2021-12-30
Il sogno di Michelle è riportare gli Obama alla Casa Bianca. Però non ci riuscirà
Michelle e Barack Obama (Getty Images)
Per i suoi fan «è fantastica, eloquente, intelligente, è moglie di Barack». Ma la sinistra dem non le perdona soldi e scelte.Si torna a parlare di Michelle Obama come candidata alla Casa Bianca. Il conduttore di podcast, Joe Rogan, ha recentemente affermato che l’ex first lady potrebbe conquistare la presidenza degli Stati Uniti nel 2024. «È fantastica, è eloquente, è intelligente, è la moglie del miglior presidente che abbiamo avuto nella nostra vita, può vincere», ha dichiarato, ipotizzando un ticket presidenziale che vedrebbe Michelle affiancata all’attuale vicepresidente americana, Kamala Harris. Non è la prima volta che il nome dell’ex first lady circola in vista del 2024. Il mese scorso, un sondaggio Hill-Harris X rilevò che, nel caso Joe Biden decidesse di ritrarsi, le candidate più popolari per la prossima nomination dem risulterebbero proprio la Harris e la Obama. Michelle, in questi ultimi anni, non è d’altronde rimasta con le mani in mano. Gli Obama hanno siglato accordi con Netflix e Spotify, oltre a un contratto da 65 milioni di dollari con la casa editrice Penguin Random House per le loro memorie. Al di là della remunerazione economica, la coppia si sta quindi muovendo per espandere progressivamente il proprio pubblico: un segnale che potrebbe essere indicativo di un interesse elettorale da parte di Michelle. Tutto questo, senza dimenticare l’Obama Foundation, che vanta tra i suoi finanziatori il fondatore di Amazon e proprietario del Washington Post Jeff Bezos, la Bill & Melinda Gates foundation, la Open society di George Soros, la Oprah Winfrey charitable foundation e la Silicon Valley community foundation. A tutto questo si aggiungano gli interventi pubblici che l’ex first lady ha tenuto negli ultimi tempi. A marzo scorso, si è schierata con Meghan Markle nella sua diatriba con la famiglia reale inglese sulle accuse di razzismo. Nello stesso mese, ha dato il suo endorsement al For the people act: il controverso disegno di legge, promosso dai dem, che - con la scusa dell’espansione del diritto di suffragio - punta a indebolire i requisiti di sicurezza per votare via posta. Era invece agosto 2020, quando - durante la convention nazionale del Partito democratico - Michelle accusò Donald Trump di chiudere i migranti minorenni dentro delle «gabbie». Dimenticò tuttavia di precisare che quelle controverse strutture erano state realizzate ai tempi della presidenza di suo marito, mentre non poteva ancora sapere che Biden (da lei stessa sostenuto), poco dopo essere entrato in carica, ne avrebbe riaperte alcune per far fronte all’incremento dei flussi migratori alla frontiera meridionale (una circostanza, questa, che ha attirato all’attuale presidente le critiche di Alexandria Ocasio-Cortez). Se è ancora presto per parlare con certezza di una candidatura, i segnali che vanno in questa direzione ci sono tutti. La domanda da porsi è se l’ex first lady avrebbe in caso la strada spianata verso la Casa Bianca come alcuni suggeriscono. Nonostante il ruolo di kingmaker che il consorte si è ritagliato nell’Asinello, la via da percorrere potrebbe rivelarsi più complicata del previsto. Sebbene certa retorica mediatica sostenga il contrario, gli Obama non sono poi così popolari tra alcuni rilevanti settori dell’elettorato dem. Soprattutto la sinistra di Bernie Sanders non ha mai perdonato loro di aver sostenuto Hillary Clinton alle primarie del 2016 e Biden a quelle del 2020: in entrambi i casi, con il preciso intento di azzoppare la candidatura dello stesso Sanders. Anche il potente (e danaroso) network che finanzia la fondazione della coppia non deve essere troppo gradito ai colletti blu di Stati come il Michigan e la Pennsylvania. Del resto, gli Obama si sono lasciati assorbire da quell’establishment a cui, nel lontano 2008, avevano invece dichiarato guerra. In secondo luogo, non è affatto automatico che un’eventuale candidatura di Michelle verrebbe accettata senza batter ciglio. Svariate indiscrezioni parlano già da settimane di una rivalità sotterranea tra la Harris e l’attuale segretario ai Trasporti, Pete Buttigieg, in vista delle prossime primarie dem. In un clima così competitivo, è quindi difficile credere che Michelle possa riuscire magicamente a imporsi senza contestazioni. L’ultima ex first lady che si candidò, pretendendo la Casa Bianca quasi per diritto dinastico fu Hillary Clinton: si è visto come è andata a finire. Qualcuno magari dirà che Michelle ha dalla sua il fatto di essere una donna di colore: una tale considerazione lascia tuttavia il tempo che trova. Prova ne è il crollo nei consensi registrato dalla stessa Kamala Harris, dopo essersi dimostrata del tutto inadeguata nel gestire il ruolo che attualmente ricopre. Davanti alla realtà, le bizze ideologiche della identity politics sono infatti destinate a sciogliersi come neve al sole. E non è granché chiaro quali competenze vanti oggi Michelle in materie come gestione dell’immigrazione clandestina, approvvigionamento energetico e politica estera. Tra l’altro non è affatto detto che i dem avranno l’esclusiva delle minoranze etniche tra i propri candidati nel 2024. Nel campo repubblicano sta infatti scaldando i motori l’indo-americana Nikki Haley, che è stata governatrice del South Carolina e ambasciatrice statunitense all’Onu: un curriculum forse «leggermente» più solido di quello della Harris e della Obama. Senza poi trascurare che, proprio con Trump, i repubblicani sono tornati a crescere tra le minoranze etniche. Qualora si concretizzasse, la candidatura di Michelle rischierebbe quindi di rivelarsi l’ennesima operazione di marketing politico: molto fumo e poco arrosto. Siamo sicuri che i democratici, già abbondantemente in crisi, ne abbiano bisogno?
Foto @Elena Oricelli
Dal 6 dicembre il viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026 toccherà 60 città italiane tra concerti, sportivi e iniziative sociali, coinvolgendo le comunità in vista dei Giochi.
Coca-Cola, partner del viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026, ha presentato le iniziative che accompagneranno il percorso della torcia attraverso l’Italia, un itinerario di 63 giorni che partirà il 6 dicembre e toccherà 60 città. L’obiettivo dichiarato è trasformare l’attesa dei Giochi in un momento di partecipazione diffusa, con eventi e attività pensati per coinvolgere le comunità locali.
Le celebrazioni si apriranno il 5 dicembre a Roma, allo Stadio dei Marmi, con un concerto gratuito intitolato The Coca-Cola Music Fest – Il viaggio della Fiamma Olimpica. Sul palco si alterneranno Mahmood, Noemi, The Kolors, Tananai e Carl Brave. L’evento, secondo l’azienda, vuole rappresentare un omaggio collettivo all’avvio del percorso che porterà la Fiamma Olimpica in tutta Italia. «Il viaggio della Fiamma unisce storie, territori e persone, trasformando l’attesa dei Giochi in un’esperienza che appartiene a tutti», ha dichiarato Luca Santandrea, general manager olympic and paralympic Winter Games Milano Cortina 2026 di Coca-Cola.
Come in altre edizioni, Coca-Cola affiancherà il percorso selezionando alcuni tedofori. Tra i nomi annunciati compaiono artisti come Noemi, Mahmood e Stash dei The Kolors, volti dell’intrattenimento come Benedetta Parodi e The Jackal, e diversi atleti: Simone Barlaam, Myriam Sylla, Deborah Compagnoni, Ivan Zaytsev, Mara Navarria e Ciro Ferrara. La lista include anche associazioni attive nel sociale – dalla Croce Rossa al Banco Alimentare, passando per l’Unione italiana dei ciechi e ipovedenti – a cui viene attribuito il compito di rappresentare l’impegno civile legato allo spirito olimpico.
Elemento ricorrente di ogni tappa sarà il truck Coca-Cola, un mezzo ispirato alle auto italiane vintage e dotato di schermi led e installazioni luminose. Il convoglio, accompagnato da dj e animatori, aprirà l’arrivo della torcia nelle varie città. Accanto al truck verrà allestito il Coca-Cola Village, spazio dedicato a musica, cibo e attività sportive, compresi percorsi interattivi realizzati sotto il marchio Powerade. L’azienda sottolinea anche l’attenzione alla sostenibilità: durante il tour saranno distribuite mini-lattine in alluminio e, grazie alla collaborazione con CiAl, sarà organizzata la raccolta dei contenitori nelle aree di festa. Nelle City Celebration sarà inoltre possibile sostenere il Banco Alimentare attraverso donazioni.
Secondo un sondaggio SWG citato dall’azienda, due italiani su tre percepiscono il Viaggio della Fiamma Olimpica come un’occasione per rafforzare i legami tra le comunità locali. Coca-Cola richiama inoltre la propria lunga presenza nel Paese, risalente al 1927, quando la prima bottiglia fu imbottigliata a Roma. «Sarà un viaggio che attraverserà territori e tradizioni, un ponte tra sport e comunità», ha affermato Maria Laura Iascone, Ceremonies Director di Milano Cortina 2026.
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Nicola Fratoianni, Elly Schlein e Angelo Bonelli (Ansa)
Ecco #DimmiLaVerità del 25 novembre 2025. Il deputato del M5s Marco Pellegrini commenta con noi il piano di pace di Donald Trump per l'Ucraina.