2023-01-27
Il fisco costretto alla resa: «non pagate le multe covid»
Ernesto Maria Ruffini (Imagoeconomica)
Da ieri, sul sito dell’Agenzia delle entrate, l’atteso chiarimento: le cartelle che stanno arrivando in questi giorni a chi non ha fatto il vaccino sono state spedite prima della decisione e non vanno saldate. Almeno fino a luglio...Abracadabra: le istruzioni sulle multe ai non vaccinati, che prima mancavano, adesso sono comparse. Home page del sito dell’Agenzia delle entrate-Riscossione, sezione «Focus». Cliccando sulla voce «Inosservanza dell’obbligo vaccinale - procedimento sanzionatorio», gli utenti vengono rinviati a una pagina in lingua burocratese. È quella di cui avevamo già parlato nell’articolo di ieri, che però è stata integrata con una nuova voce del menù a tendina sottostante. Se con il mouse si seleziona la dicitura «Sospensione dei termini di pagamento», infatti, si scopre l’agognato chiarimento, rivolto a sanitari e over 50 renitenti, i quali, nonostante il congelamento delle multe fino a giugno 2023, si sono ritrovati a casa il bollettino da 100 euro. Costoro non dovranno sborsare neppure un centesimo, per lo meno di qui a luglio.Il testo recita così: «Domanda: “Ho ricevuto da Agenzia delle entrate-Riscossione un avviso di addebito per violazione dell’obbligo vaccinale, inviato prima del 31 dicembre 2022 (data di inizio del periodo di sospensione). Quali sono i termini di pagamento?”. Risposta: “Per effetto dell’articolo 7 comma 1 bis introdotto dalla legge n. 199/2022 (di conversione del dl n. 162/2022) in vigore dal 31 dicembre 2022, che ha disposto la sospensione fino al 30 giugno 2023 delle attività e dei procedimenti di irrogazione della sanzione previsti dall’articolo 4 sexies, commi 3, 4 e 6 del dl n. 44/2021, sono sospesi i termini di pagamento, che riprenderanno a decorrere dal primo luglio 2023”». Sarete giunti in fondo con il fiatone, ma se siete sopravvissuti ai rimandi legislativi, avete ottenuto la risposta che cercavate. Nella cassetta delle lettere era spuntata la temuta busta verde? Come minimo per cinque mesi, in attesa di ulteriori rinvii, potrete ignorarla. La nota modifica la precedente versione della pagina Web, che già segnalava, in modo criptico, che in virtù della «legge di conversione 30 dicembre 2022, n. 199», era stata disposta «la sospensione dell’attività e dei procedimenti di irrogazione della sanzione per inadempimento dell’obbligo» vaccinale. L’ente, adesso, ha semplificato e precisato una comunicazione che risultava monca e sibillina. Il paragrafo si premura di specificare che le cartelle sono partite prima che decorresse il periodo di blocco delle sanzioni. Non c’è ragione di dubitarne, la tempistica torna: una missiva consegnata alle Poste il 30 dicembre potrebbe essere stata recapitata soltanto in questi giorni ai destinatari. Semmai, ciò su cui l’Agenzia poteva essere più solerte rispetto ai portalettere, era il cortese gesto di informare la gente dei propri diritti. Soprattutto, tenuto conto del travagliato iter che ha attraversato la norma. Prima c’era stata la promessa di cancellare le multe, con il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che pontificava: ci costerebbe di più provare a riscuoterle. Poi, la maggioranza di centrodestra aveva capito che eliminarle era complicato per ragioni economiche e giuridiche. Erano falliti i blitz per infilare il provvedimento nel dl Aiuti e nella manovra. Alla fine, su suggerimento del dicastero delle Finanze, si è giunti a un compromesso: sanzioni sospese, non abrogate, fino al 30 giugno. L’idea potrebbe essere quella di procedere di proroga in proroga. Ma questo dettaglio è ancora da decidere. Speriamo che, stavolta, ci si muova in anticipo.Pareva un’impresa buttare giù due righe di chiarimento. Eppure, nel giro di poche ore, tra mercoledì pomeriggio e mercoledì sera, sul sito dell’Agenzia delle entrate-Riscossione, è stata pubblicata la suddetta «Faq». Non ci si poteva pensare prima? Se i solerti esattori, capitanati da Ernesto Maria Ruffini, avevano continuato a consegnare plichi ai postini fino a quando la legge lo ha consentito, era facile prevedere che, a molti ultracinquantenni, le sollecitazioni di pagamento sarebbero arrivate tra la metà e la fine di gennaio. Bisognava precipitarsi a specificare che i malcapitati non erano tenuti a corrispondere alcunché allo Stato, fino a luglio prossimo. Pare che, per redigere finalmente le sudate carte, siano servite ulteriori sollecitazioni del Mef, sfruculiato dal senatore leghista Massimiliano Romeo, uno dei primi firmatari dell’emendamento al dl Rave, con cui sono state sospese le sanzioni. E di sicuro sono stati utili i contatti della Verità con l’ente riscossore. Che ha fatto trenta e può fare trentuno: poiché non tutti hanno dimestichezza con il mezzo informatico e non tutti leggono il nostro giornale, andrebbe redatto un comunicato stampa, con preghiera ai canali d’informazione di dargli massima diffusione. Basta annunciare, senza fronzoli: «I non vaccinati multati non devono pagare». Il Mef, che ha poteri d’indirizzo sull’Agenzia, va implorato pure per questa accortezza? D’altronde, rimane da capire cosa accadrà a quanti, per evitare rogne, all’arrivo della contestazione, hanno preferito pagare i 100 euro richiesti. Il sospetto è che non sia possibile ottenere un rimborso. Peraltro, nessuno sa cosa succederà dal primo luglio 2023: se non fossero approvate altre dilazioni dei termini, si rischia che i pagamenti tornino obbligatori. Forse è il caso di aggiungere una «Faq» anche su questo argomento. Si riesce a scriverla in meno di un mese?