2023-08-09
Mossa discutibile, ma è giusto farla: è popolare e spegne i pianti di Pd e M5s
Giorgia Meloni e Giuseppe Conte (Getty Images)
Il prelievo retroattivo non è da Stato liberale, però «toccare» gli istituti farà finire i pianti di sinistra sulla «guerra ai poveri».Da vecchio liberale non amo le tasse retroattive. Tempo fa ho pagato questa abitudine tutta italiana. Scoprire, dopo mesi o dopo anni, che il Fisco ha cambiato le carte in tavola e ti costringe a versare imposte che fino al giorno prima non erano dovute e dunque non avevi messo in conto, non è una situazione piacevole. Soprattutto, non può essere considerata una pratica da Stato che si comporta correttamente con i contribuenti. Dunque, non posso dire che mi piaccia il prelievo sugli extraprofitti delle banche deciso dal governo di Giorgia Meloni.Come la tassa sui ricavi delle imprese che operano nel settore dell’energia, fa parte di quelle misure eccezionali a cui non si dovrebbe ricorrere. È vero che le banche non sono particolarmente simpatiche, soprattutto di questi tempi, cioè dopo i rincari dei tassi decisi dalla Banca centrale europea e senza che gli interessi sui conti correnti siano stati ritoccati al rialzo. Ed è altrettanto certo che nell’ultimo esercizio gli istituti di credito, grazie ai super bonus e all’aumento dei rialzi sui mutui, hanno fatto affari d’oro, come non si vedeva da tempo. Ma se tutte le volte l’Erario pretendesse da qualche impresa o qualche professionista, per cause straordinarie o ordinarie, una parte superiore dei guadagni, decidendo che non sia sufficiente quella fissata per legge, non saremmo in uno Stato di diritto, ma in un Paese alla rovescia, dove davvero sarebbe legittimo parlare di pizzo, se non esproprio.Ciò detto, da giornalista e osservatore di cose politiche, non posso che plaudire alla decisione del governo e vi spiego perché. Infatti, messe da parte le considerazioni da vecchio liberale e concentrandomi sulle conseguenze che la misura avrà sulla popolarità del governo, intravedo tutti i vantaggi in termini di consenso della tassa sugli extra profitti. Pochi giorni fa ho partecipato a una trasmissione televisiva in cui si dibatteva del taglio al reddito di cittadinanza. Dal primo agosto, come molti ricorderanno, quasi duecentomila percettori del sussidio pubblico hanno perso il diritto di incassarlo e il Movimento 5 stelle insieme al Pd hanno provato a fomentare la rivolta contro il governo. Al grido di «tolgono ai poveri per dare ai ricchi», Elly Schlein e i grillini hanno tentato di accusare il presidente del Consiglio di essere un Robin Hood alla rovescia. A Zona bianca, trasmissione di Rete 4 condotta da Giuseppe Brindisi, ho ascoltato le argomentazioni di Chiara Appendino, ex sindaco di Torino e da tempo in cerca di un ruolo perduto. Secondo l’onorevole pentastellata, la maggioranza avrebbe varato una riforma per favorire gli evasori a danno dei disoccupati. Un’argomentazione inventata di sana pianta, ma certamente efficace, soprattutto nei confronti di un pubblico di bocca buona, lo stesso che ancora oggi è convinto che il super bonus non sia stata una misura che ha sfondato le casse dello Stato, facendo un regalo a chi la casa avrebbe potuto ristrutturarsela da solo e a chi sulla casa ha rubato facendo affari illeciti per miliardi. Ma Giorgia Meloni ha trovato il modo di togliere a Giuseppe Conte e a Elly Schlein un argomento per incendiare le piazze al rientro dalle vacanze. Altro che autunno caldo. L’annuncio della tassa sugli extraprofitti delle banche è una doccia fredda per i grillini e per i piddini. Che da oggi dovranno cercare un altro argomento per fare opposizione. Certo, a settembre possono sempre parlare di accoglienza indiscriminata nei confronti dei migranti, ma dopo l’assassinio di Rovereto avranno ancora il coraggio di sostenere che bisogna aprire i porti, criticando le politiche per contenere gli sbarchi? La faccia tosta non manca. A mancare probabilmente saranno i voti alle prossime elezioni europee, in vista delle quali le proteste di piazza sarebbero state il combustibile preferito. Ma con la tassa sulle banche, le polveri a cui dar fuoco, da ieri sono un po’ bagnate.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.