2019-06-09
Paolo Capone: «L’unica soluzione ai casi Whirlpool è un taglio secco al cuneo fiscale»
Il segretario Ugl sui tavoli di crisi: «Colpa della globalizzazione e delle imposte sul lavoro». La ricetta è più soldi in tasca agli operai e meno reddito di cittadinanza.Un libro intitolato Populeconomy, in polemica con «le élites finanziarie», e prefato da Matteo Salvini, non può non accendere qualche lampadina, in questi giorni di crisi aziendali causate o incancrenite dalla globalizzazione, oltre che di scontri tra l'Italia sovranista e l'Europa dell'austerity. L'autore è Francesco Paolo Capone, segretario generale dell'Ugl, un sindacato capace di cantare fuori dal coro.Ci sono più di 240.000 lavoratori «appesi» ai 158 tavoli di crisi aperti al ministero dello Sviluppo economico. Perché le imprese soffrono in Italia?«Da una parte, un decennio abbondante di crisi senza precedenti ci ha portati vicini al baratro, tra contrazione dei consumi e calo del sistema produttivo. Dall'altra, i casi Ilva, Whirlpool, Novi e via dicendo non si possono affrontare come nella seconda metà del secolo scorso: allora c'erano ancora prospettive di sviluppo a fare da “collante sociale". Si poteva sperare in un futuro migliore del passato. Oggi regna l'incertezza, nel mondo produttivo globalizzato».Ma la globalizzazione ci ha dato apertura dei mercati, libera circolazione di capitali e persone, prezzi più bassi...«Sì ma la globalizzazione si è “dimenticata" di fare la cosa più importante per il mondo del lavoro: esportare i diritti. Finché sarà possibile abbattere i costi trasferendo le produzioni in Cina dove i lavoratori sono semischiavi privi di tutele, beh, di tavoli di crisi ne avremo ancora molti».Lei scrive che la miglior risposta al crollo della domanda di beni e servizi è la «valorizzazione del lavoro» (leggi: aumento dei salari). Come si concilia questo con una globalizzazione «irreversibile"? «Se siamo ancora il secondo Paese manifatturiero d'Europa, è proprio grazie al valore del lavoro italiano. Sono stato un mese fa negli stabilimenti di quella che era la Ansaldo Breda, oggi Hitachi. Hitachi ha basi di produzione in Italia, Giappone e Inghilterra. Ebbene, tutto il management dell'area Europa per il reparto ingegneristico è italiano. Non solo: sa che una grossa commessa di treni è stata spostata dal sito inglese in Italia, perché le nostre maestranze producono meglio e più velocemente? ».Ci si può accontentare di operai un pelo meno valorosi, se costano molto meno.«Il problema non è il salario, ma la tassazione del lavoro. A parità di condizioni, l'operaio tedesco guadagna più dell'operaio italiano, eppure all'impresa tedesca costa meno».È un tema centrale del libro. Ma tutti i governi promettono tagli al cuneo fiscale, poi non lo fanno, e si sa il perché: chi la sentirebbe l'Europa?«Ma l'Europa continuerà sempre a minacciarci. Lo sta facendo ancora adesso, nonostante il segnale di malessere espresso dagli elettori. Il cuneo fiscale va tagliato non per le imprese, come accaduto in occasione del Jobs act, perché se la domanda non aumenta, anche se l'operaio costa 8mila euro in meno, l'azienda non lo assume. Devono crescere i consumi. Si tagli il cuneo per i lavoratori: chi prende 1.500 euro di stipendio si ritroverebbe in tasca 300-500 euro al mese in più, che finirebbero dritti in consumi. So che si tratta di contributi, Irpef, eccetera: dico per dare le dimensioni».Quanto dobbiamo essere disposti a tirare la corda con l'Ue per uno shock fiscale?«Senta, il nostro ufficio studi ha fatto un calcolo: uno shock fiscale inteso come una flat tax al 15% sui redditi fino a 50.000 euro produrrebbe immediatamente un aumento dei consumi dell'1,2-1,3% e 0,4-0,5 punti di Pil, oltre a 250.000 nuovi posti di lavoro».C'è un passaggio nel libro che sembra una critica al reddito di cittadinanza. Dice: i lavoratori devono godere del lavoro, non dell'assistenza».«Non sembra una critica: lo è. Comunque il reddito di cittadinanza ha dato qualche possibilità in più a 5 milioni di poveri. Una misura auspicabile».Tanti elettori della Lega protestano: se proprio dobbiamo scontrarci con l'Europa, facciamolo per tagliare le tasse invece che per il reddito di cittadinanza.«Sono d'accordo con gli elettori della Lega (ride, ndr), però anche loro devono capire che è difficile governare coi cinquestelle».Lei nel libro invoca «un'Europa dei popoli», cioè un'Europa politica. Però in Europa la politica fa saltare gli accordi tra Fca e Renault.«L'alleanza Fca-Renault poteva essere interessante, ma ci sono in ballo anche gli interessi dei territori. Macron ha fatto lo stesso con Fincantieri-Stx. Il problema è che lui lo fa e noi no. Dovrebbe essere l'Europa ad assumersi la responsabilità di benedire o far saltare l'uno o l'altro accordo, ma ci vogliono linee strategiche comuni che non ci sono. E non è un caso».
Novità per i cittadini. Da questo mese stop al telemarketing da numero mobile, mentre il 30 novembre potrebbe arrivare lo stop a molti autovelox non conformi alle normative.
Nicolás Maduro (Getty Images)
Volodymyr Zelensky in piedi davanti a un sistema missilistico antiaereo Patriot durante la sua visita a un'area di addestramento militare in Germania dello scorso giugno (Ansa)