2020-12-19
L’ultimo decreto di Giuseppi: abolito il Natale
Passa la linea durissima sulle Feste: zona rossa in tutto il Paese, bar e ristoranti chiusi, coprifuoco alle 22 e regole cervellotiche su pranzi e cene in famiglia. Doccia fredda sui ristori: si parla di solo 550 milioni di euro, e non prima della fine dell'anno. Zona rossa nazionale nei giorni festivi e prefestivi, arancione in quelli lavorativi: dal 24 dicembre al 6 gennaio l'Italia chiude per coronavirus. Passa la linea dura, il Natale degli italiani sarà sostanzialmente in lockdown, con qualche piccola deroga. Natale in lockdown ma pure di miseria nera: solo 550 milioni di euro di ristori stanziati ieri sera per tutti i bar e ristoranti che dovranno chiudere i battenti nel periodo natalizio. È il risultato della ennesima giornata all'insegna del caos totale. Quando alle 18 di ieri sera il sedicente governo italiano non ha ancora preso una decisione definitiva su come affrontare le festività natalizie, è chiaro a tutti che Giuseppe Conte non ha la forza di scegliere in autonomia neanche il colore delle pareti del suo ufficio a Palazzo Chigi. Già da alcune ore protagonisti politici teoricamente sostenitori del governo, come il segretario del Pd Nicola Zingaretti, presidente del Lazio, e i suoi colleghi governatori dem, Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna) e Vincenzo De Luca (Campania), stanno bombardando l'esecutivo, accusato di lasciare gli italiani nell'incertezza. L'ultimo dietrofront si è consumato nella notte: l'idea di alternare giorni di zona rossa nazionale e giorni di zona gialla ha lasciato il posto a un decisione più rigida, con la penisola destinata ad essere rossa i giorni festivi e prefestivi (24,25,26,27 e 31 dicembre e 1,2,3,5 e 6 gennaio) e arancione nei giorni lavorativi (28,29,30 dicembre e 4 gennaio). Questo l'orientamento emerso dalla riunione mattutina di Conte e del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, con i capidelegazione dei partiti di maggioranza. Ma c'è ancora da limare, trattare, discutere, temporeggiare: il premier, infatti, non riesce a imporsi su niente. Il clima è rovente: l'Italia intera, le famiglie, le attività produttive, i ristoratori, i commercianti, attendono ormai da settimane di conoscere il loro destino, mentre Conte cincischia, i suoi ministri litigano, gli esperti del Cts se ne lavano le mani, i cittadini, sull'orlo di una crisi di nervi, riversano sui social la loro frustrazione, la loro rabbia, la loro indignazione per questa ennesima presa in giro. La zona rossa/arancione per tutta l'Italia a Natale rappresenta il fallimento del governo, che istituendo l'infernale meccanismo delle Regioni a colori aveva promesso festività serene. Alle 19, finalmente, gli ultimi nodi sono sciolti. Il decreto legge di Natale prevede, come dicevamo, la zona rossa nazionale per i giorni 24,25,26,27 e 31 dicembre e 1,2,3,5 e 6 gennaio: fermo restando il coprifuoco dalle 22 alle 5 e il divieto di spostarsi tra diverse Regioni, è vietato ogni spostamento anche nello stesso Comune e verso Comuni limitrofi ad eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità (per esempio l'acquisto di beni necessari) o motivi di salute; è consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza; i ristoranti e le altre attività di ristorazione, compresi bar, pasticcerie e gelaterie, sono chiusi al pubblico e possono effettuare esclusivamente la vendita da asporto, dalle 5 alle 22, e la consegna a domicilio; chiusi tutti i negozi, ad eccezione di supermercati, generi alimentari e commercio al dettaglio di beni di prima necessità. Aperte anche edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie, lavanderie, ferramenta, negozi di vernici e materiali per costruire, rivenditori di elettrodomestici, prodotti di informatica ed elettronica di consumo, di ottica e fotografia, benzinai e autosaloni, parrucchieri e barbieri e altre attività commerciali. Le passeggiate sono consentite solo in prossimità della propria abitazione, nel rispetto della distanza di almeno un metro da altre persone e con obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezioni individuali. Vietato incontrare amici o parenti che non siano conviventi in qualsiasi luogo, che sia aperto o chiuso, tranne nei casi che riguardano chi si prende cura di un parente o un amico non autosufficiente, dei genitori separati o divorziati che devono andare a riprendere i figli minorenni. Il 28, 29 e 30 dicembre e il 4 gennaio, l'Italia sarà tutta arancione: rispetto alla zona rossa, i cambiamenti più importanti sono la libertà di spostarsi all'interno del proprio Comune e l'apertura consentita a tutti i negozi, mentre restano comunque chiusi bar, ristoranti e locali pubblici. In questi giorni sono inoltre consentiti gli spostamenti dai Comuni con popolazione non superiore a 5mila abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia. Approvata la cosiddetta deroga dei nonni, una vera e propria barzelletta. Sarà infatti consentito, sia nelle giornate rosse che in quelle arancioni, solo una volta al giorno (ovviamente escluse le ore di coprifuoco) a un massimo di due familiari non conviventi di effettuare una visita in una sola abitazione privata nella stessa Regione. Questa deroga non vede conteggiati gli under 14 e le persone disabili o non autosufficienti conviventi. In sostanza: una famiglia di 4 persone, mamma papà e due figli, di cui uno con più di 14 anni, non può andare a casa dei nonni, a meno che non si lasci a casa uno tra marito, moglie e figlio più grande, ma devono essere i nonni ad andare dai figli. Vi sembra assurdo? No, è il governo italiano. All'ora in cui andiamo in stampa, Conte non ha ancora spiegato agli italiani il decreto. Evidentemente, non lo ha capito bene neanche lui.
(Ansa)
Due persone arrestate, sequestrata droga e 57 persone denunciate per occupazione abusiva di immobile e una per porto abusivo di armi. Sono i risultati dei controlli scattati questa mattina allo Zen da parte di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza dopo l'omicidio di Paolo Taormina, il giovane ucciso davanti al pub gestito dalla famiglia da Gaetano Maranzano. Nel corso dei controlli sono stati multati anche alcuni esercizi commerciali per carenze strutturali e per irregolarità sulla Scia sanitaria e mancata autorizzazione all'installazione di telecamere, impiego di lavoratori in nero, mancata formazione, sospensione di attività imprenditoriale. Sono state identificate circa 700 persone, di cui 207 con precedenti ed altri 15 gia' sottoposti a misure di prevenzione.
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