2024-11-07
Quei 94 morti? «Colpa» dello Stato. Chiesto il processo per sei militari
La spiaggia di Cutro, Crotone (Ansa)
Quattro finanzieri e due marinai a rischio giudizio per il naufragio del febbraio 2023.Nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, avveniva il famigerato naufragio di Cutro (impropriamente definito «strage» su certa stampa amante delle iperboli). Il caicco «Summer Love», partito dalla Turchia con un carico di circa 180 clandestini, si arenò su una secca nei pressi di Steccato di Cutro, a causa di un’imprudente manovra degli scafisti, che speravano così di evitare i controlli delle autorità italiane. Con il natante incagliato e il mare in tempesta, persero la vita 94 migranti, a cui si devono aggiungere anche i dispersi.Il naufragio di Cutro, che indubbiamente rappresenta una lancinante tragedia, è però presto diventato un simbolo, o meglio un’arma propagandistica in mano all’ampio fronte immigrazionista: sul banco degli imputati (mediatici) sono subito finiti sia il governo di Giorgia Meloni, insediatosi pochi mesi prima, sia i militari che non sono riusciti a evitare la tragedia. Da un punto di vista giudiziario, invece, sono stati aperti due filoni d’indagine: uno contro gli scafisti e uno a carico di sei militari (quattro della Guardia di finanza e due della Capitaneria di porto).Nella giornata di ieri, ci sono stati nuovi sviluppi per entrambe le inchieste, condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo. Per quanto riguarda i militari, la Procura di Crotone ha chiesto il loro rinvio a giudizio: l’istanza è stata firmata dal pm Pasquale Festa e poi depositata presso la cancelleria del gup del Tribunale di Crotone. A rischiare il processo sono Alberto Lippolis, comandante del Roan (Reparto operativo aeronavale) della Gdf di Vibo Valentia, Antonino Lopresti, luogotenente dello stesso reparto, Nicolino Vardaro, comandante del Gruppo aeronavale di Taranto, Giuseppe Grillo, capo turno della sala operativa della Gdf di Crotone e del Roan di Vibo Valentia, Nicola Nania, ufficiale della Guardia costiera di Roma, e Francesca Perfido, ufficiale di ispezione della Capitaneria di porto di Reggio Calabria. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo: secondo l’accusa, i militari non avrebbero evitato la tragedia a causa della loro presunta «inerzia» e di loro altrettanto presunte «omissioni». Vedremo se il gup si deciderà per il processo. Sulla vicenda, nel frattempo, è intervenuto Giancarlo Giorgetti: «Nell’esprimere piena fiducia nell’operato della magistratura», ha dichiarato il ministro dell’Economia, «voglio anche sottolineare vicinanza e sostegno ai sei militari della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto».Sempre ieri, inoltre, il pm Festa ha chiesto al Tribunale di Crotone dure condanne per tre scafisti del caicco «Summer Love». L’accusa, nello specifico, ha chiesto 18 anni di reclusione e 4,5 milioni di euro di multa per Hasab Hussain, 14 anni e 3,6 milioni per Khalid Arslan (entrambi pachistani) e 11 anni e 2,7 milioni per il turco Sami Fuat. «Se intendiamo lo scafista come comandante della nave», ha chiarito il magistrato nella sua requisitoria, «gli imputati qui presenti non sono scafisti perché non sono in posizione di comando, ma imputiamo loro di aver dato una mano nella gestione dei passeggeri». Marcando alcune differenze tra i tre imputati, il magistrato si è soffermato sul ruolo avuto da Hussain, per cui è stata chiesta la pena più alta: «Era un organizzatore del viaggio, avendo trovato nel suo telefono 74 foto con documenti di identità, assegni e transazioni bancarie di altre persone, che in alcuni casi avevano già raggiunto l’Italia». Stando alla ricostruzione del pm, il pachistano ventiduenne avrebbe anche tratto benefici economici dalla tratta dei migranti.