2025-04-29
Macron vuol decidere pure il Papa
Emmanuel Macron in Vaticano per i funerali di Papa Francesco (Getty Images)
Il video del tycoon che lo respinge a San Pietro fa il giro del mondo, ma il presidente francese non si arrende e convoca i cardinali connazionali per influenzarli in chiave anti Sarah. Una mossa disperata. Per la quale gli tiene bordone Riccardi (Sant’Egidio).Non contento di aver tentato di imbucarsi a San Pietro durante l’incontro fra Trump e Zelensky, Emmanuel Macron ci riprova. Questa volta non più con il presidente americano, ma con i cardinali di origine francese, in vista del conclave. Siccome non è riuscito a influenzare il mini vertice per la pace in Ucraina che si è tenuto ai margini dei funerali di Bergoglio, l’inquilino dell’Eliseo in cerca di grandeur tenta con il conclave. Si sa mai di farcela a piazzare in Vaticano un Papa transalpino. Ma anche nel caso in cui il pontefice non fosse tricolore, con il blu al posto del verde, monsieur le president spera almeno di essere un kingmaker dell’elezione, determinando con il suo pacchetto di berrette rosse la scelta del nuovo Santo Padre.Le ambizioni di Macron, del resto, aumentano con il diminuire degli anni che gli restano da trascorrere alla guida della Republique, e sono inversamente proporzionali alla sua popolarità. In patria il suo grado di consenso è ai minimi storici e la stabilità politica, con un primo ministro di minoranza che è messo alle strette anche da uno scandalo familiare (la figlia maggiore accusa di abusi la scuola in cui è cresciuta, mettendo in serio imbarazzo il padre che nega di esserne stato a conoscenza) è a dir poco traballante. Ma nonostante la carriera appaia irrimediabilmente in discesa, Macron non si rassegna. E perciò eccolo di volta in volta propugnare l’invio di soldati francesi in Ucraina, mettendosi alla testa di un gruppo di Paesi volenterosi pronti a impegnarsi, anche militarmente (sì, ma con quali armi?) a favore di Kiev. Oppure intestarsi un’azione per ottenere una tregua, convocando a sorpresa vertici a Parigi che però si concludono sempre con un nulla di fatto. Non è andata meglio con i dazi: monsieur le president avrebbe voluto costituire un fronte comune per respingere le misure imposte da Trump, ma dopo aver riunito gli imprenditori e aver provato a coinvolgere altri Paesi, tra cui la Gran Bretagna, l’iniziativa non ha fatto passi avanti, al punto che i mediatori francesi incaricati da Macron non sono neppure riusciti a farsi ricevere.Il respingimento davanti ai fotografi e cameraman di tutto il mondo, mentre cercava di imbucarsi al colloquio tra il presidente americano e quello ucraino avrebbe schiantato chiunque. Qualcuno si è addirittura impegnato a trascrivere la frase pronunciata da Trump per allontanarlo, leggendo le parole dalle labbra: «Non sei al posto giusto qui. Ho bisogno che tu mi faccia un favore, non devi essere qui». Il commesso che ha rimosso una delle tre sedie predisposte per l’occasione è poi stato l’atto finale di un’umiliazione che ha fatto il giro del mondo e delle redazioni. Chiunque avrebbe fatto fatica a incassare il colpo. Ma Macron, dimostrando una buona dose di faccia di bronzo, si è subito rialzato e dopo aver fallito con Trump e Zelensky, eccolo riprovare con i cardinali, riunendo quelli transalpini, tra cui un presunto candidato al soglio di Pietro, ovvero Jean-Marc Aveline, a Villa Bonaparte. Il quotidiano Le Figaro, oltre all’arcivescovo di Marsiglia, ha notato che all’insolito pranzo a cui ha partecipato anche l’ambasciatore in Italia, erano presenti il vescovo di Ajaccio, l’arcivescovo emerito di Lione e il nunzio apostolico negli Stati Uniti. Assente, ma solo perché doveva assistere alla sepoltura di papa Francesco, il prefetto del supremo tribunale della Segnatura apostolica. Alla Francia laica pare che il conclave nella sede dell’ambasciata presso la Santa Sede sia risultato un po’ indigesto, in quanto segno di una commistione fra potere temporale e potere della Chiesa. Ma a quanto sembra, l’inquilino dell’Eliseo non ci avrebbe dato troppo peso. Anche se qualcuno storce il naso di fronte a tanto attivismo, il presidente sa di avere poco tempo a disposizione: o riesce a combinare qualche cosa o nel giro di un anno la sua stella sarà in caduta libera, rischiando di schiantarsi. Insomma, Macron va in cerca di un appiglio che lo aiuti a risorgere dal baratro in cui è sprofondato. Ma non è detto che la ricerca dia buoni frutti. Anzi, passando in rassegna gli ultimi mesi, c’è da temere che nelle mani gli rimanga solo qualche bacca rinsecchita.
Jose Mourinho (Getty Images)