2020-08-25
Musumeci non molla contro il Viminale. «Pronto a rivolgermi alla magistratura»
Nello Musumeci (Fabrizio Villa, Getty Images)
Alta tensione tra Sicilia e Roma. Il governatore è accusato di far propaganda, ma pure i sindaci di Pd e M5s rifiutano gli sbarchi.Proprio come è successo durante le fasi più acute dell'emergenza coronavirus, tornano al pettine i nodi dello scontro tra governo e Regioni. Ma adesso, la tensione è ancora più alta. La disputa tra la Sicilia e Roma, innescata dall'incessante flusso migratorio sull'isola, sembra tutt'altro che attenuarsi. L'ordinanza emessa sabato sera dal governatore Nello Musumeci, con cui si ordinava la chiusura degli hotspot e il trasferimento degli immigrati di ogni centro d'accoglienza fuori dalla Regione, ha causato una tempesta di polemiche e una lapidaria risposta da parte del Viminale: «La materia è di competenza statale. L'ordinanza di Musumeci non ha alcun valore». Ma il governatore ormai è in trincea, e lancia l'ultimatum: «Se i soggetti che sono chiamati a dare attuazione alla mia ordinanza non dovessero farlo a noi rimane solo una strada, rivolgerci alla magistratura. Ci troveremmo di fronte a una palese omissione, con tutto quello che determinerebbe in un contesto di epidemia». Lo scenario di un contenzioso per conflitto di attribuzione sembra diventare quindi concreto. Il presidente siciliano, d'altronde, lamenta da mesi la situazione esplosiva nella Regione, chiedendo lo stato d'emergenza. Se infatti non è una novità che gli hotspot, soprattutto quello di Lampedusa, durante le estati arrivino a dover ospitare anche il decuplo delle persone consentite, il contesto attuale è molto più pericoloso e non permette di mettere in pratica le norme di sicurezza anti contagio: «I numeri sugli sbarchi in Sicilia sono impressionanti: solo a luglio sono arrivati 7.067 migranti; a metà agosto, oltre 3.000 arrivi. Lo scorso anno nell'intero mese di agosto i migranti sono stati in totale 1.268; a luglio, 1.088» ha dichiarato ai giornalisti Musumeci, che aggiunge di non aver «alcuna volontà di scontro con lo Stato centrale. Non c'è alcun pregiudizio di carattere politico, abbiamo rivendicato il diritto sacrosanto di tutelare la salute dei siciliani, di chi si trova in Sicilia, alcuni milioni di turisti e di quelle persone che vengono reclutate, concentrate e ammassate negli hotspot e nei centri di accoglienza, meglio identificati come migranti». Il governatore sembra rispondere così alle critiche arrivategli dal confusionario mondo dell'opposizione, dalle sardine alla sinistra. A chi, per esempio, lo accusa di strumentalizzare il problema immigrazione per fare della facile propaganda in favore del centrodestra. Primo fra tutti il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, che ieri ha sentenziato: «Il presidente Musumeci ha il dovere di governare la Regione, non di aprire scontri istituzionali con lo Stato. Di servire la Sicilia e i siciliani (assicurando un numero di tamponi adeguato e facendo rispettare i protocolli di sicurezza), non di servirsene per fornire argomenti alla bieca campagna elettorale di Salvini nelle altre Regioni». Stessa argomentazione quella del segretario regionale del Pd in Sicilia, Anthony Barbagallo: « «Il presidente siciliano spende le sue giornate a occuparsi di cose che non gli competono, tralascia completamente le cose che, invece, sono di sua esclusiva competenza. E che riguardano la vita concreta dei suoi cittadini. Il solo obiettivo del suo atto è distrarre i siciliani da tutte le mancanze del governo regionale».Ma c'è anche chi, come Gad Lerner, ha tirato fuori dal cilindro la sempre comoda accusa di fascismo, pubblicando una vecchia foto che ritrae il governatore siciliano insieme al leader del Msi, Giorgio Almirante. «È razzista, caro Lerner, chi pensa di ammassare migliaia di persone in condizioni disumane. Se ne faccia una ragione ed eviti di buttarla in caciara, restando vittima dei suoi pregiudizi ideologici» ha replicato Musumeci. Se la ribellione della Regione contro l'inerzia di Palazzo Chigi e del Viminale ha portato al governatore il plauso di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, non deve però sfuggire che la protesta e il diniego all'accoglienza selvaggia è trasversale. Venerdì scorso, il sindaco di Trapani del Pd, Giacomo Tronchida, ha negato lo sbarco dalla nave quarantena Aurelia di 273 migranti, denunciando la «maldestra gestione romana». Il Viminale allora aveva deciso di assegnare come porto di sbarco quello di Augusta. Ma nello stesso pomeriggio è arrivato anche il rifiuto del sindaco , Cettina Di Pietro, del M5s. Il cortocircuito all'interno della maggioranza è evidente quanto imbarazzante: Musumeci viene accusato di sciacallare sull'emergenza immigrazione per portare acqua al mulino di Salvini e Meloni, mentre pochi giorni fa due sindaci della maggioranza di governo si sono rifiutati, di far attraccare nei porti delle loro città una nave. E mentre grillini e Pd si rimpallano gli immigrati, Musumeci chiarisce: «Chiediamo alla gente di stare a un metro e con la mascherina, è mai possibile che in un salone stiano 700 migranti? Non mi importa se sono bianchi, neri o biondi, sono esseri umani sul territorio della mia Regione e io sono soggetto attuatore per l'emergenza Covid».