
Il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli: «Al comando della nave ci sono irresponsabili che mettono a rischio vite umane. La loro presenza nei pressi della Libia incentiva le partenze dei gommoni. La Valletta esempio di egoismo: ha voluto girarsi dall'altra parte».«La Lifeline può portare al massimo 50 persone e ne ha a bordo oltre 200: operano nell'illegalità, visto che la nave non risulta iscritta nei registri olandesi, e nell'insicurezza. Sono irresponsabili». Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, tiene il punto sulla vicenda della nave della Ong tedesca, su cui il governo intende iniziare una «indagine di bandiera». Lifeline, dice Toninelli, «nonostante l'intervento della Guardia costiera libica che avrebbe imbarcato i 224 richiedenti asilo, ha ritenuto comunque di procedere all'imbarco di queste persone». Il ministro lo ripete più volte: «Irresponsabili, sono degli irresponsabili». Ma anche il ruolo di Malta merita di essere approfondito. Toninelli, infatti, spiega che l'Imrcc di Roma (cioè il centro di coordinamento della nostra Guardia costiera) ha inoltrato una richiesta di soccorso alle autorità maltesi, che hanno risposto negativamente. È la conferma che La Valletta non racconta la verità quando dice di non aver ricevuto richieste di soccorso da parte dell'Italia. Ministro Toninelli, la sensazione è che l'euqipaggio della Lifeline stia facendo un gioco sporco. «Guardi, come ministro dei Trasporti a me interessano prima di tutto le vite umane. Che facciano il gioco sporco o meno a me importa poco. Dico che quelli della Lifeline sono irresponsabili, perché utilizzano dei mezzi che non sono adatti per salvare vite umane in mezzo al mare». Quindi secondo lei non dovrebbero stare nel Mediterraneo?«Devono smettere di mettere in pericolo vite umane. La loro presenza nelle acque vicinissime alla costa libica è uno dei motivi per cui i gommoni della morte continuano a partire». Nel frattempo, però, la nave è in mare e ha recuperato 224 migranti. Dove deve dirigersi?«Precisiamo alcune cose. L'Italia, nella vicenda della Lifeline, c'entra poco o nulla. Noi non abbiamo mai preso il comando, non siamo lo Stato responsabile. La Guardia costiera libica stava imbarcando i 224 migranti. E a questa azione legittima e legale, la Lifeline ha risposto arrivando sul luogo del soccorso e imbarcando le persone, mettendole in pericolo. Ora la responsabilità di queste vite ricade su di loro, e sul Paese che ha la responsabilità del mare in cui si trova la nave. Mentre parliamo la Lifeline si trova in acque maltesi, dunque deve chiedere a Malta di aprire il porto». Ieri, però, Malta Today ha riportato dichiarazioni attribuite al governo maltese, secondo cui «né la Lifeline né il coordinamento di Roma hanno trasmesso a Malta una richiesta formale di accogliere la nave». È davvero così? «Se è vero che Malta ha dichiarato che Roma non ha presentato alcuna richiesta, beh, significa che i maltesi ci stanno prendendo in giro. Roma, lo ribadisco, non ha alcuna responsabilità in questa vicenda. Nonostante ciò, il nostro centro di coordinamento aveva mandato una richiesta di soccorso alle autorità maltesi. Che hanno risposto, con una nota ufficiale, rifiutando qualsiasi tipo di intervento, se non il soccorso mirato a pochi casi di prima emergenza. I maltesi non hanno alcuna giustificazione per il loro atteggiamento. In ogni caso, è l'equipaggio della Lifeline che deve fare richiesta di apertura del porto a Malta. Anzi, le dico di più. In realtà, non dovrebbe nemmeno essere necessario fare richiesta». E perché?«Perché Malta è già stata informata da un aereo di Frontex (l'agenzia europea per il controllo delle frontiere, ndr) della presenza di una nave in stato di pericolo. Questa cosa dovrebbe produrre l'immediato intervento della Guardia costiera maltese. La verità è che Malta si sta girando dall'altra parte. I responsabili di questa situazione sono due: la Ong e Malta».Restiamo un attimo sulla Lifeline. La nave verrà sequestrata come avete annunciato nei giorni scorsi? È questa la vostra intenzione?«Non è che vogliamo sequestrare la nave: siamo obbligati a farlo, ovviamente fatta salva la conferma del provvedimento da parte dell'autorità giudiziaria. La priorità, come dicevo, è salvare vite. Ma uno dei fari di questo governo, oltre alla sicurezza, è la legalità. E nel caso della Lifeline, la legalità non c'è. Le autorità olandesi ci hanno confermato l'ufficialità della nota di giovedì». Cioè quella in cui spiegavano che la nave «non viaggia con bandiera olandese». «Esatto. Lifeline non è olandese. Dunque è una nave pirata e deve essere sequestrata». Però i responsabili di Lifeline hanno diffuso via Twitter un documento che dimostrerebbe la registrazione...«La Guardia costiera olandese ci ha confermato l'ufficialità della nota di ieri. Ci hanno ribadito che la Lifeline non è registrata in Olanda. Se permette, io mi fido di più del governo amico olandese che di una Ong privata che prende finanziamenti da chissà chi». Torniamo ai rapporti con Malta. Una volta risolta la questione Lifeline, il problema dei soccorsi può darsi che si ponga di nuovo. Come si risolve la situazione? «La questione di Malta è il perfetto esempio di ciò che accade in Europa, sintetizza bene la situazione europea. È a livello europeo che il problema migratorio va risolto. Per questo bisogna scindere la questione del salvataggio in mare dalla gestione delle richieste di asilo e dell'accoglienza, che è successiva e non può ricadere interamente sul Paese di primo approdo. L'Italia continuerà a salvare le persone in mare, ma non possiamo essere noi a gestirle tutte da soli. La disumanità di Malta, in questo senso, è l'esempio perfetto degli egoismi europei». A proposito di salvataggi. Nel caso dell'Aquarius siete stati accusati di essere razzisti, disumani…«La vicenda Aquarius ha dimostrato prima di tutto che l'Italia ha salvato oltre 600 vite umane. Queste persone hanno ricevuto assistenza medica, viveri, e sono state scortate dalle navi italiane fino a Valencia. Significa che l'Italia c'è. E, nel caso Aquarius, finalmente è stata aiutata da un altro Paese europeo». E perché secondo lei siete stati attaccati in modo feroce e accusati, appunto, di razzismo eccetera, specie dal Pd?«Perché è l'unico modo che quell'area politica trova per coprire il proprio fallimento. Sul problema migratorio, questo governo ha fatto più in 15 giorni di ciò che hanno fatto in 5 anni gli esecutivi precedenti». Come intendete procedere con le navi delle Ong? «Devono operare nella legalità. Se non rispetteranno ciò che stabilisce il diritto del mare e se si comporteranno in un modo che non corrisponde al codice di condotta, saranno sequestrate». Che cosa si aspetta dal vertice europeo sull'immigrazione?«Mi aspetto che l'Europa cambi rotta. Intanto non sarà un vertice risolutivo, ed è un aspetto positivo». In che senso?«Nel senso che si aspettavano che l'Italia firmasse un documento preconfezionato, ma abbiamo fatto capire che questo non può avvenire. Questa non è più l'Italia del governo precedente».
Sigfrido Ranucci (Ansa)
Ennesimo scontro tra la trasmissione Rai e l’Autorità, che dice: «Inchiesta errata sugli Smart glasses, il servizio non vada in onda». La replica: «È danno erariale».
Non si ferma lo scontro tra Report, la trasmissione di Rai 3 condotta da Sigfrido Ranucci e il Garante della privacy. Anche questa settimana, alla vigilia della puntata di stasera, l’Autorità di controllo ha chiesto alla Rai lo stop alla messa in onda di un servizio sulle attività del Garante. Report ha infatti pubblicato sui social una clip con l’anticipazione di un’inchiesta sull’istruttoria portata avanti dal Garante della privacy nei confronti di Meta, relativa agli Smart glass, gli occhiali da sole che incorporano due obiettivi in grado di scattare foto e registrare filmati. Il servizio di Report punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio dell’Autorità Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia, «prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni».
Diego Moretti (Ansa)
I dem che hanno sempre criticato l’ex sindaco Anna Maria Cisint firmano una mozione sul lavoro nei cantieri navali. Ora vogliono superare il modello di immigrazione a basso costo.
«Nella sua campagna permanente contro gli stranieri che a Monfalcone regolarmente lavorano, la Cisint aggiunge un nuovo tema: ora mette in discussione anche le rimesse economiche, annunciando misure per vietarle o limitarle. Una delle tante dichiarazioni che si aggiungono a quelle del passato, sicuramente buone per costruire narrazioni false e per alimentare odio nei confronti dello straniero».
Elly Schlein (Ansa)
La leader Pd dice che la manovra «favorisce solo i ricchi», come se avere un reddito da 50.000 euro lordi l’anno fosse da nababbi. In realtà sono fra i pochi che pagano tasse dato che un contribuente su due versa zero Irpef. Maurizio Landini & C. insistono con la patrimoniale. Giorgia Meloni: «Con me mai». Pure Giuseppe Conte non ci sta.
Di 50.000 euro lordi l’anno quanti ne finiscono in tasca a un italiano al netto di tasse e contributi? Per rispondere è necessario sapere se il contribuente ha moglie e figli a carico, in quale regione viva (per calcolare l’addizionale Irpef), se sia un dipendente o un lavoratore autonomo. Insomma, ci sono molte variabili da tener presente. Ma per fare un calcolo indicativo, computando i contributi Inps al 9,9 per cento, l’imposta sui redditi delle persone fisiche secondo i vari scaglioni di reddito (al 23 per cento fino a 28.000 euro, al 35 per la restante parte di retribuzione), possiamo stimare un netto di circa 35.000 euro, che spalmato su tre dici mensilità dà un risultato di circa 2.600 euro e forse anche meno. Rice vendo un assegno appena superiore ai 2.500 euro al mese si può essere iscritti d’ufficio alla categoria dei ricchi? Secondo Elly Schlein e compagni sì.
Elly Schlein e Vincenzo De Luca (Ansa)
Dopo aver sfidato lo «sceriffo di Salerno» il segretario dem si rimangia tutto. E per Roberto Fico conta sui voti portati dal governatore, che impone ricompense per il figlio. Sulla partita veneta, Ignazio La Russa apre a Luca Zaia nel governo.
«Vinciamo»: il coordinatore regionale di Forza Italia in Campania, Fulvio Martusciello, capodelegazione azzurro al Parlamento europeo, lo dice alla Verità e sembra convinto. L’ennesima manifestazione elettorale di Fi al centro di Napoli è un successo clamoroso: centinaia di persone, il ritratto di Silvio Berlusconi troneggia nella sala. Allora crede ai sondaggi più ottimisti? «No», aggiunge Martusciello, «credo a quello che vedo. Siamo riusciti a entrare in tutte le case, abbiamo inventato il coordinatore di citofono, che si occupa di curare non più di due condomini. Parcellizzando la campagna, riusciremo a mandare a casa una sinistra mai così disastrata». Alla remuntada in Campania credono tutti: da Giorgia Meloni in giù. Il candidato presidente del centrodestra, Edmondo Cirielli, sente aria di sorpasso e spinge sull’acceleratore.






