2023-08-25
Murgia doppiata, panico a sinistra. Parlano di soldi, ma vincono le idee
«Il mondo al contrario» surclassa «Tre ciotole», non solo su Amazon, anche in libreria. Fino a ieri la riserva indiana progressista. Le domande scomode del pamphlet spostano più del battage mediatico.Celebrazioni che si sono trasformate in uno straordinario battage per i suoi libri. Ma lo sforzo è stato inutile perché, nonostante la beatificazione postuma, le classifiche, anche quelle usate dall’inserto culturale del quotidiano di casa Agnelli, non lasciano spazio a dubbi. Del pamphlet di Vannacci su una società che ha rinunciato a difendersi, e a raccontarsi la verità per inseguire una narrazione affidata alle minoranze, se ne stanno vendendo migliaia di copie. Alla faccia di chi lo ha demolito. O forse proprio per questo: se non piace alla gente che piace, occorre comprarlo. Non solo su Amazon, come scrive sconfortata Repubblica, ma anche in libreria. Ergo, non sono soltanto gli analfabeti a voler leggere il libro, ma anche quel pubblico colto abituato ad aggirarsi fra gli scaffali. Come è noto a chiunque frequenti il mondo dell’editoria libraria, coloro che nel corso di un anno acquistano un volume rappresentano appena il 4 per cento della popolazione. Niente, in termini di numeri. E infatti si parla di best seller quando un titolo supera le 5.000 copie. Beh, nel caso del generale siamo già oltre le 20.000. Ma a rendere ancor più amara (per i compagni in redazione) la realtà, è il fatto che le vendite si registrino proprio nelle librerie, fino a ieri considerate una specie di riserva indiana della sinistra. Alla Stampa l’avvilimento ha portato un redattore a fare i conti in tasca al generale, per capire quanto stia guadagnando col suo libro. A nessuno prima d’ora era venuto in mente di calcolare quanti soldi avesse intascato Roberto Saviano con il suo Gomorra, né quanti soldi si fossero portati a casa Umberto Eco o la stessa Murgia con il suo Accabadora. Ma con Vannacci sì. Il successo è talmente sorprendente e desolante da indurre i giornalisti militanti a ricondurre le vendite agli introiti. Se parlare di soldi per uno come Saviano pare immorale (anni fa su Panorama pubblicai un’inchiesta sullo scrittore in cui si accennava anche ai redditi e fui coperto di insulti quasi avessi profanato la Madonna), per un autore come Vannacci pare normale, perché i guadagni sottintendono un pensiero venale, la cui unica profondità si valuta in base al fatturato. Insomma, dietro alle vendite del Mondo al contrario ci sarebbe un puro calcolo. Economico da un lato e politico dall’altro. Il generale, una volta capito di essere a fine carriera, si starebbe rifacendo il conto in banca e preparando una discesa in campo con il partito reazionario. In una sola settimana si è parlato di Forza Nuova, del Movimento per l’Italia di Gianni Alemanno e della Lega. Prevedo che da qui a fine mese lo candideranno anche con Fratelli d’Italia e, perché no, pure con Forza Italia. E se poi non basta, troveranno un’altra sigla da appiccicargli addosso, così da poter spiegare con la solita maggioranza reazionaria chi sia costui.Per quanto mi riguarda, non ho alcun interesse a scandagliare quanto incasserà Vannacci con la vendita del suo libro, che - lo ricordo - ha stampato e diffuso a sue spese e a suo rischio, visto il can can che ne è nato. Né mi interessa se abbia intenzione di candidarsi con questo o con quello. Mi fermo solo a constatare che da una settimana non si parla che di lui e dei suoi giudizi sull’immigrazione, sulla deriva Lgbt e sull’ambientalismo spinto. È questo il fenomeno che dovrebbe essere indagato, non quanto stia guadagnando con le copie o che cosa farà della notorietà che la sua rimozione per lesa opinione gli ha portato. Osservo una sola cosa. L’altra sera, a Viareggio, ho avuto modo di conversare in pubblico con Stefano Zurlo e quando il discorso è caduto sulle opinioni di Vannacci, e sul suo diritto a dire ciò che pensa, sono scattati gli applausi. Evidentemente, nonostante l’indignazione della sinistra e della grande stampa, le tesi del generale suscitano interesse. Per quanto mi riguarda, sono curioso di conoscere anche ciò di cui non si parla e che da due giorni con La Verità stiamo cercando di raccontare, e cioè quanto pesi sul suo isolamento e sulla sua rimozione la storia delle munizioni all’uranio impoverito. Su questo argomento, il Parlamento nel passato ha istituito una commissione d’inchiesta e adesso che cade la testa di chi ha denunciato le menzogne, gli onorevoli che fanno? La loro testa la mettono sotto la sabbia per non vedere e non sentire? Anche se loro si nascondono, gli italiani non smetteranno di comprare il libro e farsi delle domande. E prima o poi deputati, senatori e presidenti dovranno rispondere.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.