2024-12-16
Meloni fa neri Elly, Landini e Prodi. Toghe scatenate pronte allo sciopero
Giorgia Meloni ad Atreju (Ansa)
Il premier infiamma l’ultima giornata di Atreju. Risponde al Professore: «Di obbedienza se ne intende», e lancia stoccate a Schlein e Cgil. L’Anm intanto fa le barricate contro la riforma della magistratura: «Paternalista».Chissà se dal Circo Massimo, dove si è tenuto Atreju, le parole di Giorgia Meloni ce la fanno ad arrivare al Quirinale. Sta per andare in scena una sorta di «rivolta» dei magistrati contro il governo quasi che Giuseppe Santalucia segretario dell’Associazione nazionale magistrati abbia ascoltato l’appello del segretario della Cgil, Maurizio Landini, alla rivolta sociale. Sergio Mattarella dovrà far sapere da che parte sta. Le toghe impugnano la Costituzione come una clava, il premier s’appella alla legittimità democratica. Tutto nasce da un passaggio del discorso finale di Giorgia Meloni sotto il tendone di Fdi zeppo come un uovo con la Canzone degli italiani (Inno di Mameli) intonata a pieni polmoni da migliaia di militanti che sventolavano una selva di bandiere tricolori. C’era anche un drappello di bandiere rumene a significare che lì ad Atreju i blitz contro la volontà popolare non piacciono, che lì sta di casa una visione dell’Europa molto diversa da quella dirigistico-burocratica in voga a Bruxelles. E sull’Europa è venuta la prima notizia nel lungo discorso di Giorgia Meloni. «Sto per dimettermi dalla carica di presidente dei Conservatori europei, famiglia che merita di avere chi possa occuparsene a tempo pieno». Segue l’investitura dell’ex premier polacco Mateusz Morawiecki, che ringrazia. Il fuoco d’artificio però arriva poco dopo. «Io mi chiedo - ha scandito Meloni- se quei giudici che si sono tanto adoperati per non convalidare i trattenimenti dei migranti che dovevano andare in Albania, con sentenze che l’ho detto e lo ripeto a mio avviso sono totalmente irragionevoli, si siano interrogati davvero sulle conseguenze delle loro decisioni. Perché io sono certa - incalza il premier - che la priorità della stragrande maggioranza dei magistrati, nel solco dell’esempio di uomini come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sia combattere ogni mafia, compresa la mafia del mare. I centri in Albania funzioneranno. Funzioneranno perché io voglio combattere la mafia e chiedo a tutto lo Stato italiano e alle persone perbene di aiutarmi a combattere la mafia. Non sono io il nemico, io sono una persona per bene». Il richiamo a Falcone e Borsellino ha toccato un nervo scopertissimo tra le toghe italiane. La prova? La replica immediata di Santalucia: «Credo che sia una forma di paternalismo di cui non avvertiamo il bisogno. I magistrati sanno governarsi autonomamente. Abbiamo bisogno di buone leggi di cui sapremo fare buon uso». In realtà l’Anm ha una più articolata strategia. Il pretesto è la riforma della giustizia annunciata dal ministro Carlo Nordio e ribadita ad Atreju in un confronto proprio con Santalucia, ma il bersaglio è il governo. L’Anm, riunita in Cassazione nella sua assemblea straordinaria, annuncia «un’immediata mobilitazione con la proclamazione di una o più giornate di sciopero» contro la legge che «porta a un indebolimento delle garanzie e dei diritti dei cittadini». Istituirà «un comitato operativo a difesa della Costituzione», organizzerà «almeno una manifestazione nazionale dopo l’eventuale approvazione in prima lettura» della riforma Nordio e denuncerà l’Italia in Europa. Giorgia Meloni ha ben presente il clima e dal palco ha riservato durissime critiche alla sinistra. «Ciascuno di noi - ha sottolineato - è consapevole della responsabilità che ha sulle spalle. Arriveremo compatti alla fine del governo e oltre. Chi spera che qualcuno di noi penserà a mettere il proprio destino davanti a quello della nazione rimarrà deluso. E deludere la sinistra è il nostro sport preferito». Dopo avere rivendicato la stabilità del governo data dalla compattezza dell’alleanza ha ricordato alla segretaria del Pd che sulla sanità c’è lo stanziamento - 10 miliardi in più - più alto di sempre e poi parlando di Stellantis ha detto: «A Elly Schlein si inceppa la lingua quando deve dire Stellantis, il nostro approccio invece è diverso: non abbiamo pregiudizi né facciamo favoritismi, vale per Stellantis come per le altre aziende». Rivolta a Maurizio Landini poi affonda: «Capiamo la difficoltà del segretario della Cgil costretto ad alzare i toni perché i suoi argomenti sono deboli e perché non può dire la verità: gli scioperi non li fa per aiutare i lavoratori, ma per la sinistra; solo che da parecchio tempo chi aiuta la sinistra non aiuta i lavoratori. Landini con l’incitamento alla rivolta sociale usa toni che non hanno precedenti nella storia sindacale italiana; li avessimo usati noi sarebbero arrivati i caschi blu dell’Onu». In aggiunta Giorgia Meloni replica a Prodi: «Sostiene che l’establishment adora Meloni perché obbedisce. Dopo le sue critiche ho aperto una bottiglia di vino migliore e brindato alla mia salute. Ricordo che diverse cose che ha fatto nella sua vita - svendita dell’Iri, come l’Italia entrò nell’euro, il ruolo determinante nell’ingresso della Cina nel Wto - dimostrano che di obbedienza se ne intende parecchio. Da lui abbiamo imparato che obbedire non porta bene né alla nazione né all’Europa, e abbiamo fatto una scelta diametralmente opposta». Infine nell’annunciare che questo sarà «l’anno delle riforme: premierato, autonomia fisco e giustizia», il presidente del Consiglio ha rivendicato i risultati economici: «È un’Italia che torna a correre e stupire, da osservato speciale diventa modello. Abbiamo creato quasi un milione di posti di lavoro in più. Silvio Berlusconi, che del milione di posti di lavoro ha fatto una bandiera, sarebbe fiero di sapere che il governo che ha contribuito a creare lo ha fatto in due anni».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.