
Accertamenti medici rapidi ed espulsione per chi mente sull’età. Sarà più facile anche cacciare gli irregolari in pendenza di ricorsi. Aumenta il personale per i controlli sui visti di ingresso e (di 400 unità) il contingente di soldati per «strade sicure».
Varata la stretta sui finti minori e sulle espulsioni rapide. Ad annunciarlo sui social, appena concluso il Consiglio dei ministri ma prima della consueta conferenza, è stato proprio il premier, Giorgia Meloni. «Rendiamo più veloci le espulsioni degli immigrati irregolari pericolosi, introduciamo la piena tutela per tutte le donne e manteniamo quella per i minori ma con le nuove regole non sarà più possibile mentire sull’età reale».
Il terzo provvedimento del governo Meloni sull’immigrazione è approvato, con solo due articoli in meno rispetto alla sua bozza: da 13 a 11. Salta quindi il passaggio che prevedeva l’intervento della Guardia costiera negli hotspot in caso di arrivi consistenti e ravvicinati sul territorio nazionale provenienti dalle rotte marittime del Mediterraneo. Ma c’è un giro di vite sulle espulsioni degli irregolari, che diventano più facili e veloci. Stando ai passaggi approvati, il nuovo decreto legge dispone forti limitazioni sulle domande di asilo reiterate (spesso firmate quasi a bordo dell’aereo che dovrebbe riportare l’espulso in patria) con le quali di solito si riesce a evitare l’allontanamento dal territorio italiano. Per lo straniero che presenta una nuova domanda di protezione internazionale durante l’esecuzione di un provvedimento di espulsione, il presidente della commissione territoriale, in composizione monocratica, valuta preliminarmente e immediatamente l’eventuale inammissibilità della domanda reiterata di protezione internazionale. In questo modo si intende contrastare la cattiva abitudine, consolidata da anni, delle domande di asilo pretestuose e dilatorie.
Il decreto ha previsto anche di rinforzare il personale di polizia da destinare alle ambasciate e ai consolati, per potenziare le attività di controllo e di verifica del rilascio dei visti di ingresso.
Passano anche le disposizioni sugli accertamenti per verificare l’età del minore straniero non accompagnato che tenta di sfruttare le facilitazioni previste dalla legislazione sull’accoglienza. Verranno autorizzati dalla Procura della Repubblica del tribunale per i minorenni. Se si riscontra che l’età dichiarata non corrisponde a quella reale, lo straniero rischia una condanna per la falsa attestazione, che potrà essere sostituita dall’espulsione dal territorio nazionale. In caso di dubbio, però, prevedeva anche la bozza, gli stranieri sospetti verranno comunque ritenuti minorenni, come previsto dalle direttive europee. Gli accertamenti sui minori con età dubbia, inoltre, si potranno svolgere molto più rapidamente, con poteri da affidare all’autorità di pubblica sicurezza a disporre, qualora se ne presenti la necessità, rilievi dattiloscopici, antropometrici e sanitari, compreso il ricorso a raggi X. Prevista anche la possibilità di accogliere nei centri ordinari, e non solo in quelli per minorenni, chi ha tra i 16 e i 18 anni. In caso di indisponibilità di strutture dedicate, sarà quindi il prefetto a poter disporre il provvisorio inserimento del minore, che a una prima analisi appare di età superiore ai 16 anni (per un periodo comunque non superiore a 90 giorni), in una specifica sezione dedicata nei centri ordinari. Finora solo le donne in stato di gravidanza o le madri con minori venivano inserite subito nel sistema di accoglienza di secondo livello. Per tutte le altre, la normativa prevedeva lo stesso trattamento degli uomini adulti.
Il decreto corregge questa grave anomalia e garantisce ora a tutte le donne migranti, dunque non più solo a quelle in stato di gravidanza, l’accesso nelle strutture di maggiore tutela. In questo caso si tratta quindi di una estensione, per i vulnerabili, della possibilità di accedere al sistema di accoglienza. Il personale delle Forze armate dell’operazione «Strade sicure», condotta ininterrottamente dal 4 agosto 2008 dall’Esercito italiano, che vede al momento 5.000 militari impegnati nelle città per la vigilanza di siti sensibili (erano 7.000 prima della sforbiciata del secondo governo Conte), verrà incrementato dall’1 ottobre al 31 dicembre 2023 di ulteriori 400 unità.
Ma il governo ha anche messo sul piatto 5 milioni di euro per il 2023 e 20 milioni di euro dal 2024 e fino al 2030 per interventi a sostegno della polizia di Stato e dei Vigili del fuoco.
Approvati anche i passaggi sugli stranieri considerati pericolosi, con possibilità di espulsione nonostante un permesso di soggiorno di lungo periodo, «per gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato dal ministro dell’Interno», dandone preventiva notizia al presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri. Nel caso di gravi motivi di pubblica sicurezza, invece, sarà il prefetto a poter decretare l’espulsione.
Infine, sarà possibile allontanare anche i destinatari di una misura di sicurezza per pericolosità sociale (punto con il quale si sarebbe andato a sanare il gap legislativo che aveva creato il cortocircuito sulla mancata espulsione di Nweke Chukwuka che lo scorso agosto ha assassinato a Rovereto Iris Setti). «In questo caso c’è una necessità di chiedere il nulla osta all’autorità giudiziaria, ma è stato previsto il silenzio assenso», ha spiegato in conferenza stampa il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Il ministro ha anche spiegato che si potrà derogare, nei casi di situazioni di estrema urgenza connesse ad arrivi consistenti e ravvicinati, ai parametri di capienza per le strutture fissate da Regioni ed enti locali.
La tassa per i rifiuti, infine, non sarà più dovuta per le strutture comunali che ospitano migranti e il servizio di smaltimento potrà essere assicurato dai prefetti.






