2025-01-07
Accordo Italia-Musk: all’opposizione basta la voce per impazzire
Giorgia Meloni con Elon Musk (Ansa)
Palazzo Chigi sul contratto da 1,6 miliardi: «Nessuna firma». Pd, Renzi, M5s all’attacco. All’orizzonte l’ombra del Colle.Nemmeno il tempo di smontare l’albero di Natale ed ecco che scoppia il caso politico sui satelliti di Elon Musk. Riavvolgiamo il nastro dei fatti. Giorgia Meloni vola in Florida da Donald Trump, con una visita a sorpresa durata poche ore e alla quale non partecipa Musk perché impegnato in un altro evento. Nel primo pomeriggio di domenica il premier è già atterrato a Ciampino. Attorno all’ora di cena l’agenzia Bloomberg scrive che l’Italia è in discussioni avanzate con la Spacex di Musk per un contratto di cinque anni che prevede la fornitura al governo di servizi di telecomunicazione sicuri, un’operazione del valore di 1,6 miliardi di dollari. Il progetto, che secondo l’agenzia americana è stato approvato dai servizi di intelligence di Roma e dal ministero della Difesa italiano, prevede un sistema criptato di massimo livello per le reti telefoniche e i servizi Internet del governo, le comunicazioni militari e i servizi satellitari per le emergenze. Il blitz negli Usa della Meloni avrebbe dato un’accelerazione al dossier, chiosa Bloomberg.Seguono subito reazioni preoccupate di alcuni editorialisti, come l’economista Alessandro Penati che sul Domani scrive un commento dal titolo già eloquente («Le ingerenze di Musk nella politica Ue ma i suoi interessi sono tutti economici») che si conclude ricordando come in Brasile gli attacchi a Lula tramite X siano «finiti quando il governo ha imposto la sospensione dell’attività a Starlink e favorito l’ingresso della cinese Spacesail». Tradotto: meglio i satelliti cinesi del «democratico» Lula con quelli della «tecnodestra» del perfido Elon. Nella tarda mattinata di ieri da Palazzo Chigi arriva una nota: «La presidenza del Consiglio smentisce che siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il governo italiano e la società Spacex per l’uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink. Le interlocuzioni con Spacex rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società, in questo caso con quelle che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati». Nel comunicato poi si aggiunge: «La stessa presidenza del Consiglio smentisce ancora più categoricamente, considerandola semplicemente ridicola, la notizia che il tema di Spacex sia stato trattato durante l’incontro con il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump».Insomma, nessun contratto o accordo è stato firmato, né il tema è stato al centro della visita a Mar-a-lago. Del resto, già nei primi mesi dell’anno scorso avevamo riportato le voci sull’Italia possibile cliente di Starlink anche per recuperare i ritardi sulla copertura con la fibra delle aree bianche (su 8 milioni di abitazioni, più della metà è ancora senza banda larga). Non solo. Lo scorso 7 novembre sul tema era intervenuto anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto: «Oggi c’è solo Starlink sui satelliti in bassa quota per la comunicazione. Per raggiungere il livello di Starlink serve una capacità di lanciarli che oggi nessuno ha e nessuno ha ai costi di Starlink. Nessun altro è in grado di far tornare un lanciatore così. Abbiamo quindi un privato, Elon Musk, che ha un monopolio sostanziale. Ti puoi permettere di non parlare con quel privato? Puoi mettere in campo un sistema tuo, e l’Europa ci sta pensando, ma arriverà tra 10-15 anni», aveva detto Crosetto in audizione alla commissione Affari esteri e Difesa del Senato. A favore dell’accordo Matteo Salvini: «Musk è un protagonista dell’innovazione a livello mondiale: un eventuale accordo con lui per garantire connessione e modernità in tutta Italia non sarebbe un pericolo ma una opportunità».Intanto, Musk getta benzina sul fuoco. Rispondendo su X alle rassicurazioni sulla sicurezza e le garanzie di sovranità del sistema Starlink, pubblicate sullo stesso social dal suo referente in Italia, Andrea Stroppa, ieri Musk si è dichiarato «pronto a fornire all’Italia la connettività più sicura e avanzata». L’osso per l’opposizione è troppo ghiotto per lasciarselo scappare. Ecco, quindi, la raffica di esternazioni: il leader di Iv, Matteo Renzi, tuona su X che «il governo non può dare un miliardo e mezzo a un privato senza gara o comunque evidenza pubblica». Il segretario del Pd, Elly Schlein, chiede alla Meloni di venire «immediatamente a riferire in Parlamento sulle trattative con Musk» perché «l’Italia non si svende». Stessa musica dal leader del M5s, Giuseppe Conte, che chiede al governo «immediata trasparenza di fronte al Parlamento» mentre per Nicola Fratoianni di Avs si tratta di «interlocuzioni inquietanti». Barricate anti Musk a opposizioni unificate. E chissà se le stesse preoccupazioni agitano anche il Quirinale: a dicembre il presidente Sergio Mattarella, senza mai citare direttamente Musk, aveva lanciato una stoccata contro la «privatizzazione del potere pubblico» e «il pericolo tecnocapitalista». Una reazione che va vista anche con gli occhi diretti all’Europa. E a proposito della Ue, ieri un portavoce della Commissione europea nel briefing quotidiano con la stampa ha detto: «Non abbiamo ricevuto nessuna informazione dalle autorità italiane, l’Italia è uno Stato sovrano e può concludere accordi». Rispondendo poi a una domanda sulla possibilità che eventuali accordi con Starlink possano coesistere con il progetto europeo Iris2, diretto concorrente dell’infrastruttura di Musk, il portavoce ha aggiunto: «Dovrò controllare i dettagli tecnici, ma di sicuro l’Italia farà parte del progetto Iris». Che, però, dovrebbe essere pienamente operativo solo nel 2030.
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