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2021-04-29
Con le maratone si rimette in moto il running tourism
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Ansa
Nell'arco dell'ultimo anno si calcola che il numero di appassionati di corsa, sia essa su strada, al parco o in casa sul tapis roulant, è aumentato del 47,3% rispetto all'anno prima. Non si può ignorare certo come su tale dato abbia inciso in maniera pesante la pandemia da coronavirus che, se da un lato ha bloccato tutti gli eventi a livello mondiale che ogni anno generavano un mercato che superava i due miliardi di euro, dall'altro ha fatto emergere numerosi nuovi fan del running che intravedevano e intravedono nella corsa una delle poche vie di fuga dai lockdown. Sempre secondo lo stesso studio, elaborato da una delle più grandi aziende di abbigliamento e calzature sportive, non solo è cresciuto il numero di runners, ma il 62% di questi ha addirittura aumentato il tempo da dedicare all'allenamento durante la settimana. Di pari passo, negli ultimi mesi sono aumentate anche le ricerche online relative all'acquisto di materiale tecnico finalizzato alla corsa, dalle scarpe alle maglie passando per gli orologi contapassi e i reggiseni sportivi adatti alla corsa. L'indagine statistica ha rilevato poi che un podista su tre ha corso più di quanto non abbia fatto nel periodo precedente la pandemia e che l'80% identifica la corsa come il modo migliore per liberare la mente e stare meglio fisicamente.
Detto ciò, ora che la campagna vaccinale procede, tra alti e bassi, più o meno in tutto il mondo e le restrizioni si fanno sempre meno soffocanti, tornano anche gli appuntamenti più importanti e seguiti di sempre, come le maratone delle grandi città. Milano ha confermato la data del 16 maggio, New York ha preferito aspettare novembre e ha fissato la sua corsa per il 7. Sono proprio le grandi maratone a fare da traino a un settore, quello del running tourism, che con la passione dei milioni di runners in tutto il mondo è in grado di muovere un business che coinvolge aziende di abbigliamento sportivo, sponsor, agenzie turistiche, accompagnatori, spettatori e anche le televisioni che trasmettono gli eventi. Si calcola che soltanto la maratona di New York vale più di 360 milioni di euro per giro d'affari e indotto, perché oltre la corsa c'è altro. Secondo i dati raccolti da Running Usa, un'organizzazione senza scopo di lucro che si occupa delle più grandi gare su strada degli Stati Uniti, nel 1976 hanno partecipato a maratone, e quindi gare sui 42,195 chilometri, 25.000 persone, mentre nel 2015 ha preso parte 509.000 runners.
Maratona di New York

Central Park, un passaggio della maratona di New York (iStock)
Senza troppi giri di parole, la maratona di New York è la più prestigiosa e famosa al mondo. Globalmente, è la prima sia per numero di partecipanti che per giro d'affari. la partecipazione è a numero chiuso e il numero di iscrizioni è limitato alle 50.000 unità, anche se ogni anno gli organizzatori si ritrovano almeno il doppio delle richieste. L'iscrizione alla corsa costa in media 350 dollari. Chi arriva dall'estero e intende iscriversi alla maratona di New York deve mettere in preventivo, solo per la corsa, un costo di 358 dollari, di cui 11 a fondo perduto per aggiudicarsi l'assegnazione del pettorale. Tutte le informazioni dettagliate per modalità, costi e tempi d'iscrizione sono presenti al sito www.nyrr.org, il sito dell'associazione che organizza la maratona di New York. Le domande per partecipare all'edizione del 2021 cominceranno nei primi giorni di giugno.
Esistono pacchetti, per chi arriva dall'estero, che comprendono numerose offerte di viaggio che comprendono volo più hotel per sette notti, da giovedì 4 a giovedì 11 novembre, non solo per correre la maratona, ma anche per godersi la città e avere il tempo per smaltire il fuso orario.
L'edizione del 2021 - la numero 50 - si correrà domenica 7 novembre. I 42 chilometri e 195 metri, con partenza alle 10 del mattino dal Ponte di Verazzano, da Staten Island a Central Park, passando per Brooklyn, Queens, Bronx e Manatthan, con la presenza di oltre 2 milioni di spettatori assiepati sulle transenne lungo tutto il percorso rendono la maratona della Grande Mela un'esperienza alquanto unica, un corsa a cui tutti i runners, di qualunque livello, puntano. Inoltre, la gara è preceduta da una cerimonia di inaugurazione durante la quale tutte le nazioni partecipanti, solitamente 70, sfilano in una parata con i loro portabandiera, ed è chiusa con uno spettacolo di fuochi d'artificio in Central Park.
Maratona di Boston

La maratona di Boston (iStock)
Se si parla della maratona di Boston, il pensiero e il ricordo non può non andare all'edizione del 2013, quando il 15 aprile un attentato, con due ordigni fatti esplodere all'altezza del traguardo in Boylston Street, provocò tre morti e 264 feriti.
Quella di Boston, poi, è la maratona più antica e una delle più prestigiose a livello mondiale, visto che fa parte delle sei World Marathon Major insieme a New York, Chicago, Londra, Berlino e Tokyo, e che la prima edizione risale al 1897 ed è quindi la prima corsa che diede seguito al successo della maratona della prima Olimpiade dell'era moderna che si svolsero ad Atene tra il 6 e il 15 aprile 1896.
Il tracciato prevede la partenza da Hopkinton e l'arrivo a Copley Square di Boston. La tradizione vuole che si tenga nel giorno del Patriots' Day e quindi ogni terzo lunedì del mese di aprile, per celebrare la commemorazione dell'inizio della Guerra di indipendenza americana.
L'edizione del 2021 - la numero 125 - si terrà, eccezionalmente, lunedì 11 ottobre. Per le ragioni legate al contenimento della pandemia, la Baa - Boston athletic association, società che organizza la manifestazione - ha recentemente comunicato che il numero di partecipanti è stato ridotto a 20.000 maratoneti. Per le iscrizioni a invito con l'assegnazione dei pettorali Open - quelli senza un tempo di qualifica - si rimanda all'edizione del 2022, già programmata per il 18 aprile. Per fare una richiesta d'iscrizione, quindi, è necessario utilizzare il sito www.baa.org e inserire il proprio tempo di qualifica. La novità di quest'anno così particolare, con l'obiettivo di coinvolgere più runners possibili, è l'organizzazione di una seconda maratona virtuale che si svolgerà durante i due giorni precedenti la gara, dall'8 al 10 ottobre, e aperta a 70.000 partecipanti.
Maratona di Chicago

La maratona di Chicago del 2019 (Ansa)
Rimanendo negli Stati Uniti e nell'ambito delle sei World Marathon Major, ecco la maratona di Chicago (organizzata dalla Bank of America Chicago) una delle più belle e affascinanti da percorrere lungo le strade della città dell'Illinois affacciata sul lago del Michigan. Ogni anno vi partecipano circa 45.000 runners e vi assistono in media un milione e 700.000 spettatori che accorrono lungo il percorso per assistere all'evento.
Per parteciparvi ci si può appoggiare a diverse agenzie di viaggio che offrono le migliori soluzioni per viaggio, hotel, visita della città con eventi culturali e tour architettonico in battello lungo il lago. L'ideale è un soggiorno di 4-5 notti.
L'edizione del 2021 - la numero 43 - si svolgerà domenica 10 ottobre e può contare già l'adesione di 45.000 partecipanti provenienti da più di 100 Paesi del mondo. La prima maratona di Chicago si tenne il 25 settembre del 1977 e vi parteciparono 4.200 runners.
Il percorso è strutturato in maniera da renderlo facile e veloce per tutti i partecipanti, ma anche pensato per offrire ai maratoneti una sorta di tour scenografico attraverso i quartieri più belli della città. Si parte dal Grant Park, gigantesco parco cittadino posto tra Columbus Drive e Monroe Street. Si passa per Old Town, Little Italy, China Town e The Gap e si torna all'interno del Grant Park, dove è situata la Finish Line. Lungo il tracciato sono installati 21 punti assistenza con la presenza di medici, ristori con la distribuzione di bevande energetiche e le toilette. La particolarità della maratona di Chicago è data anche dalla presenza lungo il percorso di band e gruppi musicali che intrattengono il pubblico e gli atleti al passaggio.
Maratona di Londra

La maratona di Londra del 2020
Altra tappa obbligatoria, per gli appassionati di maratone in giro per il mondo, è Londra. Dopo gli Stati Uniti si sbarca quindi in Europa. Insieme a New York, Chicago, Boston, Berlino e Tokyo fa parte delle sei World Marathon Major. Il nome completo è Virgin London Marathon e fu ideata da due runners inglesi, John Disley e Chris Brasher il 29 marzo 1981, prima edizione alla quale parteciparono 7.747 maratoneti. Questo diede una fortissima spinta a tutto il movimento inglese del running e ha posto la corsa londinese a uno degli eventi più popolari e seguiti in tutto il mondo, trasmesso in televisione in oltre 150 Paesi al mondo.
L'edizione del 2021 della maratona di Londra - la numero 41 - si svolgerà domenica 3 ottobre ed è prevista, salvo sorprese legate al Covid, la partecipazione di circa 50.000 runners. Si parte da Blackheath in Greenwich Park e si arriva al The Mall in prossimità di St. James Park. Si passa per Tower Bridge, Canary Wharf, London Eye e Houses of Parliament, Buckingham Palace, toccando entrambe le rive del Tamigi. Particolare e suggestiva è stata l'edizione del 2018, quando a dare il via alla corsa in diretta televisiva da un podio allestito davanti alla Round Tower del Castello di Windsor fu nientemeno che la regina Elisabetta.
Per iscriversi alla maratona di Londra il costo è di 49 sterline (56 euro) ma bisogna partecipare a una vera e propria lotteria per essere estratti e vincere un pettorale. Questo per chi vuole tentare la fortuna e parteciparvi da solo: le alternative sono avere un tempo di qualifica, correre per un'associazione benefica o attraverso un tour operator. I pacchetti base per correre la maratona di Londra proposti dalle agenzie che si occupano di viaggi e corse prevedono quattro giorni e tre notti dal 1° al 4 ottobre con visita della città il giorno prima della corsa al costo di circa 485 euro a persona.
Maratona di Berlino

La maratona di Berlino del 2019 (Ansa)
La corsa della capitale tedesca, anch'essa appartenente al gruppo delle sei World Marathon Major è una delle più veloci al mondo grazie a un percorso pianeggiante che attraversa tutta la città: si parte da uno dei più importanti monumenti di Berlino, ovvero dalla Colonna della Vittoria, e si arriva alla Porta di Brandeburgo dopo aver percorso le principali e più belle vie della città.
La quota da pagare per avere un pettorale garantito è di 160 euro. Per l'edizione del 2021 - la numero 46 - in programma domenica 26 settembre (solitamente si sceglie l'ultima domenica di settembre), è prevista la partecipazione di circa 44.000 runners che partiranno a orari scaglionati. In condizioni normali, e quindi in epoca pre Covid, il giorno della maratona è vissuto dalla città come un giorno di festa dove milioni dio spettatori popolano tutti i 42 chilometri del percorso, circa 70 band si esibiscono live per intrattenere il pubblico fino a 400 metri dall'arrivo.
Maratona di Tokyo

La maratona di Tokyo del 2020 (Ansa)
Per chiudere la rassegna delle sei maratone più importanti del mondo, quelle del World Marathon Major. ecco Tokyo. Si vola in Giappone, dove domenica 17 ottobre 2021 si correrà l'edizione numero 15. Si parte dal Tokyo Metropolitan government building nei pressi di Shinjuku e si arriva alla Tokyo station Gyoko Dori nelle vicinanze del Palazzo imperiale. Sono previsti 38.000 partecipanti difronte a 300.000 richieste.
Per correre la maratona di Tokyo valgono le stesse regole della maratona di Londra: vincere una lotteria attraverso il sito ufficiale www.marathon.tokyo, un tempo di qualifica, correre per un'associazione benefica o attraverso un tour operator. In Italia sono operativi Terramia, Ovunque Running e Born2Run, in grado di offrire diversi pacchetti vantaggiosi che comprendono tutta l'organizzazione, compreso il viaggio e l'hotel dove soggiornare durante la permanenza in Giappone. Per quanto riguarda il costo della sola iscrizione alla maratona, i prezzi vanno dai 16.200 yen (135 euro) per i residenti in Giappone ai 18.200 yen (150 euro) per chi viene dall'estero.
Maratona di Milano

L'arrivo della maratona di Milano (Ansa)
Fuori dal gruppo delle sei World Marathon Major, ma è pur sempre un appuntamento che gli appassionati di running segnano con grande interesse sul calendario. La maratona di Milano, nominata Generali Milano Marathon, vedrà l'edizione numero 20 partire nella giornata di domenica 16 maggio. Gli organizzatori, per quest'edizione così particolare legata alla pandemia, ha pensato di diversificare il percorso dividendolo in due. Da una parte la classica 42 chilometri con partenza dal Castello Sforzesco e l'arrivo in Piazza Cannone, alla quale parteciperanno circa 90 maratoneti élite selezionati più altri 30 amatori, scelti tra i 130 richiedenti in base a un tempo di qualifica. I 42,195 chilometri sono stati suddivisi attraverso un circuito di 7,5 chilometri da ripetere fino al raggiungimento del traguardo. Dall'altra parte un percorso di 10 chilometri studiato e pensato per runners appartenenti alla Fidal, la Federazione Italiana di atletica leggera.
Maratona di Roma

La maratona di Roma del 2018 (Ansa)
Rimanendo in Italia, l'altro grande appuntamento delle maratone cittadine è senz'altro Roma. Tra le vie della capitale italiana si correrà domenica 19 settembre l'edizione numero 26 di quella che prende il nome di Acea Run Rome The Marathon.
Sul sito www.runromethemarathon.it sono già aperte le iscrizioni per partecipare all'evento che avrà nei Fori Imperiali il punto di partenza e di arrivo attraverso un percorso che si snoda lungo i principali punti simbolici della città eterna, dal Circo Massimo alle Terme di Caracalla, dalla Basilica di San Paolo a San Pietro, dal Ponte Milvio a Piazza del Popolo e Piazza di Spagna.
Si tratterà di un'edizione speciale, dopo la cancellazione di quella dello scorso anno causa Covid, in quanto la partenza è stata fissata alle prime ore dell'alba nella cornice dei Fori Imperiali illuminati dalle prime luci del sole.
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Prima della pandemia il mercato delle corse valeva più di due miliardi di euro. Da quella di Milano del 16 maggio a quella di New York del 7 novembre riparte un settore che coinvolge ogni anno milioni di appassionati.Lo speciale contiene un articolo e una guida alle più importanti e suggestive maratone del mondo.Nell'arco dell'ultimo anno si calcola che il numero di appassionati di corsa, sia essa su strada, al parco o in casa sul tapis roulant, è aumentato del 47,3% rispetto all'anno prima. Non si può ignorare certo come su tale dato abbia inciso in maniera pesante la pandemia da coronavirus che, se da un lato ha bloccato tutti gli eventi a livello mondiale che ogni anno generavano un mercato che superava i due miliardi di euro, dall'altro ha fatto emergere numerosi nuovi fan del running che intravedevano e intravedono nella corsa una delle poche vie di fuga dai lockdown. Sempre secondo lo stesso studio, elaborato da una delle più grandi aziende di abbigliamento e calzature sportive, non solo è cresciuto il numero di runners, ma il 62% di questi ha addirittura aumentato il tempo da dedicare all'allenamento durante la settimana. Di pari passo, negli ultimi mesi sono aumentate anche le ricerche online relative all'acquisto di materiale tecnico finalizzato alla corsa, dalle scarpe alle maglie passando per gli orologi contapassi e i reggiseni sportivi adatti alla corsa. L'indagine statistica ha rilevato poi che un podista su tre ha corso più di quanto non abbia fatto nel periodo precedente la pandemia e che l'80% identifica la corsa come il modo migliore per liberare la mente e stare meglio fisicamente.Detto ciò, ora che la campagna vaccinale procede, tra alti e bassi, più o meno in tutto il mondo e le restrizioni si fanno sempre meno soffocanti, tornano anche gli appuntamenti più importanti e seguiti di sempre, come le maratone delle grandi città. Milano ha confermato la data del 16 maggio, New York ha preferito aspettare novembre e ha fissato la sua corsa per il 7. Sono proprio le grandi maratone a fare da traino a un settore, quello del running tourism, che con la passione dei milioni di runners in tutto il mondo è in grado di muovere un business che coinvolge aziende di abbigliamento sportivo, sponsor, agenzie turistiche, accompagnatori, spettatori e anche le televisioni che trasmettono gli eventi. Si calcola che soltanto la maratona di New York vale più di 360 milioni di euro per giro d'affari e indotto, perché oltre la corsa c'è altro. Secondo i dati raccolti da Running Usa, un'organizzazione senza scopo di lucro che si occupa delle più grandi gare su strada degli Stati Uniti, nel 1976 hanno partecipato a maratone, e quindi gare sui 42,195 chilometri, 25.000 persone, mentre nel 2015 ha preso parte 509.000 runners.<div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/maratone-rimette-moto-running-tourism-2652822779.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="maratona-di-new-york" data-post-id="2652822779" data-published-at="1619881038" data-use-pagination="False"> Maratona di New York Central Park, un passaggio della maratona di New York (iStock) Senza troppi giri di parole, la maratona di New York è la più prestigiosa e famosa al mondo. Globalmente, è la prima sia per numero di partecipanti che per giro d'affari. la partecipazione è a numero chiuso e il numero di iscrizioni è limitato alle 50.000 unità, anche se ogni anno gli organizzatori si ritrovano almeno il doppio delle richieste. L'iscrizione alla corsa costa in media 350 dollari. Chi arriva dall'estero e intende iscriversi alla maratona di New York deve mettere in preventivo, solo per la corsa, un costo di 358 dollari, di cui 11 a fondo perduto per aggiudicarsi l'assegnazione del pettorale. Tutte le informazioni dettagliate per modalità, costi e tempi d'iscrizione sono presenti al sito www.nyrr.org, il sito dell'associazione che organizza la maratona di New York. Le domande per partecipare all'edizione del 2021 cominceranno nei primi giorni di giugno.Esistono pacchetti, per chi arriva dall'estero, che comprendono numerose offerte di viaggio che comprendono volo più hotel per sette notti, da giovedì 4 a giovedì 11 novembre, non solo per correre la maratona, ma anche per godersi la città e avere il tempo per smaltire il fuso orario.L'edizione del 2021 - la numero 50 - si correrà domenica 7 novembre. I 42 chilometri e 195 metri, con partenza alle 10 del mattino dal Ponte di Verazzano, da Staten Island a Central Park, passando per Brooklyn, Queens, Bronx e Manatthan, con la presenza di oltre 2 milioni di spettatori assiepati sulle transenne lungo tutto il percorso rendono la maratona della Grande Mela un'esperienza alquanto unica, un corsa a cui tutti i runners, di qualunque livello, puntano. Inoltre, la gara è preceduta da una cerimonia di inaugurazione durante la quale tutte le nazioni partecipanti, solitamente 70, sfilano in una parata con i loro portabandiera, ed è chiusa con uno spettacolo di fuochi d'artificio in Central Park. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/maratone-rimette-moto-running-tourism-2652822779.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="maratona-di-boston" data-post-id="2652822779" data-published-at="1619881038" data-use-pagination="False"> Maratona di Boston La maratona di Boston (iStock) Se si parla della maratona di Boston, il pensiero e il ricordo non può non andare all'edizione del 2013, quando il 15 aprile un attentato, con due ordigni fatti esplodere all'altezza del traguardo in Boylston Street, provocò tre morti e 264 feriti.Quella di Boston, poi, è la maratona più antica e una delle più prestigiose a livello mondiale, visto che fa parte delle sei World Marathon Major insieme a New York, Chicago, Londra, Berlino e Tokyo, e che la prima edizione risale al 1897 ed è quindi la prima corsa che diede seguito al successo della maratona della prima Olimpiade dell'era moderna che si svolsero ad Atene tra il 6 e il 15 aprile 1896.Il tracciato prevede la partenza da Hopkinton e l'arrivo a Copley Square di Boston. La tradizione vuole che si tenga nel giorno del Patriots' Day e quindi ogni terzo lunedì del mese di aprile, per celebrare la commemorazione dell'inizio della Guerra di indipendenza americana.L'edizione del 2021 - la numero 125 - si terrà, eccezionalmente, lunedì 11 ottobre. Per le ragioni legate al contenimento della pandemia, la Baa - Boston athletic association, società che organizza la manifestazione - ha recentemente comunicato che il numero di partecipanti è stato ridotto a 20.000 maratoneti. Per le iscrizioni a invito con l'assegnazione dei pettorali Open - quelli senza un tempo di qualifica - si rimanda all'edizione del 2022, già programmata per il 18 aprile. Per fare una richiesta d'iscrizione, quindi, è necessario utilizzare il sito www.baa.org e inserire il proprio tempo di qualifica. La novità di quest'anno così particolare, con l'obiettivo di coinvolgere più runners possibili, è l'organizzazione di una seconda maratona virtuale che si svolgerà durante i due giorni precedenti la gara, dall'8 al 10 ottobre, e aperta a 70.000 partecipanti. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/maratone-rimette-moto-running-tourism-2652822779.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="maratona-di-chicago" data-post-id="2652822779" data-published-at="1619881038" data-use-pagination="False"> Maratona di Chicago La maratona di Chicago del 2019 (Ansa) Rimanendo negli Stati Uniti e nell'ambito delle sei World Marathon Major, ecco la maratona di Chicago (organizzata dalla Bank of America Chicago) una delle più belle e affascinanti da percorrere lungo le strade della città dell'Illinois affacciata sul lago del Michigan. Ogni anno vi partecipano circa 45.000 runners e vi assistono in media un milione e 700.000 spettatori che accorrono lungo il percorso per assistere all'evento.Per parteciparvi ci si può appoggiare a diverse agenzie di viaggio che offrono le migliori soluzioni per viaggio, hotel, visita della città con eventi culturali e tour architettonico in battello lungo il lago. L'ideale è un soggiorno di 4-5 notti.L'edizione del 2021 - la numero 43 - si svolgerà domenica 10 ottobre e può contare già l'adesione di 45.000 partecipanti provenienti da più di 100 Paesi del mondo. La prima maratona di Chicago si tenne il 25 settembre del 1977 e vi parteciparono 4.200 runners.Il percorso è strutturato in maniera da renderlo facile e veloce per tutti i partecipanti, ma anche pensato per offrire ai maratoneti una sorta di tour scenografico attraverso i quartieri più belli della città. Si parte dal Grant Park, gigantesco parco cittadino posto tra Columbus Drive e Monroe Street. Si passa per Old Town, Little Italy, China Town e The Gap e si torna all'interno del Grant Park, dove è situata la Finish Line. Lungo il tracciato sono installati 21 punti assistenza con la presenza di medici, ristori con la distribuzione di bevande energetiche e le toilette. La particolarità della maratona di Chicago è data anche dalla presenza lungo il percorso di band e gruppi musicali che intrattengono il pubblico e gli atleti al passaggio. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem4" data-id="4" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/maratone-rimette-moto-running-tourism-2652822779.html?rebelltitem=4#rebelltitem4" data-basename="maratona-di-londra" data-post-id="2652822779" data-published-at="1619881038" data-use-pagination="False"> Maratona di Londra La maratona di Londra del 2020 Altra tappa obbligatoria, per gli appassionati di maratone in giro per il mondo, è Londra. Dopo gli Stati Uniti si sbarca quindi in Europa. Insieme a New York, Chicago, Boston, Berlino e Tokyo fa parte delle sei World Marathon Major. Il nome completo è Virgin London Marathon e fu ideata da due runners inglesi, John Disley e Chris Brasher il 29 marzo 1981, prima edizione alla quale parteciparono 7.747 maratoneti. Questo diede una fortissima spinta a tutto il movimento inglese del running e ha posto la corsa londinese a uno degli eventi più popolari e seguiti in tutto il mondo, trasmesso in televisione in oltre 150 Paesi al mondo.L'edizione del 2021 della maratona di Londra - la numero 41 - si svolgerà domenica 3 ottobre ed è prevista, salvo sorprese legate al Covid, la partecipazione di circa 50.000 runners. Si parte da Blackheath in Greenwich Park e si arriva al The Mall in prossimità di St. James Park. Si passa per Tower Bridge, Canary Wharf, London Eye e Houses of Parliament, Buckingham Palace, toccando entrambe le rive del Tamigi. Particolare e suggestiva è stata l'edizione del 2018, quando a dare il via alla corsa in diretta televisiva da un podio allestito davanti alla Round Tower del Castello di Windsor fu nientemeno che la regina Elisabetta.Per iscriversi alla maratona di Londra il costo è di 49 sterline (56 euro) ma bisogna partecipare a una vera e propria lotteria per essere estratti e vincere un pettorale. Questo per chi vuole tentare la fortuna e parteciparvi da solo: le alternative sono avere un tempo di qualifica, correre per un'associazione benefica o attraverso un tour operator. I pacchetti base per correre la maratona di Londra proposti dalle agenzie che si occupano di viaggi e corse prevedono quattro giorni e tre notti dal 1° al 4 ottobre con visita della città il giorno prima della corsa al costo di circa 485 euro a persona. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem5" data-id="5" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/maratone-rimette-moto-running-tourism-2652822779.html?rebelltitem=5#rebelltitem5" data-basename="maratona-di-berlino" data-post-id="2652822779" data-published-at="1619881038" data-use-pagination="False"> Maratona di Berlino La maratona di Berlino del 2019 (Ansa) La corsa della capitale tedesca, anch'essa appartenente al gruppo delle sei World Marathon Major è una delle più veloci al mondo grazie a un percorso pianeggiante che attraversa tutta la città: si parte da uno dei più importanti monumenti di Berlino, ovvero dalla Colonna della Vittoria, e si arriva alla Porta di Brandeburgo dopo aver percorso le principali e più belle vie della città. La quota da pagare per avere un pettorale garantito è di 160 euro. Per l'edizione del 2021 - la numero 46 - in programma domenica 26 settembre (solitamente si sceglie l'ultima domenica di settembre), è prevista la partecipazione di circa 44.000 runners che partiranno a orari scaglionati. In condizioni normali, e quindi in epoca pre Covid, il giorno della maratona è vissuto dalla città come un giorno di festa dove milioni dio spettatori popolano tutti i 42 chilometri del percorso, circa 70 band si esibiscono live per intrattenere il pubblico fino a 400 metri dall'arrivo. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem6" data-id="6" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/maratone-rimette-moto-running-tourism-2652822779.html?rebelltitem=6#rebelltitem6" data-basename="maratona-di-tokyo" data-post-id="2652822779" data-published-at="1619881038" data-use-pagination="False"> Maratona di Tokyo La maratona di Tokyo del 2020 (Ansa) Per chiudere la rassegna delle sei maratone più importanti del mondo, quelle del World Marathon Major. ecco Tokyo. Si vola in Giappone, dove domenica 17 ottobre 2021 si correrà l'edizione numero 15. Si parte dal Tokyo Metropolitan government building nei pressi di Shinjuku e si arriva alla Tokyo station Gyoko Dori nelle vicinanze del Palazzo imperiale. Sono previsti 38.000 partecipanti difronte a 300.000 richieste.Per correre la maratona di Tokyo valgono le stesse regole della maratona di Londra: vincere una lotteria attraverso il sito ufficiale www.marathon.tokyo, un tempo di qualifica, correre per un'associazione benefica o attraverso un tour operator. In Italia sono operativi Terramia, Ovunque Running e Born2Run, in grado di offrire diversi pacchetti vantaggiosi che comprendono tutta l'organizzazione, compreso il viaggio e l'hotel dove soggiornare durante la permanenza in Giappone. Per quanto riguarda il costo della sola iscrizione alla maratona, i prezzi vanno dai 16.200 yen (135 euro) per i residenti in Giappone ai 18.200 yen (150 euro) per chi viene dall'estero. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem7" data-id="7" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/maratone-rimette-moto-running-tourism-2652822779.html?rebelltitem=7#rebelltitem7" data-basename="maratona-di-milano" data-post-id="2652822779" data-published-at="1619881038" data-use-pagination="False"> Maratona di Milano L'arrivo della maratona di Milano (Ansa) Fuori dal gruppo delle sei World Marathon Major, ma è pur sempre un appuntamento che gli appassionati di running segnano con grande interesse sul calendario. La maratona di Milano, nominata Generali Milano Marathon, vedrà l'edizione numero 20 partire nella giornata di domenica 16 maggio. Gli organizzatori, per quest'edizione così particolare legata alla pandemia, ha pensato di diversificare il percorso dividendolo in due. Da una parte la classica 42 chilometri con partenza dal Castello Sforzesco e l'arrivo in Piazza Cannone, alla quale parteciperanno circa 90 maratoneti élite selezionati più altri 30 amatori, scelti tra i 130 richiedenti in base a un tempo di qualifica. I 42,195 chilometri sono stati suddivisi attraverso un circuito di 7,5 chilometri da ripetere fino al raggiungimento del traguardo. Dall'altra parte un percorso di 10 chilometri studiato e pensato per runners appartenenti alla Fidal, la Federazione Italiana di atletica leggera. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem8" data-id="8" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/maratone-rimette-moto-running-tourism-2652822779.html?rebelltitem=8#rebelltitem8" data-basename="maratona-di-roma" data-post-id="2652822779" data-published-at="1619881038" data-use-pagination="False"> Maratona di Roma La maratona di Roma del 2018 (Ansa) Rimanendo in Italia, l'altro grande appuntamento delle maratone cittadine è senz'altro Roma. Tra le vie della capitale italiana si correrà domenica 19 settembre l'edizione numero 26 di quella che prende il nome di Acea Run Rome The Marathon.Sul sito www.runromethemarathon.it sono già aperte le iscrizioni per partecipare all'evento che avrà nei Fori Imperiali il punto di partenza e di arrivo attraverso un percorso che si snoda lungo i principali punti simbolici della città eterna, dal Circo Massimo alle Terme di Caracalla, dalla Basilica di San Paolo a San Pietro, dal Ponte Milvio a Piazza del Popolo e Piazza di Spagna.Si tratterà di un'edizione speciale, dopo la cancellazione di quella dello scorso anno causa Covid, in quanto la partenza è stata fissata alle prime ore dell'alba nella cornice dei Fori Imperiali illuminati dalle prime luci del sole.
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In un battibaleno, si è sgretolata l’inquietante spy story dalla Russia con amore: i tentativi di spionaggio erano, in realtà, un pasticciaccio elettronico. I pm hanno chiesto l’archiviazione. E il quotidiano di via Solferino ha relegato la notizia in un trafiletto. Al contrario, quando un apparecchio acquistato sul Web e un programma sino-lituano hanno generato una sfilza di falsi allarmi, i media, a titolo unificato, denunciavano l’ennesima incursione dei velivoli di Vladimir Putin.
Come lo scorso settembre a Copenaghen e Oslo, quando gli scali delle due capitali erano stati chiusi dopo l’avvistamento di «droni di grandi dimensioni». Passato qualche giorno, il ministro della Difesa danese è stato costretto a rettificare: nessuna prova che Mosca fosse coinvolta; gli apparecchi non erano arrivati «da una lunga distanza», anzi, erano stati lanciati «localmente». Il capo della diplomazia norvegese, intanto, escludeva «collegamenti» tra gli episodi capitati nei due Paesi scandinavi.
Non c’era la «mano russa» (per citare l’Ansa) nemmeno nell’incidente di tre mesi fa in Polonia, nella regione di Lublino. A sfondare il tetto di un’abitazione nel villaggio di Wyryki-Wola, per fortuna senza provocare vittime, era stato un aria-aria difettoso, scagliato da un F-16 decollato per abbattere i droni russi penetrati nello spazio aereo di Varsavia. Con ogni probabilità, erano stati dirottati dai meccanismi di difesa ucraini. «Tutto indica che si sia trattato di un missile partito da un nostro caccia», aveva dichiarato il coordinatore degli 007 polacchi, Tomasz Siemoniak. Il razzo farlocco costava 850.000 euro. Leggere i resoconti della stampa non ha prezzo. Il Sole24Ore, ad esempio, enfatizzava il monito di Sergio Mattarella: «Ci si muove su un crinale dal quale si può scivolare in un baratro di violenza incontrollato». Il capo dello Stato, evocando lo «scoppio della prima guerra mondiale, nel luglio 1914», parlava di un episodio «gravissimo». Ma sarebbe stato difficile invocare l’articolo 5 della Nato, sulla mutua assistenza bellica in caso di attacco, visto che l’attacco era un auto-attacco.
La Polonia era già stata teatro di un tragico equivoco. A novembre 2022, un ordigno, lì per lì identificato come russo, era caduto nel paesino di Przewodow, uccidendo due persone. «Mosca sotto accusa», segnalava Repubblica. Anche quella volta, però, la firma non era dello zar: «L’indagine condotta dalla Procura polacca», comunicò mesi dopo il ministro della Giustizia, «ha portato all’emissione di un parere che indica categoricamente che quel missile era ucraino». Ma «di produzione sovietica o russa», eh.
Per collegare il Cremlino all’esplosione del Nord Stream, a settembre 2022, era stata sufficiente la presenza, riportata ad esempio dal Messaggero, di «navi russe» nella zona dei gasdotti. I tedeschi, poi, avrebbero scoperto che in verità la «mano» era ucraina. Secondo lo Spiegel, uno dei presunti sabotatori, Serhij Kuznietzov, arrestato mentre si trovava a Rimini, al momento dell’attentato era in servizio in un’unità speciale dell’esercito di Kiev. Quasi quasi, toccava invocarlo davvero, l’articolo 5.
Pericolose interferenze, oltre che mettere in agitazione i siti di Leonardo in Lombardia, a inizio settembre hanno trasformato in un incubo un volo di Ursula von der Leyen, atterrato a Sofia con un’ora di ritardo. «Hacker manomettono il Gps dell’aereo», raccontava il Sole. I pirati informatici, naturalmente, battevano bandiera moscovita: «I russi mandano in tilt il Gps del volo di Von der Leyen», annunciava l’Ansa. Pure il Corriere riferiva, senza tema di smentita, di «interferenze dei russi». Peccato che le autorità bulgare avessero smentito: il jet, confermava in Parlamento il premier, non aveva subito «né interferenze né disturbi prolungati». Alla fine, la Commissione Ue stessa ha dovuto precisare di non aver «mai detto» che si fosse trattato di «un attacco rivolto «espressamente» contro la presidente. Autocrate che vai, trasporti che trovi: col Duce, i treni arrivavano in orario; con Putin, i voli atterrano in ritardo. O sconfinano in Estonia per 12 minuti, finendo intercettati dagli F-35 italiani; o si «avvicinano» alla Lettonia e vengono agganciati dai caccia ungheresi.
Adesso che la polizia tedesca ha censito oltre 1.000 incursioni di droni nel 2025, alla lista mancava solo un blitz della fanteria. Finalmente, la settimana scorsa, tre soldati russi in uniforme hanno attraversato il confine estone e sono rimasti in territorio Nato «per mezz’ora». L’invasione è cominciata. All’armi!
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Ansa
L’esplosione che ieri mattina ha ucciso il tenente generale Fanil Sarvarov ha scosso Mosca e l’intero apparato militare russo. L’attentato è avvenuto all’alba, quando l’auto di servizio del capo della Direzione per l’addestramento operativo dello Stato maggiore è stata distrutta da un ordigno collocato con un magnete sotto il veicolo (una Kia Sorento di colore chiaro), vicino al sedile del conducente. Secondo le ricostruzioni basate su fonti investigative russe citate dalle agenzie Tass e Rbk, la bomba sarebbe esplosa nel momento in cui Sarvarov ha azionato il freno. Le autorità hanno confermato la morte del generale e l’apertura di un’indagine per omicidio, mentre la Commissione investigativa ha fatto sapere che i rilievi sono iniziati immediatamente dopo la deflagrazione. Gli inquirenti puntano con decisione su una pista: il coinvolgimento dei servizi speciali dell’Ucraina. In serata, la commissione ha precisato che «una delle principali versioni allo studio riguarda il ruolo dei servizi d’intelligence ucraini».
Da Kiev non è arrivata alcuna rivendicazione né commenti ufficiali, ma i media russi ricordano che Sarvarov figurava da tempo nel database del sito nazionalista ucraino Myrotvorets, che ieri lo ha classificato come «liquidato». Un segnale interpretato a Mosca come una sorta di firma indiretta. Il Cremlino ha reagito con durezza. Il portavoce Dmitri Peskov ha dichiarato che «il presidente Vladimir Putin è stato informato immediatamente» dell’attentato e ha definito l’esplosione «un terribile omicidio» e «un atto terroristico diretto contro la Federazione russa». Ha aggiunto che «i responsabili saranno individuati e puniti», lasciando intendere che Mosca considera l’attacco parte di una strategia ostile che richiede una risposta. Le autorità non hanno fornito ulteriori dettagli, limitandosi a confermare l’apertura di un’indagine per omicidio e a ribadire che tutte le piste restano aperte.
Sarvarov, nato nel 1969 nella regione di Perm, aveva trascorso quasi tutta la carriera nelle forze corazzate, combattendo nelle campagne cecene e partecipando alle operazioni russe in Siria prima di entrare nei vertici dello Stato maggiore. Da due anni guidava la Direzione per l’addestramento operativo, un incarico cruciale nell’attuale fase del conflitto: a lui facevano capo la preparazione delle truppe di terra, l’aggiornamento delle tattiche d’impiego e la valutazione delle esperienze maturate sul fronte ucraino. Pur non essendo una figura mediatica, il suo ruolo era considerato strategico per mantenere lo sforzo bellico russo su livelli costanti nonostante le perdite e l’usura del conflitto.
L’uccisione di Sarvarov si inserisce in una serie di eliminazioni mirate che negli ultimi anni ha colpito tanto i vertici militari quanto alcuni volti simbolici del nazionalismo russo. Nell’agosto 2022 Daria Dugina, figlia dell’ideologo Aleksandr Dugin, era stata assassinata con un’autobomba nella regione di Mosca: l’ordigno, piazzato sotto la sua Toyota Land Cruiser, era esploso mentre rientrava da un festival culturale. Le autorità russe avevano attribuito l’attacco ai servizi speciali ucraini, mentre Kiev aveva negato ogni coinvolgimento. Nell’aprile 2023, a San Pietroburgo, era stato il turno del blogger militare Maksim Fomin. Noto come Vladlen Tatarsky e allineato sulle posizioni più radicali della propaganda patriottica, il blogger è rimasto ucciso nell’esplosione di un ordigno nascosto in una statuetta consegnatagli durante un evento pubblico: un attacco che provocò decine di feriti e suscitò forte clamore mediatico.
Nel dicembre 2024, invece, era stato ucciso il generale Igor Kirillov, capo delle truppe di difesa nucleare, biologica e chimica, colpito da una bomba nascosta in un monopattino elettrico: le autorità di Mosca avevano indicato Kiev come responsabile, mentre fonti dei servizi ucraini (Sbu) avevano confermato ai media il coinvolgimento, pur senza una rivendicazione ufficiale. Infine, lo scorso aprile, un ordigno collocato sotto la sua vettura ha ucciso a Mosca il generale Iaroslav Moskalik, figura di rilievo dello Stato maggiore. Si tratta di attacchi diversi per modalità ma accomunati, secondo le ricostruzioni russe, dall’intento di colpire personalità legate allo sforzo bellico o alla narrativa patriottica del Cremlino, a conferma di un conflitto che si è esteso ben oltre le linee del fronte. In questo contesto, infatti, la morte di Sarvarov rappresenta per Mosca un duro colpo soprattutto a livello simbolico: non un semplice comandante operativo, ma uno dei funzionari incaricati di garantire l’efficienza e la continuità dell’apparato militare impegnato in Ucraina. E la rapidità con cui il Cremlino ha parlato di «atto terroristico» indica che la risposta politica - qualunque forma assumerà - non tarderà ad arrivare.
Zelensky: «Risultati concreti vicini»
Dopo i due giorni di colloqui sulla pace in Ucraina con l’inviato americano, Steve Witkoff, e il genero di Donald Trump, Jared Kushner, al club Shell Bay di Miami, il rappresentante del Cremlino, Kirill Dmitriev, si prepara ad aggiornare il presidente russo, Vladimir Putin, sugli ultimi sviluppi.
Ciò che emerge, al momento, è che le trattative tra la Russia e la Casa Bianca si sono concluse in un clima cordiale. Dmitriev ha scritto su X: «La prossima volta a Mosca», non escludendo quindi che il prossimo bilaterale con gli americani si possa tenere sul suolo russo. Nel frattempo, Witkoff ha descritto gli incontri con la delegazione ucraina e con quella russa con gli stessi termini: «Produttivi e costruttivi». Riguardo al faccia a faccia con Dmitriev, l’inviato americano ha aggiunto su X che «la Russia resta pienamente impegnata a raggiungere la pace in Ucraina» e che «apprezza molto gli sforzi e il sostegno degli Stati Uniti». A rispondere direttamente alle parole di Witkoff è stato lo stesso Dmitriev: «Grazie costruttori di pace per il vostro lavoro attento e instancabile».
In ogni caso vige la massima cautela. Il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, in un’intervista a UnHerd, ha affermato che nonostante «tutte le questioni siano ora alla luce del sole», non è certo che venga raggiunto un accordo. Ha precisato che l’Ucraina «probabilmente perderà» la regione di Donetsk «tra 12 mesi o anche più avanti». E pare che «privatamente» i leader di Kiev ne siano consapevoli. Anche il viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, ha riconosciuto «i lenti progressi» nei negoziati con Washington, ma ha puntato il dito contro «i dannosi e nefasti tentativi di un gruppo di Paesi influenti che cercano di far deragliare il processo diplomatico». Ha osservato che Mosca «è favorevole a un accordo di pace che garantisca il suo assetto costituzionale tenendo conto dei nuovi territori», ma esclude la tregua. Ryabkov ha anche ribadito la disponibilità russa a «formalizzare legalmente» l’impegno a non attaccare la Nato e l’Ue. Anche perché «permangono rischi significativi di uno scontro» tra Mosca e l’Alleanza atlantica «a causa delle azioni ostili e inappropriate dei Paesi europei». Sullo stesso tema è intervenuto Dmitriev: «L’Europa dovrebbe smettere di fomentare la Terza guerra mondiale con false narrazioni e imparare di nuovo la diplomazia». E affermando che è arrivato «il tempo di liberarsi dalla visione del mondo di Biden», ha aggiunto che «l’Ungheria, la Slovacchia e la Repubblica Ceca indicano la strada». Ma Bruxelles, per ora, approva «la strada» del presidente francese, Emmanuel Macron: un portavoce della Commissione Ue ha espresso il benestare sulla volontà del leader francese di dialogare con l’omologo russo negli «sforzi per la pace».
Dall’altra parte, a esprimere ottimismo è il leader di Kiev, Volodymyr Zelensky. Riguardo alle trattative a Miami tra la delegazione ucraina e quella statunitense, pur aspettando «i dettagli» questa mattina, ha dichiarato: «Siamo molto vicini a un risultato concreto». Ha spiegato che «il piano prevede 20 punti» e che ci sono «garanzie di sicurezza» tra l’Ucraina, gli Stati Uniti e l’Europa. A ciò si aggiunge «un documento separato» tra Kiev e Washington che riguarda «garanzie di sicurezza bilaterali» che «devono essere esaminate dal Congresso degli Stati Uniti». E ha annunciato che è in itinere «la prima bozza dell’accordo sulla ricostruzione dell’Ucraina». Questo non frena le sanzioni contro la Russia, anzi Zelensky ha dichiarato che, oltre ai russi e ai cinesi, nel mirino rientrano pure gli atleti: «Stiamo preparando misure sanzionatorie contro coloro che giustificano l’aggressione russa e promuovono l’influenza russa attraverso la cultura di massa, nonché contro gli atleti che utilizzano la loro carriera sportiva e l’attenzione del pubblico verso lo sport per glorificare l’aggressione russa».
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Giorgia Meloni (Ansa)
La posizione ufficiale del governo italiano rispetto a questa novità è espressa dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e dalle sue parole traspare una certa freddezza: «Va certamente bene», dice Tajani al Qn, «riaprire un canale di comunicazione, ma il canale deve essere europeo: non può essere di un solo Paese. La cosa rilevante è che Putin torni a parlare con l’intera Europa. Dobbiamo lavorare tutti per la pace, che è l’obiettivo primario», aggiunge Tajani, «in questo senso, per capirci, la premessa è che noi non siamo mai stati in questi anni in guerra con la Russia. L’Italia è sempre stato il Paese che ha distinto in maniera netta tra gli aiuti all’Ucraina, per impedire che l’Ucraina venisse sconfitta, e la guerra con la Russia. Noi abbiamo solo aiutato l’Ucraina a difendersi, che è un’altra cosa rispetto a fare la guerra alla Russia. Noi abbiamo sempre sostenuto anche gli sforzi americani. E, dunque, ogni iniziativa che porti alla pace deve essere vista in maniera molto positiva: sempre con le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, con una sorta di articolo 5-bis sul modello Nato, a partecipazione anche Usa. A questo punto», osserva Tajani, «tocca alla Russia decidere se vuole sedersi al tavolo e affrontare anche con gli europei la trattativa, perché l’Europa non può non essere protagonista di una trattativa di pace tanto più che dal cessate il fuoco e dalla pace dipendono le sanzioni e la nostra sicurezza».
Parole pesate col bilancino, con un passaggio, quello sull’Italia «mai stata in guerra con la Russia» dal quale fa capolino una sorta di rivendicazione di un atteggiamento sempre prudente, proprio ora che Macron accelera sul percorso negoziale dopo essere stato per anni tra i «falchi» europei anti Russia, mentre l’Italia si è spesso trovata, in realtà più che altro per alcune dichiarazioni della Lega e per la vicinanza della Meloni a Donald Trump, accusata di eccessiva morbidezza nei confronti di Putin. Ora invece Macron sorpassa tutti sull’autostrada per Mosca, provocando un disallineamento in Europa, se non un vero e proprio imbarazzo, tanto che ieri i portavoce della Commissione hanno evitato di rispondere a tutte le domande sull’iniziativa dell’Eliseo.
Guerra e pace sono anche al centro del messaggio che ieri il premier Meloni ha rivolto alle missioni militari italiane all’estero per gli auguri di fine anno in collegamento dal Comando operativo vertice interforze: «La pace, chiaramente, è un bene prezioso», sottolinea Giorgia Meloni, «quando la si possiede. ed è un bene da ricercare con ogni sforzo quando la si perde. Però questo lo comprende più di chiunque altro chi conosce la guerra ed è preparato a fronteggiarla. Per questo io non ho mai accettato la narrazione, diciamo così, di chi contrappone l’idea del pacifismo alle forze armate. Alla fine del quarto secolo dopo Cristo», ricorda la Meloni, «Publio Flavio Vegezio Renato scrive: “qui desiderat pacem, praeparet bellum”. Diventa poi il più famoso “si vis pacem para bellum”, cioè chi vuole la pace prepari la guerra. Il punto è che il suo non è, come molti pensano, un messaggio bellicista, tutt’altro. È un messaggio pragmatico. Il senso è che solo una forza militare credibile allontana la guerra perché la pace non arriva spontaneamente, la pace è soprattutto un equilibrio di potenze: la debolezza invita l’aggressore, la forza allontana l’aggressore. L’etimologia della parola deterrenza arriva dal latino e significa de, cioè via da, e terrere, cioè incutere timore. Il senso della parola deterrenza è incutere timore al punto da distogliere. È la forza degli eserciti, è la loro credibilità lo strumento più efficace per combattere le guerra. Il dialogo, la diplomazia, le buone intenzioni, certo, servono, ma devono poggiare su basi solide. Quelle basi solide le costruite voi con il vostro sacrificio, con la vostra competenza, con la vostra professionalità, con il vostro coraggio».
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Emmanuel Macron (Ansa)
Donald Trump è stato criticato per aver ricevuto lo zar in Alaska ad agosto: da più parti, il presidente americano è stato accusato di aver fatto il gioco di Putin o di avergli regalato un immeritato prestigio diplomatico. Per non parlare poi di Viktor Orbán! Quando a novembre il premier ungherese incontrò lo zar a Mosca, finì bersagliato dagli strali di Friedrich Merz, che lo tacciò di agire senza alcun mandato europeo. Eppure con Macron, sia da Bruxelles che da Berlino, sono arrivati commenti soft. «Restiamo in coordinamento in termini di contatti bilaterali per raggiungere una pace sostenibile in Ucraina e accogliamo con favore gli sforzi di pace», ha dichiarato un portavoce dell’Ue, parlando dell’eventualità di una telefonata tra il presidente francese e Putin. «Non abbiamo alcuna preoccupazione che l’unità europea sulla guerra possa incrinarsi. Non c’è alcun dubbio sulla nostra posizione comune», ha inoltre affermato il governo tedesco, riferendosi alle aperture di Macron allo zar, per poi sottolineare (non senza un po’ di freddezza) che Berlino «ha preso atto dei segnali di disponibilità al dialogo».
Ora, è forse possibile formulare alcune considerazioni. La prima è che la diplomazia è un concetto differente dall’appeasement. Il problema è che alcuni settori politici e mediatici hanno finito indebitamente col sovrapporli. Trump, per esempio, ha, sì, ripreso il dialogo con Mosca. Ma lo ha anche alternato a forme di pressione (si pensi soltanto alle sanzioni americane contro Lukoil e Rosneft). Questo dimostra che si può dialogare senza essere necessariamente arrendevoli. D’altronde, se si chiudono aprioristicamente tutti i canali di comunicazione con l’avversario o con il potenziale avversario, si pongono le basi affinché una crisi sia essenzialmente irrisolvibile. Andrebbe inoltre ricordato che, secondo lo storico John Patrick Diggins, anche Ronald Reagan fu criticato dai neoconservatori per il suo dialogo con Mikhail Gorbachev.
Tutto questo per dire che, se Bruxelles non ha quasi toccato palla sulla crisi ucraina per quattro anni, è per due ragioni. Una strutturale: l’Ue non è un soggetto geopolitico. Un’altra più contingente: rinunciando pressoché totalmente all’opzione diplomatica, Bruxelles ha perso margine di manovra, raffreddando anche i rapporti con ampie parti del Sud globale. Paesi come l’India o l’Arabia Saudita hanno infatti sempre rifiutato di mollare Mosca, al netto della sua invasione dell’Ucraina. La strategia dell’isolamento perseguita dall’Ue ha quindi soltanto spinto sempre più il Cremlino tra le braccia della Cina e di vari Paesi del Sud globale.
La seconda considerazione da fare riguarda invece Macron. Dobbiamo veramente pensare che il presidente francese sia improvvisamente diventato uno stratega della diplomazia? Probabilmente no. Da quando la crisi ucraina è cominciata, il capo dell’Eliseo ha fatto tutto e il contrario di tutto. All’inizio, voleva tenere i contatti col Cremlino e diceva che Putin non doveva essere umiliato. Poi, dall’anno scorso, si è improvvisamente riscoperto falco antirusso. Addirittura, a maggio 2024, l’amministrazione Biden prese le distanze dalla proposta francese di inviare addestratori militari in Ucraina. Ciò non impedì comunque a Macron di essere, sempre a maggio 2024, uno dei pochi leader europei a mandare un ambasciatore alla cerimonia d’insediamento di Putin. Non solo. A marzo, il presidente francese quasi derise gli sforzi diplomatici di Trump in Ucraina, mentre, poche settimane fa, ha cercato di avviare un processo diplomatico parallelo a quello della Casa Bianca, tentando di convincere Xi Jinping a raffrenare lo zar. Tutto questo fino a venerdì, quando il capo dell’Eliseo ha aperto alla possibilità di parlare con Putin.
Macron sa di essere finito all’angolo. E sa perfettamente che gli interessi geopolitici alla base del riavvicinamento tra Washington e Mosca sono troppo forti per essere ostacolati. Sta quindi cercando di rientrare in partita. Non solo. Il leader francese sembra sempre più insofferente verso Berlino. Prima ha rotto con Merz sulla questione degli asset russi. Poi, con la sua svolta dialogante, ha de facto sconfessato la linea dura del cancelliere, che ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Nel frattempo, non si registrano commenti significativi da parte del Regno Unito, che potrebbe temere un disallineamento di Parigi dall’asse dei volenterosi. Il punto è che il presidente francese gioca una partita molto «personale». Pertanto, anziché affidarsi a lui, Bruxelles, per contare finalmente qualcosa, dovrebbe forse coordinarsi maggiormente con Trump, sostenendo il suo processo diplomatico e rafforzando le relazioni transatlantiche. Esattamente quanto propone da mesi il governo italiano.
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