2023-09-06
Mistero in Gran Bretagna. Troppe morti tra i giovani vaccinati con quattro dosi
I dati dell’istituto britannico di statistica parlano chiaro: i decessi tra i vaccinati sono ogni mese più alti, anche di 16 volte. E non disponiamo dei dati sulle malattie...Mentre in Italia i dati sulla mortalità in eccesso, associata o meno alle vaccinazioni Covid, sono «in via di elaborazione» da parte dell’Iss, l’Istituto superiore della sanità, e a settembre 2023 ancora non si conosce la data in cui saranno resi noti, l’Office for national statistics (Ons) fornisce un quadro preciso dell’extramortalità nel Regno Unito tra il 1° aprile 2021 e il 31 maggio 2023. Ieri, La Verità ha riferito che l’Istat inglese non pubblicherà più «l’analisi dei decessi per stato vaccinale», ma l’ultimo aggiornamento del 29 agosto rivela un numero di morti estremamente preoccupante tra coloro che hanno offerto il braccio per ben quattro dosi di anti Covid. A far ordine, tra i tantissimi dati pubblicati dall’Ons ci ha pensato Maurizio Federico, responsabile del Centro per la salute globale presso l’Iss. Come iniziativa personale, non per input dell’istituto, ha elaborato il grafico che pubblichiamo, prendendo in considerazione i decessi oltre Manica in fascia 18-39 anni. La scelta non è casuale. Nell’intervallo preso in considerazione, la mortalità in generale è la più bassa, perciò se dopo la quarta dose si sono registrati numeri di decessi 3-4 volte maggiori rispetto ai non vaccinati, con picchi di 8-16, qualche campanello d’allarme dovrebbe scattare prima di raccomandare nuove campagne vaccinali.I primi dati presi in considerazione nella tabella elaborata sono quelli di agosto 2022, quando gli inglesi certificano che diventano statisticamente significativi i numeri relativi a quarta dose/booster. In quel mese, ci furono 20 morti non Covid tra i 4.231 quadrivaccinati da almeno 21 giorni, e 106 decessi tra i 207.622 non vaccinati. Trenta giorni dopo, il 9 settembre, su 4.448 con quarta dose, i morti erano saliti a 26 mentre erano scesi a 66 tra 201.007 non vaccinati. Una mortalità in eccesso sorprendentemente alta, in quanti avevano fatto il doppio richiamo. Con il passare dei mesi, aumentava il campione dei plurivaccinati ma rimaneva costante il numero più alto dei decessi, 3 o 4 volte più che nei non vaccinati. Non stiamo riferendoci a porzioni esigue di popolazione, ma a centinaia di migliaia di persone prese in considerazione dall’Istituto di statistica inglese. Perché in Italia, invece, non abbiamo la trasparenza della mortalità in eccesso per stato vaccinale? Come è possibile valutare la percentuale di decessi, correlabile o meno alla somministrazione di due, tre o più dosi? Soprattutto in assenza di una farmacovigilanza attiva, e a un rapporto sugli eventi avversi da vaccino anti Covid, visto che adesso i dati sulle segnalazioni confluiscono nel Rapporto sulla sorveglianza post-marketing di tutti i vaccini, pubblicato solo una volta l’anno dall’Agenzia italiana del farmaco. Va considerato, inoltre, che la morte è un evento estremo, statisticamente ancora più significativo in fascia 18-39 anni dove i fragili sono una percentuale davvero irrilevante (per fortuna), però nulla sappiamo degli eventi intermedi. Ovvero, quali patologie correlabili alla vaccinazione sono insorte in questa fascia di popolazione principalmente sana, e ne sta minando la salute?Perché se pochissimo sappiamo sull’incidenza di eventi avversi nei vaccinati e pluridosati, ancora meno conosciamo le eventuali «correzioni» al vaccino effettuate dalle case farmaceutiche per aumentarne la sicurezza. Stanno monitorando la gravità di tante reazioni, dalle miocarditi alla trombosi venosa profonda, dall’ictus agli aborti? Nell’oscurità in cui siamo ancora avvolti, a quasi tre anni dall’inizio della vaccinazione Covid in Italia, ci viene solo «raccomandato» un ulteriore richiamo con un vaccino aggiornato. Non nella sicurezza. Destinatarie della raccomandazione sono pure le donne in gravidanza e che allattano, come da circolare ministeriale. Non viene tenuto conto delle indicazioni di Pfizer, che sempre ha detto di non aver condotto sperimentazioni in questa fascia delicatissima, e se guardiamo ai dati dell’Ons, possiamo solo rabbrividire.In Italia, l’età media in cui si mette al mondo il primo figlio è 32 anni, ma questo non significa che non ci siano mamme ventenni o comunque più giovani. Guardando alla mortalità in eccesso tra i quadrivaccinati dai 18 ai 39 anni nel Regno Unito, sorgono inevitabili numerosi interrogativi. Molteplici richiami sono davvero utili per la salute di persone sane che se si contagiano non corrono il rischio di contrarre una malattia grave o di morire? Non siamo più nell’emergenza pandemica, quando milioni e milioni di individui hanno accettato di vaccinarsi perché erano stati terrorizzati dal virus e dall’incapacità delle autorità sanitarie di mettere in campo vecchie/nuove cure. Oggi le varianti non preoccupano, «il Sars-CoV-2 ha avuto bisogno di adattarsi all’uomo e diventare endemico. Quindi, finiamola di mettere paura alla gente», ha dichiarato il presidente di Aifa, Giorgio Palù. Eppure, tornano le esortazioni a vaccinarsi, bimbi e sani compresi. Il ministero della Salute e l’Iss dovrebbero prima fare molta chiarezza, su questi farmaci.
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