2023-12-23
        Da Prodi a Monti: delusi i becchini del Mes
    
 
Secondo la stampa, il no alla ratifica del Meccanismo di stabilità doveva essere una tragedia. Eppure lo spread è leggermente calato. E l’isolamento nell’Unione resta un sogno della sinistra. L’opposizione non è abituata a un governo che mantiene la parola.Una tragedia. A leggere i giornali italiani, aver votato no al Mes, meccanismo europeo di stabilità, equivarrebbe, per il nostro Paese, a un danno incalcolabile. Le pagine del gruppo Gedi (ossia di Repubblica e della Stampa, vale a dire di casa Agnelli) sono lenzuolate di dolore, con titoli da far tremare le vene dei polsi. «Un no che Meloni pagherà caro», strilla Marcello Sorgi sul giornale sabaudo. «Grave errore, Roma isolata nella Ue», va in soccorso Tito Boeri sul medesimo quotidiano. «Strappo con l’Europa», si preoccupa la testata fondata da Eugenio Scalfari. «Scelta folle che isola il Paese e lo rende più debole dentro e fuori», rincara la dose Romano Prodi, che da una settimana a questa parte è resuscitato dall’oblio. «Danni a tutta la Ue. L’Italia inaffidabile torna a preoccupare alleati e mercati», sentenzia in sovrappiù il giornale diretto da Maurizio Molinari. Per non essere da meno anche il Corriere della Sera ha voluto dire la sua, scomodando un becchino d’eccezione, ovvero Mario Monti. «Adesso l’Italia esca dall’angolo» è il titolo dell’editoriale in cui si presuppone che votando contro il Mes sia finita. Pezzo di approfondimento dello stesso tono degli altri: «La (brutta) fiera delle ambiguità. Così si riaffaccia il fronte populista». Ho voluto fare una piccola rassegna stampa, restringendo il campo ai giornaloni, per dire quanto sia facile per i quotidiani e gli editori che li controllano deformare la realtà. Infatti, a testate unificate qualcuno ha deciso che dire no al Mes, ossia al fondo Salva Stati (ma sarebbe meglio dire Salva banche, degli altri, in particolare della Germania) sia un grave errore che l’Italia pagherà a caro prezzo. Anzi, secondo l’organo unico del partito catastrofista, sta già pagando, con l’aumento dello spread e un crescente isolamento. Ma né l’una né l’altra cosa sono vere. La prima, ossia il differenziale fra i nostri titoli di Stato e quello dei bund tedeschi, è semplicemente un’aspettativa di quanti sperano che il nostro Paese sia punito perché loro non hanno ottenuto ragione. Da Monti a Prodi, passando per i vari commentatori, erano tutti certi della reazione dei mercati di fronte alla bocciatura del Meccanismo europeo di stabilità: peccato che il giorno dopo il voto parlamentare che ha messo la parola fine su una discussione che andava avanti da anni, i cosiddetti investitori internazionali non hanno fatto un plissé. Anzi: lo spread è leggermente calato. Dunque, invece di reagire negativamente, si può dire che se il mercato non l’ha presa con favore, di certo la decisione non ha spaventato nessuno, men che meno i grandi fondi d’investimento internazionali. Del resto, se rifiuti di assoggettarti alle norme capestro pur di assicurarti di avere credito anche in una futura crisi finanziaria, vuol dire che ritieni di non correre alcun rischio e dunque si tratta di un messaggio rassicurante, che non può certo allarmare i desk delle società che pianificano su quali mercati puntare.Quanto all’isolamento in Europa e alla preoccupazione degli alleati, di cui a Repubblica e in altre redazioni sono tanto sicuri, forse è bene segnalare che sulle principali testate del Vecchio continente non c’è traccia né della decisione presa ieri alle Camere né dei giudizi allarmati che sarebbero stati emessi dalle principali cancellerie. Non c’è giornale che abbia espresso critiche nei confronti della decisione, né articolo che abbia messo in dubbio l’affidabilità del nostro Paese, che - evidentemente - sta tutto nelle teste dei colleghi che ieri hanno vergato lunghe articolesse. Però, oltre ai riflessi che non ci sono, c’è un altro aspetto interessante ed è costituito dal fatto che la grande stampa pare sorpresa che Giorgia Meloni abbia tenuto fede alla parola data. Evidentemente abituati a politici che promettono una cosa e ne fanno un’altra, i cronisti parlamentari, invece di lodare la coerenza del presidente del Consiglio, la bacchettano. Fino all’ultimo infatti, avevano scommesso che il governo sarebbe stato costretto a fare retromarcia, ma una volta sbugiardati, invece di fare ammenda se la prendono con chi ha mantenuto la parola. Semmai ci sarebbe stato da prendere per i fondelli altri, come ad esempio Giuseppe Conte o il Pd. Loro sì hanno dimostrato di essere facili banderuole. Il capo dei 5 stelle nel 2018, prima di accoppiarsi con i compagni, era un fiero avversario del Mes, poi nel 2021, quando già era spacciato, ignorando le disposizioni del Parlamento, diede il via libera alla procedura di ratifica. Giovedì, dopo aver sparato a zero su Giorgia Meloni, è tornato sui suoi passi votando contro: un normale esempio di politico che segue il vento, pronto a tutto e al contrario di tutto. Anche nel Pd un tempo erano contrari, da Enrico Letta a David Sassoli non ne volevano sapere. Ma poi è arrivata Elly Schlein, che credo capisca di Mes quanto io di fisica nucleare, ed ecco rivoltata la frittata. Quei pochi che il trattato che regola il Meccanismo europeo di stabilità lo hanno letto, come ad esempio il nostro Giuseppe Liturri, sanno che cosa ci siamo evitati e si rallegrano per la decisione della maggioranza. Gli altri parlano per partito preso. O meglio, per il partito che vorrebbero essere, vale a dire la sinistra tedesca e francese, che a differenza della nostra fa l’interesse del proprio Paese.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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