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2022-12-20
Maria Mulas in mostra a Milano. Ritratti di fine Novecento
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Liz Tylor, Valentina Cortese, Franco Zeffirelli e Anna Falk ©Maria Mulas.
Milano. La città più cosmopolita d’Italia. Vivace, produttiva, creativa. A suo modo accogliente. Moda, editoria, industria, cultura, design. A Milano c’è tutto, Milano contiene tutto. Passato e presente. Luci e ombre. E grandi personalità. Nomi che le hanno dato lustro e contribuito alla sua grandezza. Talenti nativi o d’adozione, giunti da tutta Italia e dal mondo. Una fotografa (e pittrice), Maria Mulas, origini sarde e un cognome importante, Milano l’ha amata (e continua ad amarla) a tal punto da ritrarne tutti (o quasi) i «protagonisti» : artisti, galleristi, stilisti, designer, architetti, attori, scrittori, giornalisti, industriali. Uomini e donne. Il suo sterminato archivio, di ritratti celebri ne custodisce più di 500. Intensi e spontanei, mai artefatti. Tutti in bianco e nero. Tutti realizzati negli ultimi trent’anni del XXesimo secolo. 1970, 1980, 1990. Dagli anni di piombo alla Milano da bere.
Maria Mulas, che il mondo l’ha girato in lungo e in largo, ha fatto del capoluogo meneghino il suo epicentro, il suo osservatorio privilegiato. Ne ha colto l’anima più profonda e vera e di Milano ne è diventata «l’occhio».
Krizia, Miuccia Prada, Carla Fracci, Gae Aulenti, Roberto Calasso, Gillo Dorfles, Umberto Eco, Inge Feltrinelli, Giorgio Strehler, Ornella Vanoni, Liz Taylor, Lea Vergine, Luigi Veronesi, Giorgio Armani, Gianni Versace, Andy Warhol. E altri. Ancora tanti, illustri, carismatici altri. La Mulas li ha conosciuti, frequentati, ritratti.
A Palazzo Reale, sino a gennaio 2023, in un percorso espositivo curato da Andrea Tomasetig e diviso in sei sezioni - Architettura e Design; Arte; Letteratura e Editoria; Moda; Arti dello Spettacolo; Milano cosmopolita e Maria nel mondo - è possibile ammirare ben 100 di questi scatti dalla grande potenza narrativa, una sequenza rsignificativa di personalità che hanno incarnato (e incarnano) gran parte della cultura italiana e del made in Italy. Difficile stabilire quale sia il ritratto migliore, ma sicuramente da segnalare il magnifico primo piano di Marcello Mastroianni; Galleria Vittorio Emanuele «riflessa» nel volto di Dario Fo; il profilo di Lia Venere; un Alberto Moravia fiero e pensieroso. Anche se il ritratto che predomina su tutti è quello di Milano, la vera protagonista di una stagione irripetibile...
Come ha dichiarato il Sindaco Giusepe Sala « Maria Mulas è nata a Manerba del Garda, ma ha sempre conservato un legame indissolubile e stimolante dal punto di vista creativo con Milano, città dove si è trasferita in giovane età e a cui ha legato tanta parte del suo lavoro; questo rapporto di affetto e di sintonia emerge e traspare in tutta la sua intensità in questa esposizione Maria Mulas. Milano, ritratti di fine '900 è una straordinaria panoramica dei protagonisti della nostra storia recente, ma è anche un’occasione per elevare la città stessa al ruolo di protagonista: è Milano il « filo rosso » che unisce volti ed esperienze diverse, che acquistano vita e spessore nei ritratti inimitabili di Maria Mulas».
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Dalla «A» di Claudio Abbado alla «Z» di Franco Zeffirelli, le sale dell’Appartamento dei Principi di Palazzo Reale ospitano (sino all’8 gennaio 2023) una selezione di ritratti provenienti dall’immenso archivio della fotografa Maria Mulas che, degna erede dell’altrettanto celebre fratello Ugo, ha saputo immortalare con straordinaria sensibilità i protagonisti della Milano dell’ultimo trentennio del Novecento.Milano. La città più cosmopolita d’Italia. Vivace, produttiva, creativa. A suo modo accogliente. Moda, editoria, industria, cultura, design. A Milano c’è tutto, Milano contiene tutto. Passato e presente. Luci e ombre. E grandi personalità. Nomi che le hanno dato lustro e contribuito alla sua grandezza. Talenti nativi o d’adozione, giunti da tutta Italia e dal mondo. Una fotografa (e pittrice), Maria Mulas, origini sarde e un cognome importante, Milano l’ha amata (e continua ad amarla) a tal punto da ritrarne tutti (o quasi) i «protagonisti» : artisti, galleristi, stilisti, designer, architetti, attori, scrittori, giornalisti, industriali. Uomini e donne. Il suo sterminato archivio, di ritratti celebri ne custodisce più di 500. Intensi e spontanei, mai artefatti. Tutti in bianco e nero. Tutti realizzati negli ultimi trent’anni del XXesimo secolo. 1970, 1980, 1990. Dagli anni di piombo alla Milano da bere. Maria Mulas, che il mondo l’ha girato in lungo e in largo, ha fatto del capoluogo meneghino il suo epicentro, il suo osservatorio privilegiato. Ne ha colto l’anima più profonda e vera e di Milano ne è diventata «l’occhio». Krizia, Miuccia Prada, Carla Fracci, Gae Aulenti, Roberto Calasso, Gillo Dorfles, Umberto Eco, Inge Feltrinelli, Giorgio Strehler, Ornella Vanoni, Liz Taylor, Lea Vergine, Luigi Veronesi, Giorgio Armani, Gianni Versace, Andy Warhol. E altri. Ancora tanti, illustri, carismatici altri. La Mulas li ha conosciuti, frequentati, ritratti. A Palazzo Reale, sino a gennaio 2023, in un percorso espositivo curato da Andrea Tomasetig e diviso in sei sezioni - Architettura e Design; Arte; Letteratura e Editoria; Moda; Arti dello Spettacolo; Milano cosmopolita e Maria nel mondo - è possibile ammirare ben 100 di questi scatti dalla grande potenza narrativa, una sequenza rsignificativa di personalità che hanno incarnato (e incarnano) gran parte della cultura italiana e del made in Italy. Difficile stabilire quale sia il ritratto migliore, ma sicuramente da segnalare il magnifico primo piano di Marcello Mastroianni; Galleria Vittorio Emanuele «riflessa» nel volto di Dario Fo; il profilo di Lia Venere; un Alberto Moravia fiero e pensieroso. Anche se il ritratto che predomina su tutti è quello di Milano, la vera protagonista di una stagione irripetibile...Come ha dichiarato il Sindaco Giusepe Sala « Maria Mulas è nata a Manerba del Garda, ma ha sempre conservato un legame indissolubile e stimolante dal punto di vista creativo con Milano, città dove si è trasferita in giovane età e a cui ha legato tanta parte del suo lavoro; questo rapporto di affetto e di sintonia emerge e traspare in tutta la sua intensità in questa esposizione Maria Mulas. Milano, ritratti di fine '900 è una straordinaria panoramica dei protagonisti della nostra storia recente, ma è anche un’occasione per elevare la città stessa al ruolo di protagonista: è Milano il « filo rosso » che unisce volti ed esperienze diverse, che acquistano vita e spessore nei ritratti inimitabili di Maria Mulas».
Guido Crosetto (Ansa)
Tornando alla leva, «mi consente», aggiunge Crosetto, «di avere un bacino formato che, in caso di crisi o anche calamità naturali, sia già pronto per intervenire e non sono solo professionalità militari. Non c’è una sola soluzione, vanno cambiati anche i requisiti: per la parte combat, ad esempio, servono requisiti fisici diversi rispetto alla parte cyber. Si tratta di un cambio di regole epocale, che dobbiamo condividere con il Parlamento». Crosetto immagina in sostanza un bacino di «riservisti» pronti a intervenire in caso ovviamente di un conflitto, ma anche di catastrofi naturali o comunque situazioni di emergenza. Va precisato che, per procedere con questo disegno, occorre prima di tutto superare la legge 244 del 2012, che ha ridotto il personale militare delle forze armate da 190.000 a 150.000 unità e il personale civile da 30.000 a 20.000. «La 244 va buttata via», sottolinea per l’appunto Crosetto, «perché costruita in tempi diversi e vanno aumentate le forze armate, la qualità, utilizzando professionalità che si trovano nel mercato».
Il progetto di Crosetto sembra in contrasto con quanto proposto pochi giorni fa dal leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini: «Sulla leva», ha detto Salvini, «ci sono proposte della Lega ferme da anni, non per fare il militare come me nel '95. Io dico sei mesi per tutti, ragazzi e ragazze, non per imparare a sparare ma per il pronto soccorso, la protezione civile, il salvataggio in mare, lo spegnimento degli incendi, il volontariato e la donazione del sangue. Sei mesi dedicati alla comunità per tutte le ragazze e i ragazzi che siano una grande forma di educazione civica. Non lo farei volontario ma per tutti». Intanto, Crosetto lancia sul tavolo un altro tema: «Serve aumentare le forze armate professionali», dice il ministro della Difesa, «e in questo senso ho detto più volte che l’operazione Strade sicure andava lentamente riaffidata alle forze di polizia». Su questo punto è prevedibile un attrito con Salvini, considerato che la Lega ha più volte sottolineato di immaginare che le spese militari vadano anche in direzione della sicurezza interna. L’operazione Strade sicure è il più chiaro esempio dell’utilizzo delle forze armate per la sicurezza interna. Condotta dall’Esercito italiano ininterrottamente dal 4 agosto 2008, l’operazione Strade sicure viene messa in campo attraverso l’impiego di un contingente di personale militare delle Forze armate che agisce con le funzioni di agente di pubblica sicurezza a difesa della collettività, in concorso alle Forze di Polizia, per il presidio del territorio e delle principali aree metropolitane e la vigilanza dei punti sensibili. Tale operazione, che coinvolge circa 6.600 militari, è, a tutt'oggi, l’impegno più oneroso della Forza armata in termini di uomini, mezzi e materiali.
Alle parole, come sempre, seguiranno i fatti: vedremo quale sarà il punto di equilibrio che verrà raggiunto nel centrodestra su questi aspetti. Sul versante delle opposizioni, il M5s chiede maggiore trasparenza: «Abbiamo sottoposto al ministro Crosetto un problema di democrazia e trasparenza», scrivono in una nota i capigruppo pentastellati nelle commissioni Difesa di Camera e Senato, Arnaldo Lomuti e Bruno Marton, «il problema della segretezza dei target capacitivi concordati con la Nato sulla base dei quali la Difesa porta avanti la sua corsa al riarmo. Non è corretto che la Nato chieda al nostro Paese di spendere cifre folli senza che il Parlamento, che dovrebbe controllare queste spese, conosca quali siano le esigenze che motivano e guidano queste richieste. Il ministro ha risposto, in buona sostanza, che l’accesso a queste informazioni è impossibile e che quelle date dalla Difesa sono più che sufficienti. Non per noi».
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Ecco #DimmiLaVerità del 5 dicembre 2025. Il senatore Gianluca Cantalamessa della Lega commenta il caso dossieraggi e l'intervista della Verità alla pm Anna Gallucci.