2020-08-24
La Sicilia mette al bando migranti e Ong
Dura ordinanza in Sicilia: «Via tutti i migranti ospitati nelle strutture dell'isola». Risposta piccata del Viminale: «La competenza è nostra». Il governatore tira dritto: «Sul Covid tocca a noi decidere».Non è insubordinazione bensì autodifesa. Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha deciso di passare dalla minaccia alla barricata. Nella tarda serata di sabato ha emesso l'editto di fuoco, notificato ieri alle Prefetture: «Entro le 24 di domani (oggi, ndr) tutti i migranti presenti negli hotspot e in ogni centro di accoglienza della Sicilia dovranno essere improrogabilmente trasferiti in strutture fuori dall'isola». Il motivo è piuttosto ovvio: «Allo stato non è possibile garantire la permanenza nell'Isola nel rispetto delle misure sanitarie di prevenzione del contagio». In effetti sono due mesi che sulle coste siciliane continuano, imperterriti, gli sbarchi di clandestini. Giusto per capirsi: venerdì gli stranieri giunti in Italia erano 17.264 contro i 4.664 dell'anno precedente. E la stragrande maggioranza di costoro è approdata in Sicilia. Ieri ne sono arrivate altre decine a Lampedusa, dove l'hotspot è al collasso (nonostante i trasferimenti sta ancora ospitando 1200 persone, circa dieci volte tanto quelle che dovrebbe contenere). Il sindaco lampedusano, Totò Martello, continua a chiedere l'intervento dell'esercito, considerando anche le risse che si verificano tra migranti di diverse nazionalità all'interno del centro di accoglienza.Musumeci, invece, da due mesi invoca lo stato di emergenza, ma di risposte non ne ha avute. Le visite del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, in Tunisia non sono servite a nulla, se non a promettere 11 milioni di euro ai tunisini medesimi. Intanto il flusso migratorio prosegue come un fiume gonfio. Dunque non restava che la ferale ordinanza: basta migranti. «La Sicilia non può essere invasa, mentre l'Europa si gira dall'altro lato e il governo non attiva alcun respingimento», ha scritto Musumeci sui social. L'iniziativa ha ricevuto l'immediato sostegno di Matteo Salvini e, come prevedibile, ha sollevato le immediate proteste della sinistra di governo. Ma, soprattutto, ha provocato una risposta piuttosto sprezzante da parte del Viminale. Secondo il ministero, l'ordinanza del governatore siciliano «non ha alcun valore», perché l'immigrazione è «una materia di competenza statale». Verissimo, dell'immigrazione si deve occupare lo Stato. Solo che questo Stato, almeno da quando ci sono i giallorossi al governo, non se ne occupa affatto, anzi sembra intenzionato a incentivarla annunciando la cancellazione dei decreti sicurezza. Ci si accanisce contro le discoteche e contro la movida, ma sui contagi di importazione, che sono una marea, silenzio pressoché totale. La faccenda - è chiaro - non riguarda soltanto i siciliani. Come dimostrano i numeri, non si può pensare di attendere che l'ondata finisca, tamponando con i trasferimenti (che trasferiscono pure i problemi) fuori dall'Isola, le navi quarantena e le tendopoli. La ribellione di Musumeci, in fondo, coinvolge l'Italia intera.«Sia chiaro, questo provvedimento arriva dopo decine di appelli, nel segno di un rispetto istituzionale e di una leale collaborazione che non è mai venuta meno da parte nostra», dice Musumeci alla Verità. «Da Roma, invece, siamo stati ricambiati da silenzi, indifferenza e omissioni. Ho posto il tema dell'emergenza sanitaria collegata ai migranti già in aprile e da allora poco o nulla è stato fatto dal governo centrale. La Sicilia ha praticamente fatto da sola sul fronte sanitario, per questo desidero manifestare ancora una volta gratitudine e apprezzamento ai nostri professionisti della sanità che sono in prima linea per prestare garantire assistenza ai siciliani ed ai migranti. Noi isolani non siamo razzisti, abbiamo l'accoglienza nel nostro codice genetico, ma il governo evidentemente non ha compreso quanto stia crescendo la tensione in alcune aree, la paura tra la gente e il rischio tra i migranti». A quanto pare, il governatore non ha alcuna intenzione di tirarsi indietro, nemmeno dopo la risposta gelida del ministero dell'Interno. «Se ha argomenti validi il Viminale li faccia valere nelle sedi opportune», ci dice Musumeci. «E spieghi pure perché ai siciliani chiediamo la distanza è la mascherina e i migranti li ammassiamo a centinaia e centinaia in squallidi ambienti dichiarati non idonei dalle autorità sanitarie». Insomma, il presidente della Regione va avanti spedito. «Certo. E lo faccio a tutela dei siciliani e degli stessi migranti, sui quali in tanti continuano a speculare ignobilmente».A ben vedere, le richieste di Musumeci al governo sono più che comprensibili. Ciò che egli pretende dall'esecutivo è che «faccia la propria parte. Tutto qui. Le regole europee e nazionali esistono, ma sono state praticamente stracciate, lettera morta», sospira il governatore. «Se l'Europa fa finta di niente - come troppo spesso accade in materia di migranti - Roma non attua le normative vigenti, come invece ha fatto lo scorso anno con il decreto interministeriale Interno-Difesa-Trasporti. Attivino poi un ponte aereo liberando la Sicilia da queste indecorose strutture che ledono innanzitutto la dignità dei migranti stessi. Ho visitato l'hotspot di Lampedusa avendo la conferma di ciò che immaginavo: non c'è il minimo rispetto per le persone che vi sono ospitate e ogni requisito sanitario, specie in un fase di epidemia, è quasi inesistente».Dal punto di vista tecnico, poi, il governatore precisa che l'ordinanza è adottata dalla Regione «sul profilo sanitario e quale soggetto attuatore dell'emergenza Covid-19. Quindi non incide sulla materia “migranti", che è competenza statale, ma sulla idoneità delle strutture sotto il profilo sanitario a rispettare le misure e linee guida scientifiche sulla pandemia. Quindi l'ordinanza è certamente su materia di competenza in parte regionale e in parte sulla emergenza pandemica, introducendo misure di ordine preventivo a seguito della decisione dello Stato di non applicare le norme vigenti sei decreti sicurezza».Certo, il governo potrà pure continuare a trincerarsi dietro «le competenze» e le norme. Può impugnare l'ordinanza di Musumeci. Ma la situazione è fuori controllo da mesi, e risulta evidente come i giallorossi non abbiano alcuna idea di come risolverla. Sperano di cavarsela pagando i tunisini, ma nel frattempo l'invasione prosegue. E il grido della Sicilia sta diventando il grido di tutti: basta sbarchi.
Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)
(Ansa)
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