2025-01-31
Merkel sferza la Cdu. Ma Afd piace pure a tanti degli stranieri fatti entrare da lei
Angela Merkel, ex cancelliera della Germania
L’ex cancelliera condanna l’asse coi sovranisti, ormai sdoganati pure tra gli immigrati. Il Bundestag discute se metterli fuorilegge.Quale migliore occasione per scongelare Angela Merkel, rispetto alla caduta del Brandmauer, il «muro di protezione» innalzato dai partiti di sistema per fermare Alternative für Deutschland? Ieri, l’ex cancelliera ha interrotto il buen retiro per bacchettare il leader dei suoi cristiano-democratici, Friedrich Merz, il quale ha infranto quella barriera, incassando l’approvazione al Bundestag di una mozione anti immigrazione, grazie anche ai voti dell’estrema destra. L’apertura alla compagine di Alice Weidel e Tino Chrupalla, ha detto la Merkel, è «sbagliata» e rinnega una promessa che Merz le avrebbe fatto lo scorso novembre: «Maggioranze solo con i partiti di centro». «Questa proposta e la posizione a essa associata», ha commentato la donna che guidò la Germania dal 2005 al 2021, «erano un’espressione di grande responsabilità politica, che io appoggio pienamente». Certo, Merkel non ignora cosa stia spingendo Afd, che ormai, in vista delle elezioni del 23 febbraio prossimo, viaggia sul 20%: i clandestini fuori controllo e gli attentati nelle città tedesche. Dell’invasione di stranieri, in larga parte musulmani, lei stessa è responsabile: nel 2015 e nel 2016, spalancò i confini a oltre 1 milione e 200.000 immigrati. È necessario, ha esortato l’ex cancelliera, «che tutti i partiti democratici lavorino insieme, al di là dei confini partitici, non tatticamente, ma onestamente, con toni moderati e sulla base del diritto europeo, facendo tutto il possibile per prevenire questi terribili attacchi» terroristici.Nel frattempo, in Parlamento, quelli che la Merkel chiama «partiti democratici» hanno iniziato a discutere - molto democraticamente - se sia il caso di mettere al bando Afd, dichiarandola incostituzionale. Pensare che, mentre un sopravvissuto ad Auschwitz, per protesta, annunciava di voler restituire la sua croce federale al merito, il Parlamento tedesco approvava una mozione contro l’antisemitismo pure con i voti di Alternative für Deutschland. Ieri, fuori la sede della Cdu i manifestanti hanno contesato il patto col diavolo in odore di neonazismo. Oggi è atteso il passaggio parlamentare decisivo sulla proposta di legge sull’immigrazione, che imporrebbe un giro di vite sul diritto d’asilo. Chi giubila per la svolta è il premier ungherese, Viktor Orbán, che ha commentato così la notizia dell’asse Cdu-Afd: «Buongiorno Germania, benvenuta nel club!». Gli ha risposto, su X, l’account del ministero degli Esteri: «Siamo già nel più grande di tutti i club. Si chiama Unione europea». È intervenuto pure Matteo Salvini sul crollo dello steccato anti destra: «È un chiaro segnale: anche a Berlino il vento sta cambiando». E s’intravedono già possibili ricadute sull’Ue. L’eurodeputato Roberto Vannacci ha preso spunto dal titolo del suo libro, Il mondo al contrario: l’intesa al Bundestag significa che «il mondo si sta raddrizzando». Il gruppo leghista all’Eurocamera ha bacchettato Merkel: «Ancora parla? Il vento sta cambiando». Secondo Carlo Fidanza, capodelegazione di Fdi nell’Unione, Afd deve risolvere «le ambiguità legate alla collocazione internazionale»; tuttavia, bisognerà superare «la sindrome del cordone sanitario». Che ha diviso pure Ecr e Id a Bruxelles e Strasburgo.Funerei i toni del cancelliere socialdemocratico uscente, Olaf Scholz: «Abbiamo perso tutti. È stata la rottura di un tabù». I Verdi dell’Ue sono scivolati nel paradosso: la loro capogruppo, la tedesca Terry Reintke, ha lodato il «forte avvertimento» della Merkel affinché «le forze del centro democratico lavorino insieme». Così gli ecologisti, oltre a riscoprirsi centristi, hanno scelto di aggrapparsi all’ex cancelliera, che stipulava con i russi gli accordi per il gas. Alla faccia delle energie rinnovabili.In realtà, l’eventuale coesistenza tra Afd e cristiano-democratici non è scontata e non parte proprio col vento in poppa. Ieri, Chrupalla, capogruppo dal Bundestag dei vituperati sovranisti, ha confermato che il suo partito è pronto a governare insieme alla Cdu. Eppure, ha sparato a zero su Merz: «Sarà difficile collaborare con uno che ci insulta definendoci “ciarpame”». Poi, altre carinerie: «Merz è il Joe Biden della Germania, un politico del passato. Non credo farà ancora politica a lungo nella Repubblica federale».Ora la Merkel si straccia le vesti. Ma oltre ad aver innescato lei la crisi migratoria che, insieme alle fragilità economiche dell’ex Ddr, ha tirato la volata ad Afd, probabilmente ha pure accolto alcuni di quelli che, una volta regolarizzati, sarebbero diventati elettori di Weidel e soci. Lo si intuisce dallo studio del Centro tedesco per la ricerca sull’integrazione e la migrazione (DeZim), da poco pubblicato. Alternative für Deutschland presenta quasi lo stesso potenziale (22% contro 20,1%) tra gli elettori autoctoni e gli elettori con radici straniere. Tra costoro, i meno disposti a votarla restano gli oriundi turchi; quelli più favorevoli, i cittadini con origini in uno Stato ex sovietico. Colpiscono le loro ragioni: il 33,3% degli immigrati di prima o seconda generazione intenzionati a virare a destra si dice mosso dalla «speranza di cambiamento». È meglio farsele due domandine, no?
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