2024-11-12
Lufthansa rinuncia al maxi-sconto. Ora l’affare con Ita è in chiusura
La riduzione di prezzo è inferiore a 10 milioni rispetto ai 50-200 di cui si parlava.Già negli ultimi giorni emergevano segnali rassicuranti. Le pretese di Lufthansa di ottenere uno sconto rispetto al prezzo pattuito per l’acquisto di Ita si stavano ammorbidendo, i legali erano al lavoro e i colloqui tra il Mef (che detiene il 100% del vettore italiano) e il colosso tedesco stavano arrivando a dama. Ieri, mentre scriviamo non c’è ancora nessuna ufficialità, le parti avrebbero fatto un decisivo passo avanti per il via libera. In serata o nella notte dovrebbe essere arrivato il comunicato che chiarisce i termini dell’accordo. In sostanza, ci sarebbe un’intesa per una cifra inferiore ai dieci milioni di euro che potrebbe essere ulteriormente rivista al ribasso da un arbitro definito dalle parti. Dettagli che a questo punto contano davvero poco, perché era importante trovare una quadra che consentisse al Mef di inviare firmati i remedies a Bruxelles. L’ultimo tassello che mancava alla chiusura dell’affare. La scadenza per l’invio era la mezzanotte di ieri, ma anche se dovesse esserci una proroga di qualche giorno l’Antitrust Ue (al quale interessano le cessioni di slot e non certo il prezzo finale) non farebbe le barricate. E del resto sarebbe stato davvero incredibile far saltare un’operazione che si trascina da circa due anni e che ha coinvolto due governi italiani, Bruxelles, Air France più le varie low cost per un contenzioso dell’ultimo minuto.La situazione era precipitata una settimana fa quando sono emerse le prime indiscrezione sulle frizioni tra le parti. Nessun problema sul pagamento della prima tranche, quella da 325 milioni per il 41% del gruppo. L’operazione si era bloccata sugli altri versamenti, quelli successivi. In particolare gli ulteriori 325 milioni (più 100 al raggiungimento di determinati risultati) per l’altro 49% di Ita (l’esborso per l’ultimo 10% è di 79 milioni). Secondo Lufthansa, infatti, la compagnia italiana in questi mesi avrebbe perso valore rispetto al momento della chiusura dell’accordo e quindi in virtù dei covenant inseriti nel contratto i tedeschi avrebbe avuto diritto a uno sconto. Questi accordi accessori prevedono che la cassa resti entro determinati parametri a una scadenza prestabilita. Buona parte di quella cassa, però, sarebbe stata investita per l’acquisto dei nuovi aerei, in accordo con la stessa Lufthansa. Quindi? Cosa si fa? Negli ultimi sette giorni si sono susseguite le voci più incontrollate su possibili esiti nefasti, anche perché la cifra sembrava oscillare tra i 50 e i 200 milioni, che però già da un paio di giorni a questa parte sembravano scongiurati. Il documento contenente i «rimedi» chiesti da Bruxelles per suggellare le nozze tra Ita e Lufthansa era già pronto da tempo e solo il Mef doveva inviarlo a Bruxelles. Si aspettava l’accordo definitivo con Lufthansa per espletare anche l’ultima formalità. Da ricordare infatti che Lufthansa, la stessa Ita e tutti i vettori rivali che hanno avuto accesso agli slot lasciati liberi dai due gruppi (si parte da EasyJet e si arriva fino a Air France e Iag) hanno già inviato il pacchetto di «rimedi» indispensabili per suggellare il matrimonio italo-tedesco. L’Antitrust Ue guidato dalla danese Margrethe Vestager (non c’entra nulla la nuova Commissione che peraltro deve ancora insediarsi) ha imposto alle due compagnie di ripristinare la concorrenza su dieci rotte brevi (con destinazione Germania, Austria, Belgio e Svizzera) e tre intercontinentali (Washington, San Francisco e Toronto) e quindi di cedere un pacchetto di slot detenuti nell’aeroporto di Linate. Alla fine le trattative hanno portato alla scelta di EasyJet per le tratte brevi e di Air France-Klm e British Airways-Iberia per quelle a lunga percorrenza. Scelte non indolori e negoziazioni andate in porto dopo una lunghissima gestazione. Dopo il via libera dovrebbe finalmente decollare il nuovo sodalizio dei cieli. Un fusione che mette al riparo Ita dagli imprevisti di un mercato decisamente volubile come quello dei cieli. Da tempo sono state quantificate sinergie e risparmi dell’operazione e uno dei primi vantaggi arriverà dal passaggio di Ita dall’alleanza SkyTeam (a cui aderiscono Air France-Klm e Delta Air Lines) a Star Alliance che oltre a Lufthansa comprende anche United Airlines, Air Canada e Turkish Airlines. Giusto per intenderci. Da più di un anno l’operazione con Lufthansa è chiusa (maggio 2023) e quindi da più di un anno Ita fa parte di un’alleanza che comprende compagnie che sono consapevoli che il vettore italiano sarebbe diventato a breve un loro diretto concorrente. Un paradosso. Una trappola dovuta alle lungaggini e alle regole europee che a Ita è costata circa 100 milioni di euro. Quella trappola da qui a breve non esisterà più. E questo è già un primo importante effetto della chiusura di un’operazione che sette giorni fa sembrava davvero sull’orlo di un precipizio.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)