2020-02-24
Maurizio Gasparri: «L’unico atto da responsabili è far cadere questo governo»
Il senatore di Forza Italia: «Matteo Renzi? Lo disprezzo. È il più inaffidabile fra i politici Questa maggioranza pur di non andare a votare sosterrebbe il monocolore Hitler».Senatore Maurizio Gasparri, si dice che Forza Italia verrà alleggerita da una pattuglia di responsabili pronta a sostenere il governo.«Mah, le persone che vengono citate tutti i giorni lo smentiscono, e quindi lo dobbiamo escludere. Altri hanno già lasciato Forza Italia e quindi non ne rispondiamo».Allude a Paolo Romani?«È uscito da tempo, ha tentato o sta tentando di fondare un partito con Giovanni Toti che non so quale destino abbia avuto. Quello che fa lui è affar suo».Forza Italia non è un partito responsabile?«Noi siamo antagonisti della sinistra e fondatori del centrodestra con la discesa in campo di Silvio Berlusconi. I problemi semmai li hanno altri che hanno governato con i grillini. L'atto più responsabile oggi è fare cadere il governo e andare al voto. Altre cose sono da miserabili, come ho detto in aula».Non siete un po' spariti dai radar?«Al contrario. Il tema della giustizia, su cui si sta lacerando il Parlamento, è stato posto da noi. Alla Camera cercano di non votare la proposta di Costa, responsabile Giustizia di Forza Italia, per correggere l'abolizione della prescrizione. Sono gli altri a inseguirci».Matteo Renzi?«È così. Lo stesso vale per la proposta che ha fatto sull'elezione diretta del premier. Chi la avanzò per primo?».Il centrodestra.«Ecco. Quando Berlusconi portò all'approvazione la riforma della Costituzione nel 2006, nel testo c'era l'elezione diretta del premier ma il referendum confermativo bocciò quella proposta. Noi non possiamo impedire a nessuno di seguirci tardivamente».Che giudizio ha di Renzi?«Di totale disprezzo. Lo considero la persona più inaffidabile e più spregiudicata della politica italiana».Anche se copia i programmi di Forza Italia?«È una persona che non crede in ciò che dice, cambia idea con una tale rapidità che l'inaffidabilità è superiore a qualsiasi altro tratto caratteriale. Ha appena votato la fiducia su una riforma delle intercettazioni inaccettabile, e io dovrei fidarmi di lui sulla giustizia? Nel 2014 Renzi aveva avviato un dialogo con il leader dell'opposizione dell'epoca, cioè Berlusconi, per fare una riforma condivisa delle istituzioni. Poi fece saltare tutto, decise da solo sull'elezione del Quirinale e ruppe il confronto».Sono passati 6 anni.«Oggi Renzi com'è messo? Allora era presidente del Consiglio, leader del Pd, aveva preso alle europee il 40%. Ora ha fondato un partito che non si capisce se sta tra il 3 e il 4%: avendo perso il 90% dei consensi, è il più incapace dei politici».Può fare cadere il governo.«Certo, con il ricattuccio. L'unica cosa migliorata è la sua denuncia dei redditi. In maniera legittima, sia chiaro: se li ha denunciati sono trasparenti. Ha fatto precipitare i suoi consensi però i suoi redditi sono cresciuti a dismisura».Fa il conferenziere a pagamento in giro per il mondo.«Ma se tu sei un politico in attività e un Paese ti invita e ti dà un gettone, sei o no condizionato rispetto agli interessi di quel Paese? In genere, queste cose si fanno a fine carriera. Renzi invece ha fatto nascere questo governo con quello strano intervento in Parlamento, e può farlo cadere con i suoi quattro gatti al Senato».Quindi niente dialogo tra Forza Italia e Italia viva.«Ma quale dialogo. Noi siamo nel centrodestra, che è formato da noi, dalla Lega e da Fratelli d'Italia. Riteniamo che i ruoli siano legati ai consensi e chi guida la coalizione ha la responsabilità di tenerla unita. Renzi non so da che parte sta, ma non è la nostra. Il fatto che strumentalmente e occasionalmente possa tardivamente sostenere cose che noi sosteniamo da sempre non mi impressiona affatto. Se vuole diventare nostro elettore voti per Forza Italia».Come va il lavoro sulle candidature alle regionali con Lega e Fratelli d'Italia?«Ho partecipato mesi fa a una riunione, in quanto coordinatore degli enti locali per Forza Italia, con Salvini, Calderoli, la Meloni, La Russa, dove abbiamo stabilito una serie di intese».Ricordiamole.«Non si fecero nomi. Noi avremmo avuto diritto di proporre candidati in Calabria e Campania: abbiamo vinto con la Santelli e abbiamo proposto Stefano Caldoro in Campania, sul quale attendiamo risposte».Fratelli d'Italia?«Puglia e Marche. I nomi li abbiamo saputi dopo, cioè Fitto e Acquaroli. La Lega aveva già messo le mani avanti in Emilia Romagna mentre per la Toscana eravamo rimasti in sospeso perché la legge elettorale è a doppio turno se nessuna coalizione supera il 40% e si doveva approfondire. Noi riteniamo che gli accordi presi si devono mantenere. Pacta sunt servanda».A Salvini non piace Caldoro, preferisce volti nuovi.«Anche Mara Carfagna poteva essere un'ottima candidata, ma ha ripetuto che non era disponibile. Su Caldoro i sondaggi ci danno ragione. Speriamo che si chiuda presto questo confronto e si possa avviare la campagna elettorale».Lei come presidente della Giunta delle immunità del Senato ha difeso Salvini sul caso Gregoretti.«In questo caso ha ancora più ragione che in altri. Conte gli scrive dicendo di fare sbarcare i minori e Salvini ottempera all'ordine pur non essendo d'accordo. Il che dimostra due cose. Primo, che il potere effettivo ce l'ha il presidente del Consiglio, che può dare una direttiva a un ministro; secondo, che la direttiva riguardava i minori ma non i maggiorenni, e quindi Conte condivideva l'azione del suo ministro. Noi non dobbiamo fare il processo penale a Salvini: dobbiamo stabilire se abbia agito per interesse personale o per interessi superiori e la correttezza del suo comportamento è inequivocabile».Salvini è un buon leader del centrodestra?«Deve dimostrarlo sul campo. I numeri che ha raccolto dimostrano che è capace di ottenere consenso, i suoi uomini stanno guidando molto bene alcune regioni del Nord: lui deve armonizzare i rapporti nell'alleanza. Berlusconi quando ebbe i numeri prevalenti fu cauto, generoso e responsabile verso tutti i membri della coalizione. Forse a volte anche troppo generoso». Siete allineati anche sul programma? Salvini sembra tornato su posizioni euroscettiche.«Ho letto l'intervista di Giorgetti giorni fa. L'Europa o si rifonda o affonda: questa è la nostra posizione. O l'Europa rivede regole e sistemi, oppure va in crisi definitiva. Non va fatta deflagrare ma va profondamente corretta».Che cosa dovrebbe diventare?«Una fortezza che difende gli interessi europei, in particolare dalla Cina. Pechino è una presenza mefitica sul pianeta. Fanno concorrenza sleale nell'economia con contraffazioni, bassi costi, imprese strafinanziate dallo Stato che invadono i mercati altrui; sono i maggiori inquinatori e adesso c'è pure l'epidemia: se avessero fatto circolare le informazioni con più tempestività sarebbe stato meglio. E ciò avviene perché c'è un regime totalitario comunista che sfrutta il popolo e crea nuovo colonialismo».I grillini hanno fatto una politica subalterna alla Cina.«Vanno combattuti anche per questo: svendono gli interessi dell'Italia».I rapporti con Giorgia Meloni?«Ne ho sostenuto il percorso da ragazza e sono contento di essere stato un talent scout di una persona che si è rivelata adatta. Poi ha fatto il suo percorso. Anche per lei vale il discorso generale: è la somma che fa il totale, è la coalizione che può vincere e bisogna tenerla unita e coesa. Penso però che sia Forza Italia il partito che ha quel qualcosa in più per vincere. Lo si è visto anche un mese fa alle regionali, in Calabria dove abbiamo vinto e in Emilia Romagna dove siamo stati meno forti. Nessuno deve cedere alla suggestione dell'autosufficienza».Berlusconi dopo le regionali non si è più sentito.«La sua leadership e il suo potere decisionale finale è indiscutibile in Forza Italia. Poi ci vogliono figure operative con una loro autonomia per essere i “front men" o i “front women" della quotidianità. Berlusconi preferisce scenari importanti come padre nobile del Partito popolare europeo, ma abbiamo bisogno di rafforzare la prima linea anche nella battaglia quotidiana, è un fatto non più rinviabile. Le persone non ci mancano, anche giovani molto preparati».È un ricambio che lo stesso Berlusconi ha annunciato più volte senza darvi seguito.«Questo è un problema. Adesso c'è un comitato di coordinamento con il compito di individuare una figura operativa, magari attraverso un congresso, perché no? Il metodo democratico resta il migliore».Quali sono i temi di Forza Italia?«L'abbassamento della pressione fiscale innanzitutto. E poi la tutela della libera iniziativa economica delle imprese, degli artigiani, del commercio. La battaglia per l'equità fiscale riguarda anche la Web tax. È la principale emergenza mondiale: abbiamo colossi mondiali, dall'audiovisivo al commercio, dall'informazione all'attività finanziaria, che pagano tasse irrisorie e uccidono tante piccole attività».Non le piace la riforma fiscale del governo?«Quale? C'è una riforma? Non me ne sono accorto».L'hanno annunciata.«Ma c'è un governo in questo Paese? Io vedo solo gente terrorizzata dalle elezioni. Con il voto segreto, in Parlamento voterebbero il monocolore Hitler o il monocolore Stalin pur di non andare a casa».