2023-11-09
La caduta del muro di Berlino e quel nome che imbarazza la sinistra
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Berlino, 9 novembre 1989 (Getty Images)
Il 9 novembre 1989 veniva abbattuta la barriera che divideva la capitale tedesca. I progressisti hanno provato ad appropriarsi della ricorrenza, scordandosi però che il Muro era dedicato all’antifascismo.Quattro anni fa, in occasione del trentennale dell’abbattimento del muro di Berlino, il Pd se ne uscì con un manifesto decisamente surreale. Sotto le immagini dei giovani tedeschi che picconavano la barriera, si leggeva lo slogan: «Potete costruire muri, ci troverete ad abbatterli». Il riferimento generico ai muri ammiccava ovviamente alle politiche sovraniste sull’immigrazione, come se si trattasse di due fenomeni analoghi. L’appropriazione del simbolo del muro di Berlino cadente sarebbe certamente stata più difficoltosa se fosse stato chiamato col suo nome originale: Antifaschistischer Schutzwall, ovvero muro di protezione antifascista. Per un partito che fa dell’uso strumentale dell’antifascismo una clava per colpire qualsiasi avversario è infatti dura ammettere che, nel Novecento, il richiamo all’antifascismo è servito anche a questo: a dividere i popoli europei.Abbattuto il 9 novembre del 1989, il muro che divideva la capitale tedesca era stato costruito a partire dal 13 agosto 1961. Dopo la fine della guerra, quando la Germania e Berlino stessa era stata divisa fra le zone di occupazione delle potenze vincitrici, tra il settore occidentale e quello orientale della città c’era ancora una grande permeabilità. Cinquantamila berlinesi dell’Est lavoravano nel settore occidentale e altri 12000 dell’Ovest lavoravano a Est. Ai pendolari che volevano passare al settore occidentale bastava non rientrare a casa la sera. Tra il 1949 e il 1961 la Rdt ha perso 2,7 milioni di abitanti, nonostante l’introduzione, nel 1957, del reato di «fuga dalla Repubblica». È per evitare questo esodo che viene costruito il muro. Nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 vengono installate barriere e filo spinato per chiudere la linea di demarcazione tra le due zone. Con il 1975 il muro di Berlino assume l’aspetto che manterrà fino al 1989, con pannelli uniformi di calcestruzzo alti 3,60 metri, larghi 1,20 e spessi 15 centimetri. Fino al 1989 intorno a Berlino Ovest sono stati montati 45000 pannelli. La «filosofia» del muro è stata espressa con chiarezza dal leader della Germania dell’Est, Walter Ulbricht, il 28 agosto 1961: «I parassiti controrivoluzionari, le spie, i sabotatori, i profittatori e i trafficanti di uomini, le prostitute, gli adolescenti hooligan e altri nemici dell’ordine democratico del popolo hanno succhiato il sangue della nostra Repubblica degli operai e dei contadini [...]. Ecco perché abbiamo chiuso le crepe della nostra casa e tappato i buchi da cui potevano intrufolarsi i peggiori nemici del popolo tedesco».Eppure, anche le fortificazioni non scoraggiano i berlinesi dall’idea di ritrovare la libertà. Si stima che circa 5.000 persone siano riuscite ad attraversarlo, mentre almeno 140 (ma secondo altri cacoli sono molte di più) sarebbero state uccide provandoci. Diversi tentativi hanno fatto la storia. Come nel caso del macchinista Harry Deterling, che vi lanciò contro a tutta velocità il treno che stava guidando. O quello di Horst Klein, un acrobata, che sfruttò un cavo di acciaio in disuso che passava 18 metri sopra le teste delle sentinelle. Fece poi scalpore il tentativo, riuscito, di Hans Strelczyk e Günter Wetzel, che costruirono una rudimentale mongolfiera con stracci e lenzuola e salirono a 2400 metri di altezza per raggiungere il lato Ovest (sulla vicenda è stato girato anche un film, Fuga nella notte). Uno dei più noti tentativi falliti fu invece quello del diciottenne Peter Fechter, prima ferito da proiettili sparati dalle guardie di confine della Ddr il 17 agosto 1962 e poi lasciato morire dissanguato nella cosiddetta striscia della morte, il tutto davanti agli occhi dei media occidentali.Il 19 gennaio 1989, a pochi mesi dal crollo del comunismo, il leader della Ddr, Erich Honecker, pronunciava parole poco profetiche: «Il Muro sarà ancora qui tra cinquanta o cento anni». Anzi, proprio in quegli anni si stava cominciando a ideare un nuovo muro, ancora più efficiente. Era il progetto High-Tech-Mauer 2000, che intendeva fare ampio uso di sistemi elettronici sofisticati, come un’intera gamma di sensori acustici, ottici, a infrarossi, magnetici e chimici, limitando al contempo il pattugliamento old style, con cani e fucili spianati, che faceva una brutta pubblicità alla Ddr nel mondo. Secondo i calcoli, il complicato progetto sarebbe dovuto costare 42,2 milioni di marchi solo per il periodo dal 1996 all’inizio del millennio. Fortunatamente non ne hanno avuto il tempo. La Germania fu ufficialmente riunificata il 3 ottobre 1990.