2023-07-31
Massimo Bitonci: «Troppa demagogia sul clima. Non uccidiamo il Made in Italy»
Massimo Bitonci (Imagoeconomica)
Il «leghista contabile»: «Benissimo rilanciare l’auto elettrica, purché sia a livello mondiale e non solo nazionale. Ma prima dobbiamo lavorare sulle infrastrutture».«Sul clima serve più raziocinio e meno ideologia. Il ministro tedesco in gita in Italia? Forse una botta di calore…». Massimo Bitonci, sottosegretario alle Imprese e Made in Italy, è il leghista «contabile», che sui provvedimenti economici snocciola numeri senza troppi fronzoli. «Sui prezzi della spesa alimentare - pasta, pane, latte - metteremo un tetto. E sulla flat tax assicuro: non solo fa bene ai conti dello Stato, ma la estenderemo come promesso». Iniziamo dall’ultima uscita del Presidente Mattarella, che si è scagliato contro i «negazionisti climatici»: «Forti ritardi su questo tema», ha detto. Le tempeste che hanno scosso l’Italia hanno esasperato una battaglia ideologica? «C’è molta demagogia su questo fronte. Mi hanno attaccato, l’altro giorno, perché mi sono permesso di ricordare che una colonna portante della nostra industria si chiama «sistema automotive». Cioè?«Benissimo rilanciare l’auto elettrica, purché sia a livello mondiale e non solo italiano. Ma prima occorre lavorare sulle infrastrutture, perché la rete elettrica non è pronta, e le colonnine di ricarica non si vedono. Secondo punto: che senso ha puntare tutto sull’elettrico? È un errore fatale: chi ci assicura che tra qualche anno non vi sia l’idrogeno tra le tecnologie vincenti? Terzo punto: o si potenzia il sistema Europa sulla produzione di chip, batterie, biocarburanti e fotovoltaico, o altrimenti rischiamo grosso». Parla dell’occupazione in pericolo?«Vogliamo parlare di neutralità ecologica? Facciamolo mantenendo una mentalità razionale, perché il comparto italiano automotive e componentistica è formato da centinaia di migliaia di lavoratori. Prima del problema ambientale c’è il problema sociale». Il ministro della Salute tedesco, Karl Lauterbach, ha detto che con questo caldo il turismo in Italia non ha futuro. «Probabilmente il suo sarà stato un momento di particolare calore, che può capitare a tutti… in realtà il rapporto tra tedeschi e italiani è assolutamente consolidato. È un legame di amicizia indissolubile che non verrà certamente rovinato da certe dichiarazioni».Di rovente ci sarebbero anche i prezzi degli alimentari…«Gli ultimi dati dell’Istat sembrano confortanti con una lieve diminuzione al 6,4%, ma il carrello della spesa è ancora sopra il 10% di inflazione. Questo accade anche perché il taglio dell’Iva, per esempio sui prodotti per l’infanzia e igiene femminile, non ha inciso sui prezzi come si pensava, e spesso è stato assorbito dai produttori, lasciando il consumatore in balia dei rincari legati ai costi delle materie prime alimentari come per pasta e pane. Per questo mi è venuta l’idea del “trimestre antiflazione”». Il «paniere calmierato» rilanciato in questi giorni: di che si tratta?«Settimana prossima, dopo un serie di incontri, firmeremo un’intesa con le catene della grande distribuzione, le associazioni di categoria, produttori e consumatori. Da ottobre a dicembre verrà selezionato un paniere di prodotti essenziali con prezzo calmierato». Un tetto al prezzo, come col gas? Funzionerà?«In realtà si tratta di un’iniziativa volontaria, promossa dal ministero, alla quale parteciperanno tutte le grandi sigle della grande distribuzione e anche le associazioni dei consumatori. Gli esercenti si impegnano a tenere bloccati i prezzi di certe merci, a partire dall’agroalimentare, per venire incontro al cittadino». Quali saranno i prodotti calmierati?«Latte, pasta, olio, verdura, prodotti per l’infanzia, e tanti altri. In sostanza, i prodotti più consumati dalle famiglie, soprattutto quelle a reddito basso. All’interno di ogni supermercato ci sarà uno spazio riservato ai prodotti con “bollino a forma di carrello della spesa”: cioè quelli a prezzo controllato fino alla fine dell’anno». Come farete a controllare che i prezzi verranno effettivamente raffreddati? «Il ministero seguirà passo passo il percorso di individuazione della lista dei prodotti e i prezzi applicati. È una sperimentazione: se funziona, la replicheremo anche il prossimo anno e valida per i periodi di crisi inflazionistica».Ci sarebbe anche il caro-vacanze. Che sta succedendo ai prezzi dei voli? Il Garante dei prezzi lancia l’allarme sull’aumento anomalo di alcune tratte. Come pensate di intervenire? «Dopo la pandemia, c’è stato un fortissimo ritorno di domanda dei voli, con conseguenze sui prezzi. Arriverà a brevissimo un provvedimento governativo. Dev’essere rispettata la continuità territoriale: per le isole e le città che non hanno l’alta velocità sarà garantito un tetto al prezzo dei biglietti dei voli. Questo per tutelare soprattutto chi si sposta per necessità di lavoro o di salute». Intanto il Fondo Monetario ha bocciato la flat tax di matrice leghista: dicono che è veleno per le entrate tributarie. Lei che ha contributo a scriverla, cosa dice? «Quanto di più falso: l’Irpef si è mantenuta costante, e c’è stato un importante effetto aggiuntivo sull’emersione. Tutti quegli attori che lavoravano in nero per importi molto bassi, e quindi non aprivano la contabilità perché non gli conveniva, con un nuovo regime così semplice come quello forfettario sono riemersi agli occhi dell’erario».Quindi lo Stato non ci ha rimesso? «Non c’è stata alcuna diminuzione dell’entrate: usare i sistemi «flat» è conveniente anche per lo Stato, basti pensare alla cedolare secca sugli affitti. Prima valeva solo per gli abitativi, adesso con la riforma fiscale varrà anche per i commerciali e gli artigianali. Quando l’abbiamo varata, sotto il governo Berlusconi, ricordo una pioggia di critiche. Ma in realtà anche quella misura portò maggiori introiti per lo Stato». Dunque?«A sinistra sono succubi di una precisa visione economica. Vorrebbero che tutte le imposte fossero progressive, come l’Irpef, che però in sostanza colpisce solo il ceto medio, visto che i redditi bassi, grazie alle detrazioni (tax expenditure), praticamente non la pagano». Quindi estenderete la flat tax, come promesso? Non sembra ci siano spazi di bilancio per procedere…«Io sono fiducioso sul fatto che il sistema della tassa piatta verrà esteso. Un primo passo va fatto entro fine legislatura. Per esempio, allargando la platea della flat tax e parallelamente introducendo una no tax area per tutti i redditi sotto i 12 mila euro. Che vuol dire evitare la dichiarazione dei redditi e relativi adempimenti. L’obiettivo è continuare a semplificare, come sta avvenendo in Francia negli Stati Uniti». Era lei a voler detassare le famiglie numerose per favorire la natalità?«Ho parlato col ministro Giorgetti perché vengano reintrodotte le detrazioni per figli a carico. Per gli incapienti, si vada avanti con l’assegno unico universale. Per gli altri, occorre tornare al sistema delle detrazioni, che consentono alle famiglie con figli di poter giovare di un risparmio fiscale maggiore». La delega fiscale sbarca nell’aula del Senato. Il Pd vi accusa di voler trasformare il Paese nella patria degli evasori, toccando i meccanismi di riscossione. «Lo ha detto anche Matteo Salvini: nei confronti degli evasori totali, occorre tolleranza zero. Per gli altri, serve un altro atteggiamento. Nella legge delega è inserito il cosiddetto adempimento collaborativo ed il concordato preventivo biennale: concordo con il fisco per due anni l’importo da pagare, e per quel periodo avrò la garanzia di essere lasciato in pace. Fosse per me, se dopo 5 anni un cittadino non riesce a pagare una cartella perché non ha denaro, quella cartella va stralciata, in delega fiscale c’è anche questo». È la pace fiscale proposta da Salvini, per i debitori sotto i trentamila euro? O, come sintetizzano gli avversari, l’ennesimo condono? «Le cito l’agenzia delle Entrate: il direttore Ruffini ha riconosciuto che la grande maggioranza del magazzino fiscale italiano è difficilmente riscuotibile. Stiamo parlando di più di millecentocinquanta miliardi. Di questa cifra non riscossa, le cartelle sotto i 10 mila euro rappresentano solo il 10%, ma in termini numerici si tratta di milioni di piccoli debitori che non ce la fanno a pagare. I sondaggi dicono che la maggioranza degli italiani ammette di avere difficoltà con le bollette: non si può non tenerne conto». Quindi?«Il punto è questo: facendo un’operazione sulle cartelle di entità più bassa non si mette a repentaglio l’attività di riscossione dell’erario, che semplicemente si concentrerà sugli importi più grandi».Dunque, la strada è la rottamazione?«Non solo, gli strumenti per cambiare impostazione sono diversi: i concordati preventivi, il ravvedimento operoso, la chiusura delle liti pendenti in tribunale prima della Cassazione. L’obiettivo di fondo è favorire l’accordo tra cittadino e Stato, garantendo all’agenzia delle entrate gli strumenti necessari per fare le opportune verifiche. E, in definitiva, iniziando finalmente a distinguere: da una parte i furbi, dall’altra la maggioranza di cittadini onesti in obiettiva difficoltà».
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
Continua a leggereRiduci
Mark Zuckerberg (Getty Images)