2023-01-26
E Giorgetti sollecita le Entrate: spieghino che non si deve pagare
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Le cartelle sarebbero state inviate prima del decreto che faceva slittare le sanzioni.La giostra delle multe ai non vaccinati era partita subito sulla musica sbagliata. Vinte le elezioni, Fdi aveva formulato la solenne promessa di cancellare le sanzioni a sanitari e over 50 renitenti. Ma i blitz per infilare la sanatoria nei decreti Aiuti e poi, addirittura, nella legge di bilancio, erano falliti. Gli intoppi erano di natura economica e giuridica. Primo: bisognava trovare una copertura finanziaria per le mancate entrate. Secondo: non si poteva cancellare con effetto retroattivo un obbligo sancito da una legge. Alla fine, era arrivato il compromesso, suggerito dal ministero delle Finanze: sospendere - non abrogare - le multe fino al 30 giugno 2023. A sancirlo, l’emendamento leghista al decreto Rave (tra i primi firmatari, i senatori Erika Stefani e Massimiliano Romeo), approvato a fine dicembre ed entrato in vigore a gennaio. Alla trovata soggiaceva, forse, il proposito di andare avanti di proroga in proroga, puntando a neutralizzare le contravvenzioni comminate a chi aveva deciso di non sottoporsi alle iniezioni anti Covid. La telenovela, però, non è finita: tuttora, agli italiani che hanno rifiutato le dosi, stanno arrivando le buste con il bollettino per versare i 100 euro. Ce lo segnalano tanti lettori e alcuni di loro non sanno come regolarsi. Qualcuno ha preferito pagare, temendo le more o il ricorso al giudice di pace, che comporta dei costi. Con ogni probabilità, si tratta di cartelle partite prima dell’ok al dl Rave: se la maggioranza avesse chiuso prima la partita, ora nessuno troverebbe sgradite sorprese nella buca delle lettere. L’Agenzia delle entrate-Riscossione, infatti, conferma che, dal momento in cui è entrato in vigore il decreto con l’emendamento del Carroccio, non sono più state consegnate buste verdi alle Poste. La norma, d’altronde, prevedeva che fosse interrotta la procedura di irrogazione dei provvedimenti. Basta reclami a chi non s’era recato negli hub. Come deve comportarsi, allora, chi, pensando fosse passato tutto in cavalleria, dovesse invece ricevere la sanzione in queste ore? Logica vorrebbe che faccia finta di nulla: niente versamento, almeno fino all’estate prossima. Certo, sarebbe più rassicurante poter contare su una pezza d’appoggio scritta, per giustificare il mancato pagamento. Il senatore Romeo, alla Verità, precisa che il gruppo leghista aveva chiesto al Mef «se potesse essere utile un’interrogazione parlamentare, che chiarisse alle persone multate cosa fare». Via XX Settembre ha risposto che «sarebbe stato inutile: la risposta all’interrogazione non avrebbe fatto fede. Serviva, semmai, una circolare esplicativa da parte dell’Agenzia delle entrate-Riscossione». Un documento «sollecitato» proprio dal dicastero di Giancarlo Giorgetti, altro esponente del Carroccio. Al momento, non si sa se gli uffici dell’ente stiano lavorando a un testo chiarificatore. Sul sito dell’Agenzia figura una nota, scritta un po’ in burocratese, con la quale si ricorda che, in virtù della «legge di conversione 30 dicembre 2022, n. 199», è stata disposta «la sospensione dell’attività e dei procedimenti di irrogazione della sanzione per inadempimento dell’obbligo» vaccinale «fino al 30 giugno 2023». Ci si aspetta che il cittadino comprenda così che può infischiarsene del temuto plico, recapitato a domicilio? E che non gli è necessario mettere mano al portafoglio, per evitarsi qualunque rogna? Diciamo la verità: una partita dall’alto valore simbolico - l’armistizio tra Stato e gente ingiustamente vessata per scelte legittime, riguardanti la propria salute - non è stata gestita alla grande dal governo. Prima le difficoltà tecniche nel varare un’apposita legge; poi la sospensione al posto della cancellazione delle multe; ora i ritardi nel diffondere una comunicazione inequivoca, a quasi un mese dal sì al decreto Rave. E intanto, chi credeva di esser stato «graziato», quando va a controllare la posta, corre il rischio di trasalire. Al centrodestra, le buone intenzioni non bastano: bisogna che impari bene a metterle in atto.