2023-02-21
Meloni in tour tra Varsavia e Kiev: via al centrodestra Ue con l’ok Usa
Giorgia Meloni e Mateusz Morawiecki (Ansa)
Il premier italiano ha incontrato l’omologo polacco e oggi vedrà Volodymyr Zelensky (e forse Joe Biden): si rafforza l’asse con la Casa Bianca per un’alternativa all’alleanza franco-tedesca. Si lavora al patto tra Ecr e Ppe.Qualcuno continua a ripetere che Giorgia Meloni sarebbe isolata dal punto di vista internazionale. Una tesi che fa acqua da tutte le parti. Lo dimostra il viaggio che il presidente del Consiglio sta effettuando in Europa orientale. Stando a quanto noto nel momento in cui La Verità andava in stampa, la Meloni sarà oggi a Kiev, dove è previsto un faccia a faccia con Volodymyr Zelensky. Tutto questo, mentre ieri si è recata a Varsavia per un incontro con Mateusz Morawiecki. Nella conferenza stampa congiunta, il premier polacco ha elogiato la forza delle relazioni italo-polacche e l’«Europa delle patrie», sottolineandone i valori «democratici» e «cristiani». Morawiecki ha inoltre affrontato il tema dei legami commerciali e della «pressione migratoria». Anche la Meloni ha parlato della forza delle relazioni commerciali e culturali tra Roma e Varsavia. «Noi vogliamo un’Europa che sia gigante politico, non burocratico», ha detto la premier, invocando maggiore fermezza sull’immigrazione clandestina da parte dell’Ue. I due leader hanno infine ribadito solido sostegno a Kiev contro l’invasione russa. Che l’inquilina di Palazzo Chigi sposasse un orientamento nettamente atlantista, non è mai stata una novità. Tuttavia quanto emerge da questo suo tour politico-diplomatico in Europa orientale è significativo. Oltre ad aver incassato gli elogi del deputato ucraino Sviatoslav Yurash, la Meloni ha infatti rafforzato i rapporti con il governo di Varsavia. Ricordiamo che il nostro premier è anche presidente dell’Ecr, di cui il partito Diritto e Giustizia, attualmente al potere in Polonia, rappresenta una delle forze politiche più importanti. Da anni la sinistra italiana critica la Meloni per questa sua alleanza con i conservatori polacchi, sostenendo che Varsavia starebbe sprofondando in una non meglio precisata deriva autoritaria. Anche ultimamente vari politici e analisti sostengono che la sponda polacca isolerebbe l’Italia. In particolare, c’è chi –come il Pd – auspicherebbe un ritorno alla totale amicizia (o forse sudditanza?) nei confronti dell’asse francotedesco. E invece no. La linea della Meloni può rivelarsi vincente.Primo: il governo di Varsavia rappresenta il principale referente degli Stati Uniti in seno all’Ue. Consolidare i legami con la Polonia significa quindi consolidarli indirettamente anche con Washington. Secondo: Varsavia riveste un peso decisivo in seno alla Nato ed è in prima linea nel sostegno all’Ucraina contro l’invasione russa. Ragion per cui la sponda con la Polonia può aiutare l’Italia a contare di più all’interno dell’Alleanza atlantica. Un fattore, questo, che potrebbe portare prima o poi Roma ad assumere un ruolo di leadership nel contesto del fianco meridionale della Nato (anche perché gli anelli di congiunzione tra la crisi ucraina e il Mediterraneo allargato sono numerosi).Del resto, chi cita gli attriti tra la Meloni e l’asse francotedesco come prova dell’isolamento di Roma, non sa probabilmente di che cosa parla. Da quando Joe Biden è arrivato alla Casa Bianca, i rapporti tra Washington e Parigi sono addirittura peggiorati rispetto alla pur turbolenta stagione di Donald Trump (basti pensare alla crisi dei sottomarini di settembre 2021 o a tutte le volte che Emmanuel Macron ha strizzato l’occhio al Cremlino). Inoltre, la Francia sta perdendo influenza sul Sahel. Tutto questo, mentre l’attuale governo tedesco, oltre a rivelarsi agitato da divisioni intestine, persiste nell’avvicinarsi a Pechino. Una serie di circostanze che sta portando Washington a rivalutare il ruolo di Roma nel Mediterraneo, ritenendo Parigi e Berlino sempre più inaffidabili. Non sarà del resto un caso che, nelle scorse settimane, si è registrata una sponda tra Italia e Usa sul dossier libico.Ma c’è un altro punto da sottolineare. Anche Biden, dopo la sua visita a sorpresa di ieri a Kiev, si è recato in Polonia (e quando La Verità è andata in stampa non si dava per impossibile un suo incontro con la Meloni in loco). Ora, è chiaro che l’obiettivo principale per il presidente americano è quello di un rafforzamento del fianco orientale della Nato. Tuttavia non è escludibile che questa sua visita polacca miri (anche) a sostenere il progetto di un’alleanza tra il Ppe e l’Ecr in vista delle elezioni europee del 2024 (un progetto il cui laboratorio, secondo molti, è rappresentato proprio dall’attuale governo italiano). Si tratta di uno scenario d’altronde caldeggiato da vari circoli di Washington (a partire dal think tank conservatore Heritage Foundation). Certo: a prima vista potrebbe sembrare paradossale che il democratico Biden sia favorevole a una simile alleanza di centrodestra. Ma qui il discorso è geopolitico, non ideologico. La Casa Bianca ha necessità di un blocco europeo rigorosamente atlantista. E un simile obiettivo non è possibile con il Pse. La Spd intrattiene storici legami con Russia e Cina, mentre i governi targati Pd hanno avvicinato l’Italia a Pechino e Teheran. Alla luce di ciò, è chiaro che un asse tra Ecr e Ppe sia alla fine preferibile anche per l’establishment del Partito democratico americano. Soprattutto in vista delle presidenziali del 2024. Insomma, la Meloni sta lavorando per creare una rete politica alternativa a quella francotedesca, giocando di sponda con polacchi e americani. Un progetto che spaventa sia Macron sia il Pse. Questo vuol dire non solo che Roma non è isolata. Ma che probabilmente è anche sulla strada giusta. Troppo spesso i nostri interessi nazionali sono stati sacrificati sull’altare di quelli francotedeschi. Finalmente si inizia a cambiare direzione.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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