ovviamente è costretto a fare anche chi vende), perché il tasso d’interesse non è uguale per tutti, cambia in base alla «qualità» ambientale dell’edificio. In altre parole, più la casa è green e meno interessi si pagano. Più la casa sta nella parte bassa della classe energetica e più il mutuo sarà caro. Il Corriere della Sera parla di spread personalizzato, quasi che sia il consumatore a decidere il tasso che può essere applicato al proprio mutuo. Ma non è così. È la banca a stabilire quanto si paga e non lo fa sulla base della solvibilità del cliente (il reddito annuale, il contratto di lavoro a tempo indeterminato, eventuali garanzie che possono essere offerte a tutela del credito dell’istituto finanziario), ma sulla classe energetica dell’abitazione. «Lo spread viene tagliato sugli immobili di classe A o B e su quelli di classe superiore ma già riqualificati con il Superbonus, per la ragione che presentano assai meno rischi di deprezzamento nel tempo», scrive il Corriere. Ma che cosa vuol dire in pratica? I conti sono presto fatti, secondo il quotidiano di via Solferino: per un appartamento del valore di 200.000 euro per cui si chiede un mutuo da 140.000, restituibile in 25 anni, si può pagare una rata che oscilla fra 639 e 758 euro, dove la forchetta più bassa è quella che si versa se si acquista un’abitazione green e quella più alta tocca al proprietario di una casa normale, in classe F o G. In un quarto di secolo, il periodo che serve per rimborsare il finanziamento bancario, il consumatore pagherà fino a 43.000 euro di interessi in più rispetto all’acquirente di un immobile verde (a seconda dell’età e nel caso l’importo del finanziamento corrisponda al 100% del valore della casa). Tralascio di dire, ma credo che chiunque ne abbia contezza, che gli alloggi ecologicamente compatibili già ora costano molto di più rispetto a quelli che si possono comprare della stessa metratura e nelle stesse zone ma di classe energetica più bassa. Dunque, nell’uno e nell’altro caso, a differenza di ciò che ci raccontano, la transizione è tutt’altro che gratis. Sarà un salasso. Con la beffa che chi ha beneficiato del Superbonus voluto con i soldi pubblici da Giuseppe Conte e compagni, non solo potrà rivendere la propria casa a un prezzo maggiore, ma se ne vorrà finanziare l’acquisto tramite banca pagherà meno interessi. Alla faccia di tutti coloro che la ristrutturazione a spese dei contribuenti non l’hanno potuta fare e che ora sono chiamati a saldare il conto del Green deal.
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)