2021-01-11
I mediatori delle maschere di Arcuri e l’affare immobiliare con San Marino
Aperta un'inchiesta sull'acquisto del villaggio vacanze in Tunisia già di proprietà dell'uomo che ha affossato Banca Tercas. Commissione da mezzo milione pagata a Vincenzo Tommasi dal Cis, istituto del Titano finito in default.A San Marino è stato aperto un fascicolo giudiziario su un'operazione immobiliare gestita da due dei mediatori del clamoroso affare (su cui indaga la Procura di Roma) delle mascherine acquistate dalla struttura del commissario straordinario Domenico Arcuri.Uno dei protagonisti è Daniele Guidi, all'epoca amministratore delegato e direttore generale del Credito industriale sammarinese, istituto finito in default nel 2019 (per questo Guidi è sotto inchiesta con l'accusa di bancarotta e altri reati), l'altro è Andrea Vincenzo Tommasi, proprietario della Sunsky srl di Milano. Sono loro due che, grazie alla collaborazione dell'ecuadoriano Jorge Solis, hanno assicurato alla struttura commissariale la fornitura di mascherine da portare in dote ad Arcuri. Ebbene nel novembre 2016 la banca Cis firma un contratto di consulenza con la Sunsky: compenso al 3 per cento del controvalore della mediazione per un massimo di 500.000 euro (che sarà l'importo finale). Il mandato è per un'operazione immobiliare: trovare un acquirente per un villaggio vacanze tunisino, il Kelibia beach, di proprietà di un gruppo italiano sull'orlo del crac ed esposto per oltre 24,7 milioni di euro con l'istituto di credito del Monte Titano.A possedere il villaggio è l'italiana Est srl, controllata dalla sammarinese Keli srl (fallita), a sua volta posseduta dalla Make srl e da Raffaele Di Mario.Questo nome a qualcuno dirà qualcosa. Infatti Di Mario è salito agli onori delle cronache per l'incredibile esposizione con banca Tercas, che ha contribuito al dissesto di quest'ultima. Di Mario, molisano, ex presidente del Pomezia calcio, era già stato arrestato nel 2011 per bancarotta e altri reati. Poi è stato inquisito per il crac di Banca Tercas e attualmente è a processo, accusato per concorso in bancarotta fraudolenta. La sua linea difensiva, portata avanti dall'avvocato Salvatore Sciullo, è che i fallimenti sarebbero intervenuti quando la gestione delle aziende era sotto il controllo delle banche. E anche nella nostra storia entra un istituto di credito in dissesto, il Cis.Che cosa ha fatto la Sunsky per meritarsi il pagamento di una ricca consulenza da mezzo milione da parte del Credito industriale sammarinese? Ha portato a San Marino in veste di salvatrice la Promovacanze srl di Terni. Che in effetti ha acquisito il villaggio, acquistando la Est srl dal fallimento della Keli. Fin qui sembrerebbe una vicenda a lieto fine. Ma non è così. Vediamo perché. Infatti anche la Promovacanze ha acceso un mutuo presso Banca Cis da 21 milioni di euro con cui ha acquisito, al prezzo di 17,5 milioni, le quote della Est srl.Ma se l'operazione ha permesso all'istituto sammarinese di recuperare apparentemente 17,5 milioni a fronte del buco da 24,7 lasciato dal gruppo Di Mario (con un disavanzo di oltre 7 milioni), in realtà ha condotto all'apertura di un'ulteriore falla. Il motivo? Il finanziamento da 21 milioni concesso alla Promovacanze è garantito dalle quote della stessa Est srl, fallita a sua volta.Quindi per recuperare formalmente un credito più antico e dato per perso (quello da 24,7 milioni) il Cis avrebbe spalancato un'altra voragine da 21 milioni nei conti senza alcuna garanzia e l'operazione d'imbellettamento sarebbe servita solo a iscrivere a bilancio una momentanea plusvalenza fittizia da 6 milioni di euro.Per portare a casa un affare così poco conveniente è stato coinvolto un socio di affari del direttore generale Guidi, ossia mister Sunsky, Andrea Vincenzo Tommasi, che avrebbe incassato per il disturbo mezzo milione di euro.Guidi e Tommasi quattro anni dopo sono entrati nell'affare delle mascherine cinesi, grazie a cui, insieme con altri soci, hanno incassato 63,5 milioni di provvigioni. Compensi su cui adesso investiga la Procura di Roma, che ha iscritto i mediatori sul registro degli indagati con l'accusa di traffico illecito di influenze.Il difensore di Guidi, l'avvocato milanese Massimo Dinoia, a proposito della vicenda sammarinese, spiega: «Nell'ambito delle attività di recupero del credito nei confronti di Make, Banca Cis chiese il fallimento delle società e successivamente il curatore fece la stessa cosa con la controllata Keli, che deteneva la partecipazione nella filiera di società fino al villaggio turistico in Tunisia. Il cda di Banca Cis si adoperò per trovare un investitore e, a tal fine, furono avviati contatti con diversi professionisti e intermediari, non solo con la Sunsky, che venne prescelta».Quindi, come detto, il cda di Banca Cis sottoscrisse un contratto con la Sunsky per la ricerca di potenziali investitori: «L'ingegner Tommasi», prosegue Dinoia, «era persona da tempo conosciuta dalla Banca come stimato professionista e consulente attivo non solo nel settore della difesa. Sunsky presentò un tour operator interessato all'operazione. I curatori fallimentari e l'investitore trovarono l'accordo che fu approvato dal Tribunale fallimentare di Roma (in cui era pendente il fallimento della persona fisica ex titolare della Make) e dal Tribunale di San Marino (per i due fallimenti Make e Keli)». Il mutuo da 21 milioni ricevuto dalla Promovacanze ha, però, fatto ipotizzare a San Marino possibili nuovi reati.
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