2022-12-13
Le mani del Qatar sull’istruzione grazie all’aiuto dei pentastellati
Luigi Di Maio (Imagoeconomica)
Nel 2020 siglato un accordo per la cooperazione in materia di istruzione, università e ricerca scientifica tra il governo della Repubblica italiana e il governo dello Stato del Qatar, permettendo allo stato islamico, che finanzia l’organizzazione dei fratelli musulmani, applica la legge della sharia e permette il dramma delle spose bambine, di esportare questa cultura nel nostro Paese.Il Qatar è in Europa molto più di quanto si creda. La cricca di Bruxelles non è l’unica ad aver favorito il loro ingresso nel vecchio continente. Anche in Italia i qatarioti sono presenti da anni. Basti pensare che la Costa Smeralda è stata letteralmente colonizzata dagli sceicchi del Qatar. Con i soldi del gas naturale, molti fondi hanno deciso di investire in Italia. Nel 2015 i qatarioti acquistarono, con un’operazione da 2 miliardi, un intero quartiere milanese: Milano Porta Nuova. Era solo l’inizio, il Qatar ha visto poi i suoi fondi impegnati nella maison di Valentino, in Air Italy (ex Meridiana) e dopo una lunga serie di alberghi di lusso in Sardegna anche l’ospedale di Olbia. Non solo perché c’è chi ha lavorato, e bene, affinché certi accordi si potessero chiudere e certe cooperazioni inaugurarsi anche a livello istituzionale. È bene ricordare infatti che nel 2020 le Camere approvarono un accordo di cooperazione in materia di istruzione, università e ricerca scientifica tra il governo della Repubblica italiana e il governo dello Stato del Qatar, firmato a Roma il 16 aprile 2012. Al governo, Mario Monti. Quell’accordo sostanzialmente ha permesso allo stato islamico, che sotto l’indifferenza dell’intera comunità internazionale, finanzia l’organizzazione dei fratelli musulmani, applica la legge della sharia e permette il dramma delle spose bambine, di esportare questa cultura nel nostro Paese. Nel 2020 il senatore di Fdi, Giovan Battista Fazzolari, parlò di «sottomissione». Fratelli d’Italia votò contro la ratifica, Forza Italia si astenne e la Lega votò a favore così come naturalmente tutto il Partito democratico. Ma fu soprattutto il Movimento 5 stelle a vendersela come una vittoria. L’augurio del grillino Gianluca Ferrara fu questo: «Che da questo accordo possano nascere legami sempre più forti tra il nostro popolo e quello del Qatar». Queste parole assomigliano molto a quelle di Eva Kaili, arrestata per le tangenti qatariote a Bruxelles. Ferrara in quel discorso cita anche Luigi Di Maio che allora era a capo proprio della Farnesina per elogiare i suoi rapporti con i qatarioti in periodo di pandemia: «Grazie al lavoro del nostro ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio, Doha ha inviato due ospedali da campo». I buoni rapporti di Di Maio hanno poi dato i loro frutti. Tanto che l’ex capo politico dei 5 stelle adesso è candidato a diventare Inviato speciale Ue per la regione del Golfo Persico. Insieme a lui altri tre candidati, tra cui Dimitris Avramopoulos, ex commissario europeo per le Migrazioni, gli Affari interni e la Cittadinanza nella Commissione Juncker e ormai noto anche lui per lo scandalo Qatargate. Sarà Borrell a scegliere in ultima battuta il candidato vincente. Insomma, le lunghe mani dei qatarioti lecitamente o meno, sarà la magistratura a dirlo, sono arrivate un po’ ovunque. Proprio come si augurava (e forse prevedeva) nel 2007 l’ideologo dei fratelli musulmani, morto il settembre scorso, lo sceicco qatariota Yusuf Al Qadarawi: «La conquista di Roma, la conquista dell’Italia e la conquista dell’Europa. L’islam tornerà in Europa ancora una volta. Questo si farà con una guerra? Non è necessario. Prevedo che l’Islam tornerà in Europa senza le spade, ma con utilizzo di predicazione e idee». La strategia era già chiara, il Qatar, come ha già fatto l’Arabia Saudita nei Balcani, con gli interessi dei petrodollari è già riuscito ad entrare in Europa, ma non sappiamo ancora quanto a fondo.
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