2023-07-23
Ma guarda, Madrid affida a Letta
(ex Abertis) il rilancio dell’Unione
L’ex premier scelto per trovare la «formula magica» che dia spinta al mercato unico. L’incarico arriva sotto la presidenza di turno della Spagna, Paese con cui il dem ha strette relazioni. Tessute fin dall’entrata nel cda di Abertis, il colosso autostradale iberico.Salagadula megicabula. Madrid chiede a Enrico Letta la «formula magica» per la competitività. La presidenza di turno spagnola del Consiglio dell’Unione europea ha affidato all’ex premier ed ex segretario del Pd l’incarico di redigere un rapporto «strategico» per rilanciare la competitività del mercato unico. La notizia è stata diffusa ieri dal quotidiano belga Le Soir in un’intervista a Letta sulla «delicata missione» che gli è appena stata conferita. Il giornale sottolinea come, «in un momento di cambiamenti decisivi», sulla scia della Brexit e in vista di un altro possibile allargamento (all’Ucraina), il compito di dare una spinta alla competitività della Ue sia «fondamentale». Rispondendo alle domande del cronista, l’ex segretario dem, oggi presidente dell’Institut Jacques Delors, ha detto che sta «cercando la formula magica per rilanciare il mercato unico europeo». Questa nuova missione lo vedrà in prima linea con il ministro belga all’Economia, il socialista Pierre-Yves Dermagne (Ps), nella stesura del rapporto che sarà pubblicato a marzo 2024, poco prima delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Un frangente in cui, avverte Letta, «ci sarà il rischio che i Paesi di dividano» e invece, «l’unità tra di noi è ciò che è importante, ciò che deve venire prima, molto più che marcare le nostre differenze».Insomma, Madrid - che ha presidenza di turno dell’Unione per i prossimi sei mesi - ha affidato il rilancio alla bacchetta magica di un ex presidente del Consiglio di un altro Paese. Un po’ come se noi chiamassimo a occuparci della crescita l’ex primo ministro spagnolo Mariano Rajoy. Certo, nel progetto è coinvolto anche un altro ex capo del governo, il belga Demagne, sempre proveniente dalla filiera socialista. Ma al netto delle capacità lettiane di spingere la competitività di una nazione, la nomina non può che basarsi su affinità politiche o su rapporti amicali (vedi quelli con Pedro Sánchez) ma anche sul curriculum e sulle relazioni tessute negli anni che hanno arricchito l’agenda del nostro ex premier. Inevitabile, dunque, tornare al 29 novembre 2016, quando Enrico Letta è entrato nel cda del colosso autostradale spagnolo Abertis come amministratore indipendente, questo prima che venisse ventilata l’ipotesi di Opa da parte di Atlantia (lanciata nella primavera del 2017). Emolumento annuo: 115.000 euro. Nel board di Abertis rimarrà fino a maggio 2018, quando cambierà la proprietà con l’ingresso della holding dei Benetton. «A seguito della comunicazione avvenuta oggi sul completamento dell’Opa che porta al cambio di controllo azionario del gruppo spagnolo Abertis, ho ritenuto di dover presentare le mie dimissioni dal cda, considerando quindi conclusa questa mia esperienza», dichiarava in una nota il 15 maggio di cinque anni fa l’ex presidente del Consiglio. Che poi, nell’agosto sempre del 2018, era tornato sull’argomento ribadendo di essere entrato nel Consiglio di Abertis, «quando questa era una società spagnola, e prima che venisse ventilata l’ipotesi di Opa da parte italiana», che da Abertis era uscito, «dimettendomi volontariamente, e dandone pubblica notizia nel maggio scorso, esattamente quando è cambiata la proprietà con l’ingresso di Atlantia. Questo perché, proprio per evitare al massimo possibili conflitti di interessi con le mie precedenti funzioni, ho scelto, una volta lasciato il Parlamento, di esercitare attività professionali fuori dall’Italia», aveva aggiunto. C’è da capire adesso dove porterà quel report strategico che gli spagnoli hanno messo nelle mani di Letta e di Dermagne. Vi si parlerà anche di fusioni e acquisizioni societarie? Verranno coinvolte anche big europee della finanza e dell’industria? Vedremo. Nel frattempo, segnaliamo un’altra curiosa coincidenza. Perché sempre ieri, nello stesso giorno dell’intervista dell’ex leader del Pd a Le Soir, è tornato a esternare anche Romano Prodi. «Abbiamo una Ue sbandata e lo dico con la massima tristezza. Abbiamo una forte alleanza con gli Stati Uniti, ma abbiamo difficoltà a interpretare questa alleanza con una nostra politica unitaria», ha dichiarato l’ex premier nonché ex presidente della commissione europea nel suo intervento alla kermesse «Energia popolare» a Cesena. «Ci hanno definiti alleati che non contano nulla e invece c’è una terza via: alleato fedele ma capace di elaborare una politica unitaria per difendere i propri obiettivi e i propri interessi», ha poi aggiunto. Un accorato appello lanciato in vista delle elezioni del 2024 e mentre i socialisti stanno perdendo la presa. Spontaneo unire i puntini con l’incarico affidato da Madrid a Letta e anche al ministro belga. Senza dimenticare che oggi si vota a Madrid e in queste elezioni non si misura soltanto la tenuta del governo Sànchez, che ha precipitato il ritorno alle urne dopo la flessione alle elezioni regionali, ma anche i nuovi assetti di alleanze che oppongono socialisti e sinistre di movimento a popolari e conservatori.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)